Quando una squadra perde un suo componente è un vero trauma, ma quando una squadra intera è spazzata via improvvisamente allora non c'è sollievo ne' pace possibile e neanche il passare degli anni può mitigare il dolore. Sono già passati 65 anni dalla più grande tragedia calcistica di tutti i tempi.
I veri tifosi granata, da sempre una delle tifoserie più attaccate ai propri colori e ai propri calciatori, pronta sempre e dovunque a sostenere la squadra, oggi omaggia il Grande Torino, ma il ricordo è vivo ogni singolo giorno da quel fatidico 04 maggio 1949 quando l'aereo su cui viaggiava tutta la squadra al rientro da una partita amichevole con il Benfica, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga, che sorge sulla omonima collina torinese, causa un errore del pilota dovuto al bruttissimo tempo che imperversava su Torino quel fatidico pomeriggio.
Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana, perirono i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani.
LE VITTIME DELLA TRAGEDIA:
Giocatori
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Dirigenti
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Allenatori
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Giornalisti
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Equipaggio
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Valerio Bacigalupo
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Arnaldo Agnisetta
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Egri Erbstein
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Renato Casalbore
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Pierluigi Meroni
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Aldo Ballarin
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Ippolito Civalleri
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Leslie Lievesley
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Renato Tosatti
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Celeste D’Inca
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Dino Ballarin
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Andrea Bonaiuti
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Osvaldo Cortina
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Luigi Cavallero
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Cesare Biancardi
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Émile Bongiorni
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Antonio Pangrazi
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Eusebio Castigliano
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Rubens Fadini
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Guglielmo Gabetto
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Ruggero Grava
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Giuseppe Grezar
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Ezio Loik
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Virgilio Maroso
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Danilo Martelli
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Valentino Mazzola
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Romeo Menti
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Piero Operto
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Franco Ossola
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Mario Rigamonti
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Julius Schubert
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I tifosi commentano:
- FABIO D.G. - Quando conobbi la Leggenda Granata ero ancora un bambino, in
gita scolastica sul colle di Superga andammo a far visita ai Campioni nel punto
dove il destino li rese Immortali. Se non ricordo male quel giorno ero l’unico
tifoso del Toro. Fui il solo a soffermarmi davanti alla lapide, a leggere quei
nomi impressi nel marmo e promisi a me stesso che sarei tornato a fargli
visita. Nel corso degli anni son tornato spesso a rendergli omaggio, da solo, con
la famiglia, con amici, prima o dopo una partita, più volte ho riletto quei nomi e
nel tempo ho letto e appreso delle gesta di quei ragazzi, le loro imprese
facevano il giro del mondo, la maglia granata era temuta dagli avversari,
rispettata dagli avversari, onorata in ogni angolo della terra che si parlasse e
non di calcio. Ero sempre più fiero di essere Granata, di avere nel sangue
questi colori, di appartenere al Toro!!! Il 4 maggio è la giornata più triste
della nostra storia ma è anche la più importante, li dove si è fermata la storia
è cominciata la leggenda degli Invincibili che solo il destino poté sconfiggere...
Gli ultimi anni di questa gloriosa maglia sono stati molto bui, tante, troppe
amarezze, delusioni, stagioni intere derisi e condannati, ma sempre
insieme, sempre uniti, pronti a non mollare mai, proprio come Capitan Valentino e
i suoi compagni che nel momento più critico tirava su le maniche e dava
l’incornata finale. Passano giocatori, passano i presidenti, passano gli anni ma
la maglia granata resta sempre nel cuore, nel sangue, nella mente e nei
ricordi. Quei ragazzi non giocavano solo a calcio davano anche una speranza
negli anni della guerra, non erano giocatori strapagati viziati, erano persone
comuni con un grande cuore....GRANATA!!!
- CARMINE O. - Sin dall'età di circa 10 anni inizia ad interessarsi di calcio. Abita in periferia nord di Torino, sono tutti meridionali tifosi delle squadre di origine e i giovani tifano Juve. Lui un po' per i colori della Reggina (di cui era tifoso suo padre), sia per essere di una opinione fuori dal branco, tifa Toro. Alle superiori esce da scuola e va al Filadelfia a vedere gli allenamenti del Toro, intanto si documenta sulla storia e si appassiona sempre di più alla squadra. Il Grande Torino e' una delle squadre più antiche della storia, va sovente a visitare il monumento di Superga e scopre che come lui ci sono molti giovani che tifano Toro! Pensa che quando nasci tifoso del Toro, nonostante dove abiti, chi frequenti, devi avere una tua idea, un tuo ideale che ti rappresenta, anche se in alcuni momenti bui del Toro tutto scendono verso il mare e ti trovi solo a risalire la corrente. Negli anni tanti cambiano squadra, ma lui no, sarà sempre un vero tifoso torinista!!!!
- ANDREA R. - Da vero granata penso che tifare Torino sia uno stato d'animo uno stile di vita. Chi non ha fede in questa squadra e chi la vive da fuori non può capire, sembriamo diversi, sfiduciati però inattaccabili dalle farse e dalla menzogne. Il Grande Torino e i suoi tifosi a confronto della vecchia signora, non voglio disdegnare una grande squadra, SONO ONESTI.
- MATTEO O. - Penso che anche se non sempre in questi anni sia stato in serie A non bisogna voltargli le spalle, anzi bisogna incitarli e far sentire che ci siamo e che crediamo in loro, andando allo stadio tutte le volte che possiamo; io nel mio piccolo sto coinvolgendo diversi amici che giocano a calcio ma non hanno un'idea di squadra definitiva un po' tifano di qua un po' di la; racconto loro la tenacia dei giocatori e fino ad adesso sono riuscito a convincerne 4!!!
- LEANDRO C. - sono trascorsi 65 anni e il ricordo in noi tifosi e non solo è ancora vivo , un ricordo indelebile il ricordo degli invincibili del grande torino...IMMORTALI DA 65 ANNI...IMMORTALI PER SEMPRE...
ONORE AGLI EROI....
Superga 04 maggio 2014 |
Kly
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