Durante le vacanze pasquali sono andata a New York con la mia famiglia.
Pensavo di andare a scoprire una nuova città ma fin da subito ho compreso che mi stavo ingannando. Non stavo scoprendo una nuova città ma riscoprendo una città già nota, conosciuta, fin nei particolari.
Pensavo di andare a scoprire una nuova città ma fin da subito ho compreso che mi stavo ingannando. Non stavo scoprendo una nuova città ma riscoprendo una città già nota, conosciuta, fin nei particolari.
New York non è una sorpresa perché da anni è sotto i nostri occhi soprattutto attraverso film e serie TV. Tutti noi l'abbiamo vista in tutta la sua grandezza, in ogni stagione e in ogni epoca.
Il turista medio che ha la possibilità di visitarla dal vivo è alla ricerca non di sorprese, ma di conferme. E noi non abbiamo fatto eccezione.
Subito appena uscita dalla metropolitana in arrivo dal J.F.K. Airport, vedendo le strade, i palazzi altissimi, i taxi e la frenesia della gente, ho esclamato compiaciuta: << È proprio tutto uguale a come si vede nei film! >>. Sensazione che non mi ha abbandonato per sette giorni.
Abbiamo visitato i luoghi da cartolina, passeggiato lungo le vie cercando i tipici idranti a fungo ed emozionandoci al passaggio di uno scuolabus giallo. Abbiamo cercato la caserma dove è stato girato il film Ghostbsters e pensato a quanti film ha fatto da set la Grand Central Station. Dopo averne sentito tanto parlare non potevamo non assaggiare la pizza pepperoni e gli spaghetti con le polpette.
Il turista che ha pochi giorni a disposizione vuole conferme a ciò che già sa, fare esperienze dirette di ciò che ha visto in tv, e non resta deluso.
Proprio perché tutto è già noto, New York fa sentire il turista come in famiglia, come a casa. Tra l'altro è una città enorme, cosmopolita e libera a cui non frega niente da dove vieni, di che colore sei, che lingua parli, chi preghi, chi ami o come ti vesti. Se hai passato i rigidi controlli all'aeroporto sei il benvenuto. Punto!
Gli abitanti sono disponibili e accoglienti.
Le uniche cose a cui il turista italiano in particolare fatica ad adattarsi sono la tassa da aggiungere ai prezzi e l'obbligo di lasciare una generosa mancia.
Le uniche cose a cui il turista italiano in particolare fatica ad adattarsi sono la tassa da aggiungere ai prezzi e l'obbligo di lasciare una generosa mancia.
Però a guardare bene New York è anche la città dei contrasti: dei palazzi antichi affiancati a quelli ultramoderni, delle limousine che passano noncuranti accanto agli homeless, delle strade lerce mentre Central Park è tirato a lucido, dell'acqua che costa più della Pepsi Cola, di un cheseburger che costa meno di un po' di frutta di stagione, dei contenitori di plastica o cartone usati per tutto e onnipresenti contro una raccolta differenziata rarissima (ho visto homeless raccattare bottiglie di plastica e lattine dalla spazzatura, probabilmente per guadagnare qualche spicciolo, e per questo, involontariamente fare molto di più di molti neworkesi).
La grande mela è una città sporca, a tratti maleodorante, affollata, caotica, rumorosa dove a Manhattan il suono più frequente è quello di una sirena. Sia della Police, dei Vigili del Fuoco o di un ambulance poco conta.
Eppure nonostante i lati negativi è una città che si lascia amare e che regala al turista un'esperienza indimenticabile. O almeno per me è stato così.
Se devo indicare ciò che più mi ha colpita tra le cose fatte e viste in questi 7 giorni, scelgo l'essere andata ad ascoltare un coro gospel. Le voci all'unisono da palco e platea mi hanno molto emozionato. ➡(www.brooklyntabernacle.org)
I miei ragazzi invece hanno particolarmente apprezzati la partita di baseball dei New York Yenkees allo Yenkees Stadium (ci sarebbe da fare un capitolo a parte su come la stragrande maggioranza degli americani vivono gli eventi sportivi cioè più per passare il tempo e mangiare che per veder la partita).
Se devo indicare ciò che più mi ha colpita tra le cose fatte e viste in questi 7 giorni, scelgo l'essere andata ad ascoltare un coro gospel. Le voci all'unisono da palco e platea mi hanno molto emozionato. ➡(www.brooklyntabernacle.org)
I miei ragazzi invece hanno particolarmente apprezzati la partita di baseball dei New York Yenkees allo Yenkees Stadium (ci sarebbe da fare un capitolo a parte su come la stragrande maggioranza degli americani vivono gli eventi sportivi cioè più per passare il tempo e mangiare che per veder la partita).
In conclusione... anch'io... I ❤ NY
Denny
Mi hai molto incuriosita. E' una città che non ho ancora visitato ma dove vorrei andare.
RispondiEliminaE, in effetti, sembra di conoscerla già un po' visto che appare tantissime volte in film e teleflm.
Grazie per averci portato in viaggio con te attraverso queste foto.
Un abbraccio
Maria