venerdì 24 maggio 2019

EMOZIONI TRA LE RIGHE - LUISA COLOMBO

Quando due faccette dell'arte si uniscono e si fondono in maniera armoniosa non possono che formare un piccolo capolavoro. È infatti dalla fusione di pittura e di scrittura che nasce "Emozioni tra le righe" di Luisa Colombo, edito da Chiado Book lo scorso febbraio, e il risultato è sicuramente affascinante, intimo e altresì emozionante.
Perché proprio di emozioni tratta questo libro, nato da un progetto di arte-terapia.
Come spiega Luisa nell'introduzione [...] la comunicazione verbale può essere difficoltosa, risulta più semplice quando ci si esprime attraverso la scrittura creativa unita ad una espressione artistica. 
Così è nato questo libro: raccogliendo pagine, scelte a caso da alcuni libri, all'interno delle quali si sono individuate frasi, componendole scegliendo accuratamente alcune parole nel testo, e formando periodi di senso compiuto che evocano emozioni particolari, ma che non hanno nulla a che fare con il testo da cui provengono. Su di esse l'autrice & pittrice ha dipinto alcune immagini che rappresentano al meglio il significato delle parole in evidenza ed infine sulla base di ogni dipinto ha scritto un breve racconto,  un testo. 
Un lavoro che ha richiesto anni di lavoro, ma indubbiamente di grandissimo effetto.
Un libro quindi di racconti, racconti di passione, racconti nei quali i sentimenti affiorano vividi e chiari. Racconti di amanti, di mamme, di donne, che amano, che dimenticano, che ricordano. Ogni racconto breve uno spaccato di vita, accompagnato da una illustrazione indubbiamente di effetto e con una padronanza della tecnica pittorica decisamente magistrale.
Un viaggio emozionale nelle parole, nei sentimenti, nella passione, nell'Amore, ma anche ne "ICdL" ossia I Colori di Luisa, a cui partecipare e in cui ritrovarsi e rispecchiarsi.

Consiglio di seguire Luisa anche su FB -> https://www.facebook.com/luisa.colombo.56 o IG -> https://www.instagram.com/icoloridiluisa/ e partecipare (anche solo virtualmente) ai suoi corsi, conoscerla come insegnante e arte-terapeuta presso il carcere di Bollate, imparare che l'arte è una oasi di colore e tranquillità nella tempesta della vita.




Buona lettura e buona ammirazione.

Kly


Questo articolo partecipa al Venerdì del libro su HomeMadeMamma

Per la  READING CHALLENGE 2019 di TuttoPerTutti questo libro può rientrare nelle categorie: 01 - 04 - 06 - 12 - 17 - 27 o +1

domenica 12 maggio 2019

NO ORDINARY MUM - pensieri e poesia per noi Mamme IMperfette!

È duro il confronto con le mamme petalose, organizzate e super attiviste, emancipate e femministe lavoratrici che ho intorno. Che vanno a lavoro fino al primo accenno di doglie e che ci tornano (magre, magrissime, anemiche) col capezzolo ancora grondante di nettare bianco non per obbligo, ma per scelta perché chissà poi che si pensi che non sono una femmina moderna. Che portano a spasso tutti i giorni i pargoli in carrozza, con pioggia, neve, tifoni tropicali. Che vanno in montagna e a fare shopping, e dal parrucchiere e si truccano la mattina.
Ma io resisto. Sono una mamma punk, nel senso che la casa è un macello, i bavaglini della pupa vengono assaggiati prima dal cane e poi da lei, la gatta dorme sul fasciatoio, le passeggiate solo se ho voglia e ho fatto lo shampoo, tante ore sul divano con la tappa accoccolata sulle tette (e la cana sulle cosce). In pigiama. Coi piatti da mettere in lavastoviglie. E un po' bestemmio e un po' mi commuovo. E un po' mi danno per lavarmi e un po' me ne fotto, perché avrò una vita per truccarmi e dimagrire e depilarmi le ascelle, ma solo un momento, un unico grande momento per quel primo "ghi ga ga" col ditino all'insù.
Quindi, care neomamme che il battesimo organizzato, l'asilo prenotato, l'università scelta, l'estetista in agenda, Bach nella cassa in passeggino, avete vinto, io torno sul mio divano pieno di peli e schizzi di latte... Fatevi una piega anche per me. 
Prosit.

(Maddalena Albarano)





Che poi pure essere figli di ‘ste madri perfette non dev'essere tutto ‘sto carnevale di Rio. Parlo di quelle che “No, il tablet mai, nemmeno dieci minuti a cena fuori mentre mangi la pizza”. Perché: 
a) se a due anni non riesce a stare seduto come un piccolo lord significa che non sei stata in grado di educarlo; 
b) se non sei stata in grado di educarlo allora rinchiuditi in casa oppure paga una baby sitter; 
c) loro si vogliono godere i loro pargoli anche quel quarto d’ora al mese mentre masticano la capricciosa – anvedi l'ansia! -.
Be', sapete cosa vi dico? Io no. Io, a volte, voglio solo godermi il sapore del fungo trifolato mentre lo sminuzzo con i denti e il gusto della Coca Cola fresca che scende nella mia gola, e se dieci minuti di Masha e Orso me lo permettono io sono pronta a produrre ‘sti merdosissimi episodi di tasca mia. Mi metto a fare l’executive producer, mi metto.
La cosa fichissima, poi, di questa categoria di mamme infallibili, è che le trovi in tutti i gruppi Facebook, pronte a sfoggiare tutta la loro perfezione. Se tu dici, ad esempio: “Ah ragazze mio figlio non dorme da sei mesi, sono distrutta”, loro prontamente rispondono: “Io, mai perso una notte! Sai, l’ho abituato così fin da subito” – Eh certo, io invece l’ho abituato a stare in piedi per guardare Marzullo! E quando posti: “Caspita, non mangia niente, non so più come fare!”, loro commentano:  “Il mio ha sempre mangiato tutto, mai avuto questi problemi”; e se poi azzardi: “Non so come togliergli il ciuccio, mi date una mano?”, loro sentenziano: “Il ciuccio?!? Ma interferisce con l'allattamento!”.
Allora mi chiedo: ma un po’ di stikazzi, no? Non ce la vogliamo proprio mettere una briciolina di stikazzi, proprio no? Eddaje, su.
Che poi sono le stesse che danno tutto bio, guai a offrirgli un frollino con l’olio di palma e i giochi solo di faggio vergine delle Dolomiti, al rogo le macchinine telecomandate, e al parco ce li portano vestiti Missoni, con cinque cambi al seguito, e il tablet bruciamolo, e il succo di frutta ma che mi prendi in giro?!, e l’Elimination Communication, e la Montessori, e il cesto dei tesori, e la bottiglia della calma, e la tavola sensoriale, e il box manco cinque minuti per defecare in santa pace, e il girello vabbè nemmeno lo nomino, e l’allattamento esclusivo fino al 1586esimo mese di vita, e la bambola di pezza, e gli omogeneizzati mai, e il cotone organico e l’inci verdissimo e il Bimby ultimo modello e l’acqua dalle sorgenti di alta quota e Steiner e lo zucchero di canna integrale e il dou dou di canapa grezza e l'alto contatto e il co spleeping e la fascia ad anelli e il marsupio ergonomico e STOKAZZO CANTANTE NO?!?
Che poi, a me, tutta ‘sta perfezione, non è che mi sconfinferi fino in fondo. Perché la felicità passa anche attraverso una macchia di sugo sulla maglietta, un sorriso sporco di cioccolata, la merendina industriale occasionale, il tablet se usato con misura, l’errore, la voce che a volte inevitabilmente si alza, una regola infranta, un capriccio al momento sbagliato, un compromesso, se questo ti aiuta a risolvere una situazione perniciosa. La felicità passa attraverso le risate, le trecce sbilenche, i piedi neri di terra, i pannolini pieni di sabbia, le considerazioni inopportune, lo sgarro alimentare, un bagnetto rimandato a domani, il video su YouTube, la bugia a fin di bene, la cacca in solitaria, la puntata di “Paw Patrol” mentre cucini, una cena mangiata in piedi, una patatina fritta – ops! – presa con le mani – ops! – davanti la tv – ops! -.
La felicità passa attraverso la vita, e la vita vera, quella di tutti i giorni, è piena di imperfezioni.
Il resto sono solo chiacchiere. Inutili chiacchiere da isola che non c’è.

(Stefania Russo - dal web)

Alle mamme,
quelle che sono papà.
A quelle che non sanno mai se è un buon lavoro quello che fanno,
quando una sgridata è troppa e due concessioni sempre poche.
A quelle che finiscono di lavorare e hanno ancora tutto da fare,
a quelle che non lavorano e portano addosso il peso dello sguardo ironico della gente:
"Beata te", come facessero tutto loro.
A quelle che non sanno dire di no,
a quelle che guardano l'orologio della cucina aspettando un rientro ritardatario.
A quelle delle notti sveglie tra latte e pannolini,
a quelle vigili anche mentre dormono.
Mamme di termometri che si fanno odiare e di mani sulle fronti,
di fazzoletti in tasca e crackers sbriciolati in fondo alle borse.
A quelle sedute sul water con i bambini intorno come fosse un comizio,
a quelle che quando sentono silenzio sanno che come minimo,
troveranno il figlio con la testa dentro la lavatrice.
A quelle che si fermano a parlare fuori da scuola,
a quelle di corsa che i figli li lanciano in aula dal finestrino.
A quelle che partecipano a tutte le riunioni e a quelle che non sanno se quella è la maestra o la bidella.
A quelle che urlano sfogandosi e a quelle che tengono tutto dentro, che salutiamo ricoverate in psichiatria.
A quelle che fanno fare sport e a quelle che salto in lungo sul divano e tutti a dormire.
A tutte.
Perché ogni mamma è un mondo a sè.
Perché l'unico modo giusto di crescere un figlio è quello che ogni mamma fa a modo suo.
Che sia oggi, Domenica o quando vogliate:
voi celebratela ogni giorno, vostra madre.
Se c'è abbracciatela forte, chiamatela, perdonate gli sbagli.
Se non c'è, scolpitela nel cuore, che viva nitida nei ricordi.
Se non c'è mai stata non disperate,
mamma è qualunque cosa vi faccia sentire a casa.
A tutte le mamme auguri,
che siate benedette sempre splendide creature!
Al mondo state certi che ci sarà sempre qualcuno che vi ama più della propria vita:
anche quando sarà troppo adulto per dirvelo.

(dal web)

venerdì 10 maggio 2019

MILANO DA LEGGERE 2019 - FUMETTI - GRAPHIC NOVEL

Per il quarto anno di seguito il consorzio delle biblioteche di Milano mette a disposizione dei libri da scaricare gratuitamente. Libri che hanno come ambientazione Milano o scritti da autori milanesi.
Quest'anno si tratta di fumetti e graphic-novel.
Scaricabili gratis fino al 30 giugno.

Qui: 

https://milano.biblioteche.it/milanodaleggere


Denny

lunedì 6 maggio 2019

7 DAYS IN NEW YORK - LE MIE IMPRESSIONI by Denny

Durante le vacanze pasquali sono andata a New York con la mia famiglia. 
Pensavo di andare a scoprire una nuova città ma fin da subito ho compreso che mi stavo ingannando. Non stavo scoprendo una nuova città ma riscoprendo una città già nota, conosciuta, fin nei particolari.
New York non è una sorpresa perché da anni è sotto i nostri occhi soprattutto attraverso film e serie TV. Tutti noi l'abbiamo vista in tutta la sua grandezza, in ogni stagione e in ogni epoca.
Il turista medio che ha la possibilità di visitarla dal vivo è alla ricerca non di sorprese, ma di conferme. E noi non abbiamo fatto eccezione.
Subito appena uscita dalla metropolitana in arrivo dal J.F.K. Airport, vedendo le strade, i palazzi altissimi, i taxi e la frenesia della gente, ho esclamato compiaciuta: << È proprio tutto uguale a come si vede nei film! >>. Sensazione che non mi ha abbandonato per sette giorni.
Abbiamo visitato i luoghi da cartolina, passeggiato lungo le vie cercando i tipici idranti a fungo ed emozionandoci al passaggio di uno scuolabus giallo. Abbiamo cercato la caserma dove è stato girato il film Ghostbsters e pensato a quanti film ha fatto da set la Grand Central Station. Dopo averne sentito tanto parlare non potevamo non assaggiare la pizza pepperoni e gli spaghetti con le polpette.
Il turista che ha pochi giorni a disposizione vuole conferme a ciò che già sa, fare esperienze dirette di ciò che ha visto in tv, e non resta deluso.
Proprio perché tutto è già noto, New York fa sentire il turista come in famiglia, come a casa. Tra l'altro è una città enorme, cosmopolita e libera a cui non frega niente da dove vieni, di che colore sei, che lingua parli, chi preghi, chi ami o come ti vesti. Se hai passato i rigidi controlli all'aeroporto sei il benvenuto. Punto!
Gli abitanti sono disponibili e accoglienti.
Le uniche cose a cui il turista italiano in particolare fatica ad adattarsi sono la tassa da aggiungere ai prezzi e l'obbligo di lasciare una generosa mancia.
Però a guardare bene New York è anche la città dei contrasti: dei palazzi antichi affiancati a quelli ultramoderni, delle limousine che passano noncuranti accanto agli homeless, delle strade lerce mentre Central Park è tirato a lucido, dell'acqua che costa più della Pepsi Cola, di un cheseburger che costa meno di un po' di frutta di stagione, dei contenitori di plastica o cartone usati per tutto e onnipresenti contro una raccolta differenziata rarissima (ho visto homeless raccattare bottiglie di plastica e lattine dalla spazzatura, probabilmente per guadagnare qualche spicciolo, e per questo, involontariamente fare molto di più di molti neworkesi).
La grande mela è una città sporca, a tratti maleodorante, affollata, caotica, rumorosa dove a Manhattan il suono più frequente è quello di una sirena. Sia della Police, dei Vigili del Fuoco o di un ambulance poco conta.
Eppure nonostante i lati negativi è una città che si lascia amare e che regala al turista un'esperienza indimenticabile. O almeno per me è stato così.



Se devo indicare ciò che più mi ha colpita tra le cose fatte e viste in questi 7 giorni, scelgo l'essere andata ad ascoltare un coro gospel. Le voci all'unisono da palco e platea mi hanno molto emozionato. ➡(www.brooklyntabernacle.org)


I miei ragazzi invece hanno particolarmente apprezzati la partita di baseball dei New York Yenkees allo Yenkees Stadium (ci sarebbe da fare un capitolo a parte su come la stragrande maggioranza degli americani vivono gli eventi sportivi cioè più per passare il tempo e mangiare che per veder la partita).

In conclusione... anch'io... I ❤ NY



Denny