martedì 29 dicembre 2020

READING CHALLENGE 2021 - pdf scaricabile

Dopo un anno di pausa torna la Reading Challenge di TuttoPerTutti.

Le regole sono quelle classiche: leggere un libro diverso per ogni categoria proposta cercando di coprire il maggior numero di categorie.

È una scommessa con se stessi, fatta in autonomia, dove non si vince nulla, dove nessuno vi giudica, dove non c’è un minimo. Si legge per piacere ma c’è l’impegno e il divertimento di scovare i libri che rientrano nelle 50+1 tipologie proposte. Se poi a fine anno i libri letti saranno 5 o 10 o 50 va bene lo stesso.

Per praticità abbiamo declinato tutto al maschile e al singolare ma vale anche il contrario e le parole possono essere anche in altre lingue. E comunque è ammessa una certa dose di elasticità.

Basta una rapida scorsa alla lista per rendersi conto che questa nuova challenge è stata ispirata da tutto quello che è successo in questo anno 2020 che sta per finire e tocca argomenti di stretta attualità. Non è per essere masochisti e continuate a pensare alle stesse cose, ma proprio per esorcizzare il tutto e dargli una connotazione diversa; per canalizzare in una attività ludica e culturale quale è la lettura, i sentimenti, le emozioni e le paure degli ultimi mesi e che comunque e purtroppo ancora non sono finite.

Speriamo vi piaccia e vi aiuti a trovare stimoli di lettura interessanti e nuovi.

Per eventuali chiarimenti su qualcuna delle categorie proposte, non esitate a inviarci un commento.

Se poi alla fine, tra 365 giorni circa, volete venirci a dire come è andata e se vi è piaciuta a noi farà molto piacere.

Buona lettura.

LINK AL PDF SCARICABILE ➡️ Reading Challenge 2021 - pdf scaricabile

Denny & Kly

giovedì 3 dicembre 2020

03 dicembre: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ


 IO SONO DISABILE!

Si, lo sono! 
Non è facile ammetterlo, ve lo garantisco! Soprattutto perché la mia disabilità non è così evidente e quindi la maggioranza di voi non ci crede! 
Ma... mi avete mai visto con pantaloni corti? O con una gonna? Pensateci... vero che no? Ecco, i pantaloni mi servono per coprire le cicatrici di 20 dolorose operazioni e 2 anni e mezzo di ospedale che hanno permesso che io tornassi a stare in piedi e camminare quasi normalmente. Grazie ai fantastici chirurghi e alle infermiere aggiungerei.
Bene, oggi sarebbe la mia giornata. Non avendo onomastico, mi accontento di questo giorno. 
Spero quindi di strapparvi 2 minuti di attenzione.
Disabile non sono solo quelle persone costrette ed obbligate su una sedia a rotelle. Disabili possono essere persone in apparenza molto normali, che avete affianco tutti i giorni, ma portano una croce, un fardello pesante e che voi incontrate quotidianamente nella vostra frenetica vita, ma non vedete. 
Ci sono disabilità fisiche, ma anche psichiche e/o sensoriali, che non sono così palesi.
Fermatevi a pensare a noi! 
La maggioranza di noi disabili, non abbiamo nessun aiuto sapete? 
La disabilità viene giudicata in gradi e comunque essere disabili al 67% come lo sono io, non apporta nessun vantaggio economico. Per aver diritto a un aiuto economico la percentuale deve essere molto più alta. Certo, siamo iscritti ad una lista di lavoratori portatori di handicap e dovremmo avere qualche facilità in trovare un posto di lavoro e invece... Per esempio nel mio caso: Sono 10 anni che sono rimpatriata e ancora nessuno mi ha mai chiamata neanche per un colloquio di lavoro. Eppure, non per vantarmi, ho un curriculum di tutto rispetto... e va là... la crisi! 
Poi, se colpiti da disabilità fisica con difficoltà a deambulare, avremmo anche diritto ad usufruire dei pochissimi parcheggi gialli siti in alcuni punti della città  (tralasciamo quelli nei parcheggi dei supermercati, che di norma sono rispettati!), ma... sapete quante volte voi me li occupate perché : "solo 2 minuti per entrare in farmacia e in quel negozio, che saranno mai!" o non li vedete proprio, perché le strisce ormai sono così scolorite che si confondono con l'asfalto. In piazza c'è n'è solo 1, UNO su circa una ventina e non sapete che rabbia trovarlo occupato da una macchina senza il tagliando disabili, così, solo per... E in zona siamo almeno 2 residenti portatori di handicap che vorrebbero usufruirne.
Potrei continuare ma, ebbene, avevo detto 2 minuti di attenzione e mi sto dilungando. 
Chiudo, chiedendo solo un pochino di comprensione, rispetto ed attenzione. Anche se la disabilità non salta agli occhi, non significa che non ci sia e vi assicuro che è pesante portarla senza aiuti...magari anche il vostro. Vorremmo essere ricordati tutto l'anno e non solo il 3 di dicembre.
Grazie.

Clizia

mercoledì 25 novembre 2020

Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne - Racconto: CRYING AT THE DISCOTEQUE by Denny

Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, vi propongo un mio racconto di fantasia. Per riflettere...


CRYING AT THE DISCOTEQUE


La discoteca è piena di giovani colorati, belli e allegri. 

La musica sincopata sovrasta tutto. 

Il fumo di borotalco camuffa quello di fumo che c’è, anche se non dovrebbe.

Nella penombra generale intervallata da flash colorati: risate, bicchieri, selfie, sudore e caldo la fanno da padrone.

Un po’ defilata nella zona divanetti Aurora si è seduta. È sudata e le scarpe col tacco le fanno male dopo aver ballato parecchio e ha un leggero mal di testa.

Da un’occhiata al display del cellulare. Sono le 01:59. Aspetta qualche secondo che scatti l’ora piena e mette via il telefonino.

Accanto a lei arrivano due ragazze un po’ più giovani. Avranno vent’anni. Una le manda un sorriso di circostanza che vuole essere un “scusa il disturbo” prima di farle sedere accanto l’amica che, adesso è chiaro, è ubriaca fradicia. La sente pronunciare parole sconnesse e arrabbiarsi per qualcosa che l’amica le impedisce di fare. 

La ragazza sobria si chiama Nadia. Aurora lo sa perché la ragazza sbronza lo dice spesso accompagnato a volte da un insulto.

Dopo non molto arriva un giovanotto, un ragazzo che è e si crede un gran figo: alto bello, strafottente. Si avvicina alle ragazze. Evidentemente si conoscono. Si siede sul divanetto accanto alla ragazza ubriaca e la bacia appassionatamente. L’altra in piedi lo guarda torvo. Il giovane prende la sua conquista per un braccio, la solleva e fa per portarla con sé. Nadia si oppone fermamente! Gli si para davanti, gli strappa l’amica da sotto braccio, la rimette seduta e dice chiaramente al bellimbusto che non porta nessuno da nessuna parte. La ragazza sbronza, di cui ora anche Aurora conosce il nome, Claudia, manifesta chiaramente la volontà di seguire il ragazzo; più e più volte, con modi gentili e non, ma la giovane in piedi è risoluta e continua a ripetere, a lui e a lei, gli stessi concetti:

“Domani! Quando sarai sobria andrai con lui dove vuoi. Da ubriaca non vai con nessuno!”

“Non mi interessa! Non sai quello che fai!”

“Domani, adesso no!”

I toni sono alti.

È un tira e molla determinato da entrambe le parti a cui Aurora assiste da pochi centimetri di distanza dal basso del divanetto morbido.

Aurora non vuole apparire impicciona ma segue attentamente la discussione e attraverso lo specchio sul muro laterale non toglie gli occhi di dosso dal viso determinato di Nadia, che fronteggia il giovanotto che cerca in ogni modo di convincerla che Claudia desidera fare una passeggiata con lui fuori nel parcheggio. “Quando sarà sobria!”, “Non da ubriaca!”. Non spreca tante parole per dirgli no e più volte è costretta a intervenire, con la forza, per fermare l’amica che cerca goffamente di sgusciare verso il fusto.

Alla fine con una brutta parolaccia il tipo desiste e lascia le due ragazze da sole che quindi le si siedono accanto.

La ragazza sobria parla all’amica. Aurora non sente cosa dice perché parla nell’orecchio ma basta pochissimo e la giovane ubriaca si calma, si rilassa e vinta dai fumi dell’alcool chiude gli occhi.

A questo punto Nadia manda un messaggio con il cellulare e poi con la testa dell’amica sulla spalla si rilassa anch’essa e aspetta.


E così in quella discoteca piena di gente, confusione e rumore Aurora ricorda quel che ha voluto sempre e solo dimenticare. Anche se fa caldo, sente i brividi e ripiomba a quattro anni prima, a quella vacanza post maturità che le sue compagne di viaggio tutt’oggi definiscono mitica.


Mitica lo è stata, ma solo fino all’ultima sera.


Quella sera di agosto Aurora aveva bevuto parecchio ed era ubriaca fradicia.

Come la ragazza che dorme accostata a lei, era invaghita di un figo che l’ultima sera l’aveva coperta di attenzioni. Alla fine l’aveva portata in spiaggia di notte.

Ricorda poco niente di cosa e come è successo. Sono solo frammenti. Ricorda la sabbia fresca sotto i piedi scalzi, il fiato di lui sulla nuca, il bruciore in mezzo alle cosce e poi il sorriso compiaciuto di lui. Ricorda che poi l’ha riportata dalle sue amiche anch’esse molto alticce che ridevano.

Quelle stesse amiche che quando insieme ricordano quel viaggio, ancora le dicono, ridendo e ammiccando: “Te la sei spassata con quel gran figo sulla spiaggia quella sera, eh?”

Aurora ci ha messo anni ad ammettere a se stessa che quello è stato uno stupro, ma ancora non riesce a non pensare di esserne responsabile. Ed è anche fermamente convinta che lui non abbia mai, mai, dubitato della legittimità del suo comportamento, che non abbia mai, mai, avuto il benché minimo dubbio che lei non lo volesse.

Di lui, che vive in un'altra città, non è rimasto nulla, se non un banale e freddo contatto via social, e di questa squallida esperienza disgusto per se stessa e per la tequila e una sottile ma tenace diffidenza e sfiducia costante.

Non ne ha mai parlato con nessuno di quella maledetta sera sulla spiaggia. È qualcosa di doloroso e sgradevole che tiene solo per se.

Non si è mai più ubriaca da allora!

Ma questi sono ricordi e pensieri dolorosi che vuole ricacciare al loro posto in fondo all’anima, così cerca di pensare ad altro, di uscire dal suo intimo.


Pensa alle ragazze che le siedono accanto: Nadia e Claudia. 

Sa che Nadia vuol dire speranza e Claudia invece deriva da claudicante, zoppicante e volendo per estensione che inciampa. Pensa che siano due significati perfetti per le due giovani e la situazione che stanno vivendo. 

Invece Aurora, il suo di nome, significa “splendente, luminosa” e sua madre lo ha scelto pensando a “la bella addormentata nel bosco”. Un nome da principessa! Lei però non si sente privilegiata e speciale, anzi.


All’improvviso la ragazza sobria si desta dal torpore per rispondere al cellulare. Poche parole.

Dopo qualche minuto arriva un ragazzo più giovane; sembra appena maggiorenne. 

Aurora sente qualche frammento di frase: “Mi devi il prezzo dell’ingresso” dice lui senza astio. Si china per prendere in braccio la ragazza addormentata e nel farlo manda ad Aurora uno sguardo e le dice “Scusami”.

Claudia riapre gli occhi e lo saluta affettuosamente biascicando.

“Per fortuna devo portare lei che è piccolina e magra e non te” sente che dice ridendo con una bella voce profonda.

Nadia lo guarda storto per un attimo mentre drappeggia il suo golfino sulle gambe e al sedere dell’amica per evitare che la minigonna lasci vedere tutto durante il passaggio tra la folla verso l’uscita.

Aurora deduce senza ombra di dubbio, dal loro atteggiamento, che sono fratello e sorella.

Nadia le viene ancora accanto per prendere le due borsette lasciate sul divanetto, le sorride e poi segue il fratello.

Aurora, ancora sprofondata nel basso divanetto, segue con lo sguardo il giovane magro e alto con il suo semincosciente fardello fendere la folla, e poi anche la testa castana della ragazza che non conosce ma che stima profondamente, fino a che entrambi non spariscono completamente inghiottiti dalla folla.


“Perché io non avevo un’amica come lei?”. 

Non riesce a pensare ad altro. 

“Perché io non avevo accanto un’amica come lei?”, “Perché io non ho un’amica come lei?” si continua a chiedere nel buio psichedelico, e nessuno di accorge delle lacrime che scendono sulle sue gote truccate.




Denny

venerdì 9 ottobre 2020

2 libri per viaggiare: LE FINESTRE DI NEW YORK e TOKYO TUTTO L'ANNO.

Voglia di viaggiare? 
Non potendo farlo nella realtá, perchè non farlo con la fantasia aiutati da un libro?

Io recentemente ne ho comprati due che hanno a che fare con due cittá meravigliose: Tokyo e New York.

"Le finestre di New York" di Matteo Pericoli pubblicato lo scorso novembre da Il Saggiatore l'ho scoperto per caso bevendo un caffè, al caffè-letterario Colibrí di Milano. Un foglio attaccato al muro è bastato ad accendere la mia curiositá. L'ho comprato, letto, sfogliato, osservato in pochissimo tempo cercando nella memoria  quanto visto, sentito, respirato, dal vivo, nel 2019 in una vacanza troppo breve. 

Si tratta di circa 150 pagine che mixano testo e disegno. Uno sguardo sulle strade della grande mela dalle finestre di personaggi importanti.


"Tokyo tutto l'anno" di Laura Imai Messina, appena uscito per Einaudi, invece, l'ho preso come primo approccio a questa affascinante cittá che è il progetto, il desiderio, il sogno, per il 2022. Non l'ho ancora letto ma so che è una dettagliata guida alla cultura giapponese che sviscera i mille aspetti dell'affascinante cittá orientale.



Il mio consiglio di oggi sono due libri da leggere, sfogliare, regalare... per viaggiare virtualmente e andare a Tokyo e New York: Le finestre di NewYork e Tokyo tutto l'anno.

Buona lettura e buon viaggio.

Denny


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venerdì 11 settembre 2020

I DELITTI DEL CASELLO - ROSA TERUZZI

Questa estate in rapida sequenza ho letto la serie di romanzi gialli di Rosa Teruzzi (giornalista esperta di cronaca nera) editi da Sorzogno

Il primo libro è stato pubblicato nel 2016. Poi ogni anno si è aggiunta una nuova avventura.

L'ultimo romanzo è uscito lo scorso maggio e non l'ho ancora letto, ma non vedo l'ora di averlo tra le mani.

Si tratta di romanzi di facile lettura, ben scritti, avvincenti e a sfondo giallo che regalano ore piacevoli. I misteri nei quali si trovano immischiate le protagoniste sono credibili e ben strutturati.

A condire il tutto citazioni botaniche e letterarie e una punta di rosa.

Sono due le cose che mi sono particolarmente piaciute di questi libri:

* Le donne = Libera, Iole e Vittoria, cioè mamma, nonna e figlia. Diversissime ma indispensabili una all'altra.

Mitica la nonna Iole, figlia dei fiori al 100%. Poteva diventare una macchietta invece l'autrice riesce a non esagerare.

Un altro personaggio femminile che io trovo molto interessante è la giovane, dimessa e un po' misteriosa "smortina", cioè Irene la giornalista (che ho scoperto essere la protagonista di altri romanzi precedenti scollegati da questa serie ...e la mia wish list si allunga!).

*Ambientazione = la mia Milano e un vecchio casello riadattato ad abitazione.

I libri della serie in sequenza sono:

  1. La sposa scomparsa
  2. La fioraia del Giambellino
  3. Non si uccide per amore
  4. L'ultimo ballo all'Ortica
  5. La memoria del lago

Oggi la Denny consiglia di leggere le avventure delle miss Marple milanesi scritti da Rosa Terruzzi.

Buona lettura.


Denny

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venerdì 4 settembre 2020

IL MURO - JOHN LANCHESTER

In questa estate strana, post-pandemia, ho alternato libri leggeri e distensivi a qualcuno più impegnativo.
Uno di quest'ultimi è "Il muro" di John Lanchester.
John Lanchester è uno scrittore e giornalista britannico e "Il muro" è il suo ultimo romanzo pubblicato in patria nel 2019 e arrivato in Italia, a cura della casa editrice Sellerio, a fine Maggio.
Questo romanzo si colloca nel genere distopico cioè in quella branca della fantascienza che scivola nella profezia, che è un monito all'umanità e spesso parte da una forte base attuale.
Come vede il nostro futuro Lanchester? Come lo immagina? Quali sono i problemi della vita quotidiana? Chi è il protagonista di questa storia?
In un futuro non meglio definito la Gran Bretagna è uno dei pochi, se non l'unico posto al mondo che garantisce un'esistenza simile a quella precedente, dopo che un non precisato "cambiamento", che si può immaginare climatico, ha sconvolto l'intero pianeta.
La Gran Bretagna si è protetta costruendo intorno all'isola un alto muro allo scopo di evitare l'invasione degli "Altri" cioè di tutti i disperati della terra alla ricerca di una condizione di vita soddisfacente. A presidiare il muro ci sono i "difensori", uomini e donne che per due anni sono obbligati a prestare servizio di difesa per impedire l'accesso dal mare degli Altri. Il servizio sul muro è duro e snervante, in balia del buio e del freddo e il ricatto morale è che se qualche Altro riesce ad entrare un difensore ritenuto responsabile deve uscire.
Tra le pagine si accenna ad alcuni aspetti della vita quotidiana che non sono particolarmente approfonditi ma che danno l'idea di un mondo difficile; come la presenza di un Elite, cioè un gruppo sociale privilegiato a cui è raro accedere, come il fatto che tutti i cittadini britannici siano microchippati, come l'approvvigionamento di generi alimentari sostituito spesso da un alimentazione a base di barrette energetiche, come la figura dei "figliatori" che hanno dei privilegi, come gli Altri catturati che diventano una via di mezzo tra aiutanti domestici e schiavi, ecc...
Il protagonista che introduce il lettore in questa realtà alternativa è Joseph Kavanagh che nelle prime righe ci porta con lui sul muro nel suo primo giorno di servizio da difensore.
Succedono diverse cose dopo quel primo giorno e la lettura scorre alla ricerca di una traccia di speranza, per il giovane protagonista senza grandi idee e grandi progetti, un po' in balia degli eventi, così come per l'umanità tutta...

Oggi anche se splende il sole consiglio la lettura di un libro che mi viene da definire buio: "Il muro" di John Lanchester.

Buona lettura.

Denny

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venerdì 12 giugno 2020

MILANO DA LEGGERE 2020

Milano da leggere è un iniziativa che ha sempre trovato spazio in questo blog e che io apprezzo particolarmente perché sono nata e lavoro a Milano, perché amo leggere e leggo molti ebook.
Dopo i gialli, i comici e i fumetti quest'anno il tema sono le donne... e che donne!
L'offerta dei 10 titoli e varia e per tutti i gusti. C'è il libro giallo, quello ironico, quello impegnato e anche la poesia. Tra le pagine vivono donne semplici e complicate, forti e deboli. C'è la storia con la S maiuscola e l'amore.
E sono molto felice che tra la rosa di autrici scelte per questa iniziativa ci sia anche una scrittrice che io ho amato molto: Brunella Gasperini (ne ho parlato in passato qui ➡️  BRUNELLA GASPERINI) con il suo "Una donna e altri animali".


Copio qui di seguito il testo di presentazione preso dal sito del sistema bibliotecario di Milano:
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“MILANO DA LEGGERE 2020”.
DIECI LIBRI PER DIECI SCRITTRICI
“I TALENTI DELLE DONNE” AL CENTRO DELLA QUINTA EDIZIONE
Torna l’appuntamento con “Milano da Leggere”, l’iniziativa di promozione della lettura ideata dal Sistema Bibliotecario di Milano che consente di scaricare e leggere gratuitamente una selezione di libri digitali.
Questa quinta edizione si inserisce nel palinsesto culturale promosso dal Comune di Milano dedicato a “q”: sarà dunque un’edizione tutta al femminile che ospiterà dieci opere di scrittrici milanesi, per nascita o elezione, proponendo e-book i cui diritti sono stati cortesemente concessi dalle autrici stesse e dai loro editori, insieme ad altri libri, non più in commercio, che meritano di essere valorizzati e riportati all'attenzione del pubblico.
A causa dell’emergenza sanitaria in corso, i libri non saranno tutti immediatamente disponibili, ma usciranno con cadenza settimanale, ogni mercoledì a partire dal 15 aprile al 17 giugno e resteranno tutti disponibili fino al 30 giugno.
Milano, come sempre, è lo scenario su cui si stagliano le storie che vi faranno compagnia: una pluralità di generi, temi, cifre stilistiche a rappresentare il caleidoscopio del mondo femminile, nei suoi tratti intimi o sociali, reali o immaginari, con accenti a volte umoristici, altre più impegnati.
La forza dell’intuito è all’opera nel giallo di Rosa Teruzzi che con “La fioraia del Giambellino” – libro di apertura di “Milano da leggere” 2020 che sarà scaricabile già dal 15 aprile - ci regala la seconda avventura dell'eccentrico trio di investigatrici milanesi.
Un’altra giallista è Maria Alberta Scuderi, sconosciuta ai più seppur vincitrice con “Assassinio al Garibaldi” – unico libro dato alle stampe – del premio Alberto Tedeschi 1984 per il miglior giallo inedito, ora riproposto con l’originale prefazione di Luca Crovi.
Coraggio, competenza e tenacia sono i tratti distintivi delle donne del nostro presente che hanno condotto la loro rivoluzione in famiglia, nel mondo del lavoro o nella società: cento storie a cui ispirarsi, raccolte da Annalisa Monfreda in “Donne come noi”.
Lo sguardo sul costume, la famiglia, il quotidiano è lasciato alla penna di Brunella Gasperini, che per venticinque anni ha dialogato con le donne tramite la posta di Annabella. “Una donna e altri animali” racconta con arguzia, anticonformismo e ironia una cronaca famigliare degli anni ’70, per nulla datata. Della Gasperini sarà offerta anche una presentazione inedita di Patrizia Carrano e un’interpretazione letta da Lella Costa, sue dichiarate ammiratrici.
Ironia, e autoironia, sono anche la cifra del romanzo di Carmen Covito in cui la protagonista non brutta ma, peggio, bruttina, è alla ricerca di un proprio modo di affermarsi. “La bruttina stagionata”, che ha vinto il premio Bancarella 1993, è stato ripubblicato di recente con una brillante introduzione di Natalia Aspesi.
L’universo dei sentimenti narrati con stile vivido e contemporaneo è il terreno sul quale si muove la scrittura sferzante di Ester Viola, che ci offre “Gli spaiati”, sequel del fortunato “L’amore è eterno finché non risponde”.
L’impegno civile e ambientale, in anni in cui di ecologia si parlava poco o nulla, sono il tratto di Laura Conti, medico oltre che scrittrice, di cui è ripubblicato il toccante romanzo “Cecilia e le streghe”, che affronta con raro garbo il tema del dolore e della malattia, divenuto purtroppo di tragica attualità.
La passione e il coraggio del giornalismo di Camilla Cederna, capaci di imporla nel mondo dell’informazione, allora prevalentemente maschile, sono al centro de “Il mondo di Camilla”. Il libro ripercorre anni di attività della grande giornalista, e con essi di storia italiana, raccontati in prima persona e passati al vaglio dell’impeccabile lavoro editoriale di Grazia Cherchi.
La ricerca storica è la passione di Carla Maria Russo che con “Lola nascerà a diciott’anni” ci trasporta nella Milano del 1943. Durante il periodo più buio del fascismo si snoda una vicenda raccontata a più voci che intreccia passione, ingiustizia, colpi di scena.
Non manca la voce della poesia con la raccolta “Desiderio di cose leggere” di Antonia Pozzi, la cui traboccante e disordinata emozionalità fu poco compresa nell'ambiente intellettuale del suo tempo.
“Milano da Leggere” 2020 è realizzata in collaborazione con le scrittrici, gli editori Bompiani, Einaudi, Piemme, Salani, Sonzogno, Sperling&Kupfer, gli eredi di Camilla Cederna, Laura Conti, Brunella Gasperini, Maria Alberti Scuderi che hanno messo gentilmente a disposizione le opere.
Un sentito ringraziamento si deve inoltre all'amichevole collaborazione di Lella Costa e Patrizia Carrano. L’iniziativa vede anche la collaborazione di ATM – Azienda Trasporti Milanesi S.p.A..

Buona lettura!

Per leggere tutto sull'iniziativa e scaricare gli ebook basta andare qui ➡️ https://milano.biblioteche.it/milanodaleggere

Denny

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venerdì 5 giugno 2020

SETE - AMÉLIE NOTHOMB

L'anno scorso ho letto il romano "A volte ritorno" di John Niven (2011) dove il protagonista è un moderno Gesú Cristo. Nel complesso lo ho apprezzato anche se l'ho trovato un po' eccessivo.
L'idea di dar voce a Gesú mi è particolarente intrigante quindi non ho resistito al nuovo libro di Amelie Nothomb, "Sete", uscito a fine 2019 per la casa editrice Voland.
Questo breve romanzo da voce a Gesú nei suoi ultimi giorni di vita e lo fa con delicatezza. Ne esce un figlio di Dio di un umanitá travolgente. Non perfetto, non senza peccato, che vive con passione.
Poco piú di cento pagine godibilissime che non cavalcano gratuitamente la blasfemia ma esaltano la bellezza dell'essere umani.
La sete del titolo è la metafora di quelle forti sensazioni e appagamenti che sono insiti nel corpo e nella vita.
Gesú parla direttamente a se stesso e a noi, in una sorta di flusso di coscienza che nonostante le sofferenze della crocifissione, lascia spazio alla positivitá e all'amore per la vita.

Quindi il mio consiglio di lettura di oggi è  questo breve scritto delicatamente dissacrante: Sete di Amelie Nothomb.

Buona lettura!

Denny

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venerdì 29 maggio 2020

PORTAMI IL DIARIO - VALENTINA PETRI

"Portami il diario" è una pagine Facebook che dal 2017 racconta fatti e misfatti di una scuola superiore. A gestirla, Valentina Petri, una professoressa di lettere che insegna in un istituto professionale.
Le situazioni tragicomiche descritte in modo simpatico e moderno sono postate mediamente con cadenza bisettimanale.
I post sono di solito lunghi e senza immagine.
Io seguo questa pagina fin dall'inizio e l'adoro. Mi fa sorridere e spesso commuovere.
Adesso queste storie sono diventate un libro vero e proprio.
E' uscito pochi giorni fa, il 19 maggio, e io  l'ho comprato subito e divorato, e così pure mia figlia di 15 anni.
Temevo che risultasse un racconto discontinuo e un po' frammentario, che fosse solo un semplice copia e incolla dai post già presenti su facebook, invece, anche se alcuni episodi sono gli stessi, l'autrice è riuscita a dare alla narrazione un filo logico e temporale e a completare il quadro.
Gli episodi veri o inventati di sana pianta che siano sono credibili e molto attinenti alla realtà scolastica attuale.
Impossibile non trovare simpatia per gli studenti protagonisti.
Questo è un libro che si legge facilmente e con vero piacere, spesso sorridendo, un po' ricordando, a volte con i lucciconi...

In attesa che la scuola torni quella di sempre oggi suggerisco di tornare sui banchi scarabocchiati di scuola con "Portami il diario" di Valentina Petri edito da Rizzoli.

Buona Lettura!

Denny  #teampiallato


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domenica 3 maggio 2020

VITA AI TEMPI DEL COVID-19 - SIAMO ENTRATI NELLA STORIA.


Sono ormai 2 mesi che siamo, chi più, chi meno, rinchiusi in casa.

Questo periodo si ricorderà per sempre e verranno scritte pagine e pagine sui libri di storia.
E chi lo immaginava? Faremo parte concreta della storia moderna, i miei nipoti studieranno il confinamento del 2020 dovuto alla pandemia di Coronavirus e se sarò ancora viva, gliela potrò raccontare con la mia propria voce.

Racconterò di come un bel giorno del principio marzo, l'Italia e anche alcune altre nazioni,  sono state obbligate a chiudere scuole, negozi, fabbriche, ristoranti a causa di un nemico invisibile, ma subdolo, che erano settimane che minacciava la salute delle persone, partendo dalla Cina. Una malattia che ha collassato ospedali e fatti migliaia di morti, che improvvisamente ha sconvolto la nostra vita, i nostri valori, le nostre sicurezze. Una infezione alle vie respiratorie della quale non si conosceva praticamente nulla e quindi si brancolava nel buio per sapere come affrontarlo e sconfiggerlo. 

Racconterò di come ho allacciato nuovi rapporti a distanza, di come non ho più potuto uscire di casa se non per fare la spesa velocemente, di come non se ne parlava di poter lavorare o visitare la mia famiglia, i miei cari, e di come mi sono ritrovata a condividere le stesse sensazioni con i miei vicini sul balcone, che sono diventati gli unici rapporti che potevo avere all'infuori dei miei figli e di mio marito.

Un turbine di sensazioni diverse hanno caratterizzato questo periodo.
Al principio era la paura dell'ignoto, di questa minaccia sconosciuta che attaccava tutti indistintamente,  alcuni sopravvivevano, molti morivano, alcuni erano asintomatici, nessuno aveva certezze, poteva essere sano o malato senza saperlo.

Il dover organizzare i giorni per le compere e le spese, c'erano beni che non si potevano più comprare, alcuni sono diventati introvabili, perché la paura della fame ha preso il sopravvento e in tanti hanno preso d'assalto i supermercati pur di fare scorte assolutamente innecessarie, bisognava pianificare le spese.


Quindi si è cominciato a socializzare a distanza, finalmente ho conosciuto i miei vicini, anche loro agli arresti domiciliari, che avevo visto, ma con cui non avevo mai scambiato più di qualche saluto. Ci siamo organizzati per ballare e cantare e ascoltare l'inno d'Italia come buoni patrioti due volte al giorno (perché ci riscopriamo italiani veri sempre nei momenti peggiori), abbiamo giocato da balcone a balcone a NOMI-COSE-CITTÀ, e ci siamo scambiati ricette, segreti di cucina, suggerite menu, mentre abbiamo confessato le paure, i timori, i segreti e parlato del bel tempo che fu (fortuna vuole che anno più anno meno l'età non è poi così diversa), ci siamo augurati la buonanotte con dolcissime canzoni e abbiamo anche partecipato alla S. Messa celebrata dal nostro parroco via Facebook.

I giorni scorrevano lenti, monotoni, uguali.


Ed è arrivato anche il giorno di festeggiare i papà dal balcone e mio figlio ha spento le candeline mentre i vicini gli cantavano TANTI AUGURI A TE... Ci si è adattati inevitabilmente anche ad una nuova maniera di fare gli auguri e far festa. I bambini ne hanno indubbiamente sofferto. Spettava a noi genitori non far pesar lor questo stranissimo periodo di reclusione, nel quale anche le festicciole di compleanno sono state completamente bandite.

E arrivata anche la noia, meno si fa e meno si vorrebbe fare, giornate sul divano con voglia di niente, del nulla.

Chi, come me, ha bambini piccoli poi, tra chat di gruppo, video-lezioni, le poesia da imparare a memoria, gli esperimenti di scienze con semi, i disegni da colorare, le tabelline da imparare, l'orologio da spiegare e l'earth day da osannare, le giornate sono state così impegnative e la pazienza al bordo del collasso, che capisco perché non ho fatto l'insegnante,  assolutamente non sono tagliata per il mestiere.

In questi ultimi giorni invece, ho notato sia sui social, sia parlando con amici, che è subentrata la voglia di uscire e riprendersi la propria vita, l'essere assolutamente stufi del confinamento da voler  ormai ricominciare e ripartire e quindi via alle critiche al governo che ci ha segregato in casa, a prendere sottogamba la pericolosità del contagio, a violare le norme di sicurezza, perché insomma ne abbiamo le tasche piene, i morti sono in diminuzione, i guariti sono in aumento, la curva epidemiologica ormai in discesa, per alcuni quindi è arrivato il momento di uscire e ritornare a vivere in normalità. Come se si potesse pensare di tornare esattamente al punto da cui abbiamo lasciato il tutto. Credo che nessuno di noi tornerà ad essere o pensare o attuare come prima del lock-down, è impossibile, visto che alcune norme e regole ci seguiranno per mesi ancora.

Bene, questi due mesi sono stati intensi, indimenticabili.

Domani 04 maggio sarebbe stata una giornata speciale per me. Con la mia famiglia sarei andata a Superga a onorare il Grande Torino in occasione dell'anniversario della tragedia che colpì la squadra nel 1949.
Quest'anno tutto ciò non sarà possibile, i trasferimenti fuori dal proprio comune non sono ancora permessi,  ma comunque domani qualcosa riprende.
Alcune fabbriche riannodano l'attività lavorativa,  alcuni negozi rialzano la saracinesca, poco, ma c'è una lieve riapertura del commercio.
Personalmente devo aspettare, io faccio parte di quella categoria di commercianti che ancora non possono riprendere a lavorare. La ristorazione purtroppo, è considerata una categoria a rischio, il pericolo di contagio è troppo alto e quindi dovrò attendere alcune settimane prima di poter riaprire e ritrovare i miei adorati vecchietti e servir loro il caffè come più gli piace.

Ma intanto un paio di considerazioni le ho fatte anche io. 
Ho messo sulla bilancia le mie priorità,  le mie voglie, le mie necessità.
E sono arrivata alla conclusione che c'è solo una cosa importante, necessaria e indispensabile: LA LIBERTÀ,  quella che godiamo e non ci sembra. L'unico vero privilegio e diritto per il quale dobbiamo lottare e combattere. Il non essere liberi di uscire di casa, di incontrare i propri cari, di non avere la libertà di lavorare, quello è ciò che più mi è mancato. Il non poter decidere liberamente di fare o non fare, ma essere obbligata a rimanere rinchiusa in casa, è stato difficile.
Ma queste sono le mie considerazioni e come buona vicina curiosa, ho chiesto anche ai miei vicini, compagni dei flash moob giornalieri dal balcone:

1 - Cosa vi è mancato di più in questa quarantena?
2 - Qual è la prima o una delle prime cose che farete una volta che si potrà uscire liberamente?

e qui le risposte:

MARCO:
Mi è mancato sicuramente il senso di libertà del muoversi liberamente, e la prima cosa che farò: cercare un lavoro per mantenermi 😂

SABRINA:
La cosa che mi è mancata di più è abbracciare i miei genitori e le persone più care che ho. E' un dolore infinito portargli la spesa e guardarli coperta da una mascherina.
La prima cosa che farò?
Forse non è una sola, ma tante. La prima godermi di più il tempo con le persone che amo perché questa quarantena mi ha fatto riflettere su tante cose, come la lontananza da mamma e papà, dai cugini, parenti. Mi fatto riscoprire il balcone di casa con miei vicini fantastici che anche se sei giù loro ci sono sempre. Spero che anche quando sarà finito tutto potremmo guardarci con gli stessi occhi con cui ci siamo guardato quando ci vedevamo sul balcone a ridere e scherzare 😘

ISABELLA
1. Cosa vi è mancato di più causa quarantena?
Tutte cose che possono sembrare banali, ma che in questo momento particolare, abbiamo capito essere essenziali per noi : un abbraccio, il poter vedere famigliari ed amici, fare lunghe passeggiate, mi è mancato tanto poter andare su alla Torre Delle Castelle . Quando sono un po' giù, vado lì, guardo Gattinara da lontano, il castello di San Lorenzo e tutte le colline intorno...e per assurdo quella' immensità mi fa sentire meno sola.

2. Qual è la prima o una delle prime cose che farete una volta si potrà uscire liberamente? Andare ad una mostra a Milano con un mio amico. Abbiamo già organizzato: mostra, cena e passeggiata in piazza Duomo. Ma in realtà ne ho tante di "prime cose che vorrei fare" ... Vorrei portare mio figlio Zakarya a fare foto in giro, vorrei abbracciare la mia famiglia, le mie amiche Anna, Pamela e Monica, vorrei andare a trovare mio papà al cimitero, vorrei andare dalla parrucchiera a fare la tinta... Vorrei tornare a vivere normalmente, senza paura.

PIERO:
La cosa che mi manca in questa quarantena non poter vedere le persone più care per me e nemmeno abbracciarle. E' bruttissimo, perché ti manca un pezzo del cuore.
Quello che farò appena finisce la quarantena, apprezzare in modo uniforme il tempo con chi amo e a cui voglio bene. Andrò da tutte le persone che voglio bene gli dirò con il cuore in mano: anche se siamo stati lontani il mio cuore si è arricchito di elementi speciali e ora che ci possiamo vedere vi abbraccio e pregherò che tutto questo non accada più

PATRIZIA:
La libertà e fare una passeggiata con mio figlio

JESSICA:
Mia madre e mio fratello❤ e fare una passeggiata in collina.

Questo periodo non è finito, domani si allentano un pochino le restrizioni, ma in sostanza non è assolutamente un ritorno alla normalità. Saranno necessari vari mesi prima che sia così. Intanto io mi godo i miei ultimi giorni di riposo prima di tornare a servire caffè e bianchini al mio circolino, circondata dai miei super vecchietti che hanno tenuto duro, mi hanno chiamata e mi hanno fatto sentire parte della loro vita, raccontandomi i loro noiosi giorni senza la partita a scopa o burraco e quanta voglia hanno di rivedere gli amici ed allontanarsi dalle loro mogli brontolone.

Arrivo ragazzi! Un paio di settimane ancora!

Kly

venerdì 27 marzo 2020

LA VILLA (IL MURATO VIVO) - MAURIZIO CASTELLANI

"La morte non è così tragica.
Tra cent'anni, ciascuno di noi
non ci sarà più."
(Boris Vian)

E di morti ne sa qualcosa il nostro caro Marco Vincenti. Lui e la sua combriccola di "detectiv" si ritrovano sempre impegnati nella risoluzione di qualche caso misterioso.
Quest'ultima sesta avventura ci riporta indietro del tempo, nel lontano 1958 quando vengono rubati tutti i gioielli della Contessa Guadagni e in più il figlio della contessa e il capomastro responsabile dei lavori nella villa, spariscono in circostanze inesplicabili.
Il ritrovamento di un corpo murato vivo durante i lavori di ristrutturazione della villa, riapre il mistero rimasto irrisolto ai tempi e proprio su questo ritrovamento è chiamato ad aiutare alle indagini il nostro Marco e i suoi amici.
La trama ben congegnata ci accompagna pagina dopo pagina alla risoluzione del caso. I personaggi ben definiti, protagonisti della storia, affiancano i nostri già noti Piero, Andrea, Grazia. Ritroviamo la Signora Anna, tornata a Casciana Terme per una sessione di cure termali che non si sottrarrà a dare un aiuto a svelare l'arcano.
Lo stile allegro e leggero di scrittura di Maurizio Castellani, che impasta dialetto toscano e fragranze gastronomiche, caratterizza tutta la peripezia come ormai avviene in ogni suo romanzo.
Anche questa indagine avvincente vi terrà attaccati dalla prima all'ultima pagina. Assicurato!

Link alle mie recensioni a tutte le opere firmate Maurizio Castellani:
➡ GATTA CI COVA (Mistero di Natale all'ombra delle terme)
➡ DELITTO IN SPIAGGIA (Danzando a Porto Pino)
➡ L'IMPICCATO (Una gita a Pienza)

Le indagini del commissario Luschi:

➡ DAKAR (La prima indagine del Commissario Luschi)

Racconto breve ➡ UN AMORE SVUOTATO

Potete trovare tutti i romanzi di Maurizio Castellani in ebook o cartaceo, su Amazon al seguente link ➡ https://www.amazon.it/Maurizio-Castellani/e/B077B8KK2L/ref=sr_ntt_srch_lnk_1?qid=1542318531&sr=8-1



Kly

Questo articolo partecipa al Venerdì del libro su HomeMadeMamma