Ayrton Senna da Silva (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994)
Sembra ieri, le testate di tutti i giornali stampavano la notizia della tua morte a lettere cubitali. Incredibile eppure certo. Non c'eri più, non avresti più corso nessun GP, nessuna Pole da conquistare, nessun giro più rapido... per lo meno non su una monoposto.
Sembra ieri, le testate di tutti i giornali stampavano la notizia della tua morte a lettere cubitali. Incredibile eppure certo. Non c'eri più, non avresti più corso nessun GP, nessuna Pole da conquistare, nessun giro più rapido... per lo meno non su una monoposto.
A volte dimentico l'incidente e penso solo che tu sia felicemente ritirato dalle competizioni e che circondato dall'amore delle tua famiglia e dei tuoi fans tu ti stia godendo il meritato riposo. Poi mi riprendo e ricordo.
Circuito di Imola, ore 14:17, 7º giro, il secondo dopo la ripartenza dietro la safety car (entrata a causa di un incidente tra J.J. Lehto e Pedro Lamyi), sei uscito di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. La macchina ormai ingovernabile, la frenata inutile e lo schianto contro il muro.
L'impatto è tremendo, la parte anteriore destra della monoposto completamente distrutta, il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetra nella visiera del tuo casco causando lo sfondamento della regione temporale destra e provocandoti gravissime e fatali lesioni.
La speranzosa corsa in elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna, il ricovero nel reparto di rianimazione, dove ogni sforzo per salvarti la vita fu vano. Spirasti alle 18:40, a soli 34 anni, senza aver mai ripreso coscienza, senza mai essere cosciente di quello che ti era appena successo.
Ebbene sarebbe facile adesso ricordare solo i tuoi successi, 162 GP disputati dei quali ne hai vinti 41, hai ottenuto 80 podi e sei partito 65 volte il Pole Position e hai registrato 19 giri veloci...numeri, solo numeri che fanno di te un Campione sull'asfalto.
Ma c'è l'altra verità che pochi sanno, sei stato si un maestro alla giuda di una monoposto, ma sei stato soprattutto un uomo dai principi e dai valori morali ben saldi, profondamente religioso, tanto che portavi sempre con te una copia dell Bibbia e prima di ogni partenza ne leggevi un brano. Nel 1988 hai dichiarato di aver visto Dio accanto a te durante lo schieramento per il GP del Giappone. E Dio sicuramente c'e stato sempre al tuo fianco, anche quando ha voluto strapparti a questa vita terrena.
Ma sei stato anche un grande benefattore nell'ombra, hai sempre tenuto nascosto il fatto che una parte dei tuoi incassi li hai sempre donati ai meno abbienti e che attualmente grazie alla tua Fondazione Ayrton Senna i ragazzi brasiliani con scarse possibilità economiche possono studiare e sviluppare le loro abilità e talenti.
Grazie Ayrton, grazie di tutto.
Ah...manchi tanto quaggiù...
Grande lettera per un GRANDE CAMPIONE, peccato che l'ho apprezzato davvero, solo quando ho conosciuto Ayrton "l'uomo" dopo la sua morte, fino a quel punto non era tra i miei preferiti dell'epoca, anzi, avvolte mi pareva anche antipatico perché vinceva sempre lui, non dando spazio agli altri, ma si sa, i media spesso esaltano solo una parte di un personaggio pubblico come lui, facendolo apparire pedante, pieno di se, "voglio tutto io", mentre la verità era tutt'altra. Lui non correva per i soldi, ne per la gloria vera e propria, ma per se stesso, per battere se stesso e migliorarsi ogni giorno di più, se poi questo gli ha portato fama e denaro, questo era un di più. Persone come lui, così appassionati per ciò che fanno, lo continuano a fare fino alla morte, con l'uscita dal circus uno come lui non si sarebbe messo a fare il "fico" a Montecarlo e vivere di rendita, questi sono uomini che continuano a correre, anche per puro piacere...
RispondiEliminaCiao Hyperformance71,
Eliminatroppo spesso come ben dici, i media ci fanno vedere solo una parte di qualsiasi notizia o personaggio. Ayrton comunque non ha mai voluto vendere la sua vita privata e neanche la sua faccetta benefattrice, anzi l'ha mantenuta alquanto nascosta per evitare che su questo i giornalisti e i mezzi di comunicazione ricamassero la loro personale versione. Adesso conosciamo e sappiamo quanto bene ha fatto e continua a fare grazie alla sua fondazione per i bambini più bisognosi del Brasile, è un esempio che dovrebbero prendere un po' tutti ognuno come può.
Grazie di essere passato nel mio angolino.
Buona serata!