giovedì 20 febbraio 2014

IL CONIGLIO PRIGIONIERO

Un contadino possedeva una grande fattoria e una vasta tenuta agricola con campi coltivati a grano e a frumento.
Nella sua fattoria vi erano molti animali da cortile: tacchini, galline, conigli, oche, anatre e inoltre vi era una grande stalla  con mucche, tori, buoi.
Il contadino non trascurava il suo bestiame, non dimenticava di accurdirli nella pulizia e nella distribuzione del cibo.
Nonostante ciò un coniglio bello e vispo nella sua conigliera stava a disagio ed aspirava prima o poi alla libertà. Ma ahimè, non sapeva come fuggire e di lamentava e confidava i suoi propositi di evasione agli uccelli che si posava sulla sua conigliera.
Un giorno gli uccelli, che facevano come di consueto visita al coniglio rimasero turbati dalle  condizioni fisiche dell’animale.
Egli infatti deperiva a vista d’occhio, non aveva più interessi per il mondo che lo circondava, rifiutava il cibo e bramava soltanto alla vita spensierata e libera.
Gli uccelli della campagna si riunirono tutti in consiglio e dopo un breve dibattito decisero che tutti insieme sarebbero volati sulla vetta più alta della vicina montagna per chiedere aiuto alla loro sovrana: l’Aquila Reale.
Volarono nell’immensità celeste per giorni finchè arrivarono a destinazione. Li accolse un falco che faceva da sentinella sulle alture del monte e li accompagnò al cospetto dell’Aquila Reale.
Ella ascoltò compita e dignitosa il racconto che gli uccelli fecero del loro amico coniglio e dopo matura riflessione decise che avrebbe aiutato il coniglio alla ricerca della libertà tanto sospirata.
L’Aquila chiamò a se i suoi sudditi più forti e capaci: falchi, aquilotti, corvi e con loro organizzò una spedizione alla volta della fattoria del contadino.
Quando vi giunsero tutti assieme con il loro robusto becco e gli artigli rapaci cercarono di sollevare il coperchio della conigliera dando libertà al povero coniglio smarrito e depresso, poi si alzarono in volo per il ritorno e con le loro ali spiegate davano al cielo riverberi multicolori come tanti ventagli sospinti dal vento.
Il coniglio commosso e felice vagò per la campagna ad assaporare la buona terra, il muschio odoroso, saltando con i suoi saltelli gli uccelli e ringraziandoli con la sua vivacità ritrovata.


MORALE: Non c’è cosa più grande della libertà.


Milano 1976

Nonna Mariuccia

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