sabato 25 aprile 2015

ROSCO E I SUOI AMICI: CAMPIONI IN CAMPO, CAMPIONI NELLA VITA! #ioadottouncampione



Chi conosce Rosco, non può non pensare a lui come ad un Gigante Buono dal cuore di panna.
Sempre disposto ad aiutare, a buttarsi in prima linea in qualsiasi battaglia, per aiutare chi ne ha bisogno. Non ricordo un solo giorno in cui l'ho visto senza sorriso sulle labbra, eppure so per certo che ne ha passati di momenti brutti.... 
Padre di famiglia, in piena crisi economica, il lavoro scarseggia e un contratto che tarda ad arrivare, eppure lui continua a dare, a regalare quello che più prezioso ha. Il suo tempo, la sua persona, la sua voglia di aiutare ed essere utile al prossimo.
Durante l'ultima tragedia in Sardegna è partito con un camion pieno di aiuti raccolti tra gli amici senza neanche pensarci. 
Ma le più grandi soddisfazioni le raccoglie durante la sua attività di volontario accompagnando i suoi amici speciali.
In occasione dei prossimi Giochi Olimpici a Los Angeles tanti atleti normodotati hanno voluto sostenere i loro compagni special. Troverai alcuni altri video alla fine dell'articolo.
Adotta anche tu un campione, grazie ad una piccola donazione questi Atleti potranno coronare il loro sogno di conquistare l'America! Sostieni SpecialOlympicsItaly

CIAO, mi chiamano ROSCO da più di vent'anni e io lo uso quotidianamente come mio nome di battesimo (Gianluca il nome reale). Faccio una premessa prima di dirvi chi sono:
“Io ho peccato nella mia vita, ho peccato tante volte e probabilmente finché non morirò peccherò ancora. Cos'è il PECCATO? Un errore, una cosa brutta, una cosa che non va fatta, questo ce lo dice la chiesa,. Ma codesta chi è per dire tutto questo? La storia è piena di esempi dove la chiesa ha peccato, quindi predica bene e razzola male!! 
Tornando a me uomo e peccatore, come potrei tornare indietro (in senso letterario) e chiedere scusa dei miei errori? Andando a confessarmi? Perché, un altro uomo uguale a me ha la capacità di darmi il perdono, solo ascoltando il mio peccato e dandomi 2\3 preghiere da dire? Lo vedo un po’ un modo passato, un antenato del GRANDE FRATELLO (guarda caso anche lì c'è il confessionale), dove uno spiattella i propri fatti e qualcuno, poi dice che hai sbagliato e cosa dovresti fare.
Penso che una persona possa sbagliare volutamente o anche involontariamente, l'errore può essere piccolo o grandissimo, ma solo la persona che l'ha commesso può pentirsene, capire da quell'errore e farne tesoro. Solo se uno VUOLE, può rimediare ai suoi errori, ma come? Prima di tutto scusandosi se possibile, poi aiutare se stesso e gli altri più deboli, chi ha bisogno di te, di un sorriso, di una mano, della tua compagnia. Aiutare chi ha meno fortuna di te a crescere in situazioni migliori, a dare la possibilità a chiunque di dire ESISTO ANCH'IO ECCOMI.
La Bibbia, il Vangelo, il Corano e chissà quanti altri libri religiosi dicono tutti la stessa cosa ma con interpreti diversi: " Fai del bene, dai a chi non ha, aiuta il prossimo..." ma alla fine tutte le religioni hanno sempre portato dolore, guerre, morte a tutti i popoli e soldi e potere solo a una PERSONA o ad una ristretta cerchia di persone. Ci hanno sempre insegnato che Gesù era un povero nato in una stalla e faceva del bene attraverso dei miracoli. Di povertà dopo Gesù nella chiesa non ne ho mai più sentito parlare. Quindi per concludere io sto riflettendo sui miei peccati e sto cercando di rimediare, cercherò di essere il più possibile un UOMO di BUONA VOLONTÀ a modo mio dando fin dove mi è possibile quella fortuna che io ho avuto modo di usufruire fino adesso, la voglia di vivere e la possibilità di riuscire a chi ha avuto meno fortuna di me, sempre con il mio SORRISO”.
Eccomi fin da piccolo ho praticato sport e come la maggior parte dei bambini italiani ho iniziato col calcio, ma visto il mio fisico “minuto” non sono riuscito a sfondare nel modo giusto. Son passato alla pallavolo per 2 anni dove, quando schiacciavo la palla a terra sfogavo quella mia natura “irruenta” nel fare le cose che mi piacciono. Nel calcio mi fischiavano fallo e qui almeno mi fischiavano il punto, un passo avanti. Fino a che, a 17 anni (purtroppo un pelo tardi) ho conosciuto un altro sport e un altro ambiente quello del RUGBY…ecco qui il mio fisico “minuto” 187 cm per più di 95 kg di peso all'epoca, poteva sfogarsi a sfondare le linee per raggiungere il risultato personale, ma soprattutto di squadra. In quegli anni non era ancora uno sport famoso come può esserlo oggi e anche l’ambiente era più familiare e amichevole, pochi e uniti veramente nell'aiutarci dentro e fuori il campo. Si lottava fin dagli allenamenti, col bel tempo ma anche con pioggia e ghiaccio, alle partite e dopo il classico “terzo tempo” dove entrambe le squadre compreso l’arbitro mangiavano una pasta insieme e bevevano birra indipendentemente dal risultato. 
Questi sono i principali valori che ci insegnavano: GRUPPO, SOSTEGNO, RISPETTO. Abbiamo anche avuto allenatori stranieri con cui siamo cresciuti molto a livello qualitativo e di numero di partecipanti, persone con cui ancora intrattengo rapporti di amicizia anche se si trovano dall'altra parte del mondo, in Nuova Zelanda, dove sono finito per il matrimonio di un ex allenatore e poi mi son fermato circa 10 mesi a giocare e a lavorare, proprio nella patria del rugby, dove ho imparato ancora più tecnica. Esperienza unica e irripetibile visto che dopo 2 anni ho dovuto appendere le scarpe al chiodo, per problemini fisici dovuti alla mancanza di tempo per allenarmi. 
Tra la tristezza dell’aver smesso di giocare e la crisi di lavoro son passati anni bui. A me piace pensarla così, nel giugno del 2012 qualcuno ha messo sulla mia strada la soluzione ai miei malesseri e toccava solo a me acchiapparla, come per fortuna feci. Volontario Special Olympics: come una soluzione? direte voi. Non avevo lavoro e neanche soldi, come fare il volontario poteva aiutarmi? Beh oltre a lavorare duro sempre grazie al mio “fisichino” ho conosciuto un mondo che non mi apparteneva, un mondo fatto di persone veramente speciali, non solo nel nome. Donne, uomini, ragazzi e adulti che sorridono, si impegnano, gareggiano, danno tutto quello che è nelle loro possibilità e sorridono di nuovo!!!! Sono felici, esprimono gioia solo a guardarli. Ovviamente parlo in generale, non tutti al 100%. Mi ricordo durante la cerimonia di apertura dei giochi nazionali estivi di Biella nel 2012, girando tra gli atleti disposti davanti al palcoscenico, notai un gruppo di ragazzi che ballavano felici. Vicina a loro una ragazza, loro compagna, che stava seduta e col muso. Irene il suo nome, arrivava dal Lazio. Le andai incontro e le chiesi di ballare con me, lei rispose con un sorriso a 100 mila denti da quanto era contenta e dopo rimasi lì con lei a guardare l’accensione del braciere e i fuochi d’artificio. Lei felicissima e io in lacrime, pieno di gioia. In quel momento mi stavo curando dentro i mali degli ultimi anni. 
Il giorno dopo vedevo sempre Irene a pranzo e lei sorrideva e mi ha chiesto di andare a vederla al palazzetto dove faceva ginnastica. Solo all'ultimo giorno riuscii a staccarmi dai lavori allo stadio per andare a vederla. Non vi dico quando mi ha visto! 
Poi ho conosciuto, sempre a Biella, un ragazzo di nome Federico (“ehi fratellooooooo”) appassionato anche lui di rugby. Conobbi anche Ivan e Luca suoi compagni di squadra e le loro famiglie di Pavia. Quando ho saputo che Federico dormiva con una maglia da rugby ho chiamato la mia ex squadra per chiedere una maglietta da regalare a questo atleta e quando gliel'ho consegnata i suoi occhi sono stati altri anni curati dentro per me. Pensate che dopo un anno e il mio invito sono venuti anche al mio matrimonio e questo è stato uno dei più bei regali. Averli lì in un giorno per me così importante.  
Esperienze come questa le ho provate anche agli invernali al Sestriere nel 2014 dove per motivi di lavoro e famiglia, potei andare solo un giorno a dare il mio contributo. Ricordo che dopo aver spalato a tempo di record insieme a Daniele la zona premiazioni,  abbiamo premiato i vari atleti e anche in quei momenti vedi come per loro sia importante vincere, ma se non lo fanno sono felici lo stesso. Salgono sul podio, urlano, saltano, si abbracciano e sorridono! Avete mai visto una premiazione di atleti normodotati? Beh io si ma non mi danno una carica come gli atleti special.
Altra esperienza da poco vissuta sono gli invernali nazionali a La Thuille nel gennaio 2015. Questi vissuti a pieno regime visto le nuove difficoltà di lavoro sopraggiunte (guarda il caso a metà giochi mi arrivò una telefonata con una proposta di lavoro a tempo determinato ma meglio di nulla). Anche qui mi sono organizzato e grazie ad amici vari ho trovato una sistemazione gratuita in un alloggio. Non avrei potuto pagarmi tutte le spese per stare lì, e ci siamo preparati con tutte le varie operazioni aspettando gli atleti il giorno seguente. I primi arrivi, i primi abbracci e saluti visto il tempo che passa tra un evento e l’altro e poi la conoscenza di atleti nuovi, ogni volta sempre più iniezioni di gioia. Poi si sale sulle piste insieme agli altri volontari, dove anche tra noi nascono amicizie che manteniamo durante l’anno che non ci si vede prima di rivedersi ai giochi dopo. Si aiutano i vari atleti facendo lo “ski-lift umano” cioè facendoli risalire al pianoro dove consegnavamo il the caldo. Nascono altre amicizie, per quel che mi riguarda in particolare con il gruppo di Merano, gli atleti Benjamin, Mauro, Manuel, Vittorio e Peter con i vari tecnici ,allenatori e genitori con sostegni emotivi, sorrisi, complimenti e anche sfottò che durano tutta la settimana a pranzo, a cena e a colazione e nei momenti di relax in hotel. Durante le ennesime premiazioni il giovedì, proprio con Peter e Benjamin scherzavo facendo il tifo per il secondo e scanzonando (ovviamente in modo scherzoso). Peter, era stato fatto sedere al primo posto della fila che significava arrivato primo e per ridere gli dicevo che era arrivato 5. Quando tocca alla loro fila correggono all'ultimo le vere posizioni e siccome Peter aveva saltato una porta è stato declassato da primo a quinto: io volevo morire, stavo male per lui che ci teneva a vincere anche perché era veramente il più forte e bravo! Lui sì ci rimase male, ma salì sul podio al 5 posto e salutava e sorrideva ugualmente, mentre io ero in lacrime miste gioia e dolore per un dispiacere creato ad un amico conosciuto 2 giorni prima. 
Una sera, finite le gare, prima di cena entrai in sala tv e c’erano degli atleti che parteciperanno ai giochi Mondiali Special Olympics a Los Angeles il prossimo luglio 2015. E' stato chiesto loro di presentarsi e dire cosa si aspettavano o il loro sogno da questi giochi. Tra i vari passaggi quello di Giulia di Lodi, mai conosciuta prima, mi ha letteralmente messo KO. Ero un fiume in piena! Ha detto che andare in America con la sua squadra di pallavolo era il suo SOGNO (quanti di noi possono dire di star per realizzare il proprio sogno?) e che era felice già solo per quello. La sua compagna Elisa racconta che durante l’inno d’Italia ai giochi di Biella si era emozionata e Giulia le teneva forte la mano!
Questo è SPECIAL OLYMPICS e da fuori non si può comprendere se non si partecipa, se non si è aperti verso questi atleti e soprattutto se non si fanno le cose col cuore. 
Da quel famoso giugno 2012 io ho sempre ricevuto un sacco di iniezioni di tutte cose positive che questi atleti speciali ti danno in modo spontaneo e semplice, senza malizie, senza furberie, senza secondi fini come si è ormai abituati nel mondo dei normodotati. Mi auguro di riuscire sempre nel limite delle possibilità economiche e lavorative di poter seguire i giochi ovunque siano per poter aiutare ma soprattutto essere aiutato. 
Ci fosse più integrazione durante la vita di tutti con le persone speciali tutti quanti starebbero meglio. 
Bisogna abbattere questo muro, chi è diverso non è peggio, anzi il più delle volte è meglio!!! 
Vi lascio una frase che tempo fa scrissi: Ogni tanto penso che sarebbe meglio essere uno SPECIAL, primo perché sarei SEMPRE FELICE e secondo perché non dovrei vergognarmi di esser come i miei SIMILI!
Io tutto quello che faccio sia per Special, che nella vita lo faccio col cuore e cerco sempre di farlo al meglio. Mi sono accorto che più fai del bene e più ne ricevi in ogni modo e sotto diverse forme, sta solo a noi decidere di farlo senza costrizioni e senza obblighi.
GRAZIE A TUTTI.

Rosco




3 commenti:

  1. Come si fa a non condividere....
    Un saluto elfico: Buona e radiosa giornata

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    1. Ciao Anna Maria!
      Grazie!! Rosco è veramente un grande e mette tutta la sua passione a servizio del prossimo!! Spero vivamente che il suo sia un esempio per tutti e faccia riflettere!
      Kly

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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