mercoledì 26 febbraio 2014

IL GATTO VAGABONDO

Un gatto selvatico che non aveva padrone gironzolava mesto per un quartiere elemosinando del cibo. Si lamentava e con il suo miagolio attirava a sé l'attenzione dei passanti, ma a nessuno veniva in mente che quel gatto avesse fame. 
Dopo tanto peregrinare, verso sera, capitò in un vicolo cieco, una stradina stretta e buia rischiarata solamente da un grande lampione. Si accovacciò sul ciglio della strada ormai distrutto e stanco dal continuo girovagare. Si stava appisolando quando le sue narici si dilatarono: un odore intenso di buon cibo si diffondeva nell'aria e ben presto tutto il vicolo ne fu impregnato.
Il gatto curvò la schiena, si stiracchiò, si drizzò sulle zampe e cominciò ad annusare curiosamente intorno. A furia di annusare arrivò al cortile di una abitazione, una finestra era aperta ed il buon odore proveniva proprio da lì. La finestra era bassa e dopo tanti tentativi il gatto riuscì a saltare all'interno della casa. 
Lo accolse una grande tavola imbandita di ogni sorta di alimenti, vi erano: prosciutto affumicato, salumi vari in quantità, bistecche cotte alla griglia, spiedini arrostiti e salsicce ancora fumanti. Il felino si leccò i baffi, adocchiò un piatto e con un rapido scatto fu ben presto sulla tavola con i denti affondati nelle bistecche. 
Dopo essersi rimpinzato a dovere scese dal tavolo e si accomodò sulla cenere calda del caminetto che era lì vicino e vi si addormentò profondamente. Il sonno gli portò visioni bellissime, vedeva cibo in quantità: ciotole di latte appena munto, vassoi colmi di pesce dorato al forno e anche soffici cuscini per potersi riposare, nel sogno era visibilmente felice.
Ma la sua pace fu di breve durata, un grido lancinante gli sfiorò le orecchie, la padrona di casa entrando nella stanza inveiva contro il malfattore che aveva deturpato la sua tavola.
Il gatto si destò di soprassalto terrorizzato, con rapido scatto felino saltò la finestra e guadagnò ben presto la strada, pensando fra se: "Meglio rincorrere lucertole e cacciare topi che prendere un tale spavento!"
Da quel giorno il gatto vagabondo preferì la sua solita vita nomade, scomoda ma tranquilla, piuttosto che una vita agiata ma agitata. Si convinse che la propria indipendenza era più importante di tutte le bistecche alla griglia e di tutte le salsicce fumanti di questo mondo.


MORALE: Conta di più una vita povera e tranquilla che una vita ricca ed agitata.


Milano, 1976

Nonna Mariuccia

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