Un
contadino possedeva una grande fattoria e una vasta tenuta agricola con campi
coltivati a grano e a frumento.
Nella
sua fattoria vi erano molti animali da cortile: tacchini, galline, conigli,
oche, anatre e inoltre vi era una grande stalla
con mucche, tori, buoi.
Il
contadino non trascurava il suo bestiame, non dimenticava di accurdirli nella
pulizia e nella distribuzione del cibo.
Nonostante
ciò un coniglio bello e vispo nella sua conigliera stava a disagio ed aspirava
prima o poi alla libertà. Ma ahimè, non sapeva come fuggire e di lamentava e
confidava i suoi propositi di evasione agli uccelli che si posava sulla sua
conigliera.
Un
giorno gli uccelli, che facevano come di consueto visita al coniglio rimasero
turbati dalle condizioni fisiche
dell’animale.
Egli
infatti deperiva a vista d’occhio, non aveva più interessi per il mondo che lo
circondava, rifiutava il cibo e bramava soltanto alla vita spensierata e
libera.
Gli
uccelli della campagna si riunirono tutti in consiglio e dopo un breve
dibattito decisero che tutti insieme sarebbero volati sulla vetta più alta
della vicina montagna per chiedere aiuto alla loro sovrana: l’Aquila Reale.
Volarono
nell’immensità celeste per giorni finchè arrivarono a destinazione. Li accolse
un falco che faceva da sentinella sulle alture del monte e li accompagnò al
cospetto dell’Aquila Reale.
Ella
ascoltò compita e dignitosa il racconto che gli uccelli fecero del loro amico
coniglio e dopo matura riflessione decise che avrebbe aiutato il coniglio alla
ricerca della libertà tanto sospirata.
L’Aquila
chiamò a se i suoi sudditi più forti e capaci: falchi, aquilotti, corvi e con
loro organizzò una spedizione alla volta della fattoria del contadino.
Quando
vi giunsero tutti assieme con il loro robusto becco e gli artigli rapaci
cercarono di sollevare il coperchio della conigliera dando libertà al povero
coniglio smarrito e depresso, poi si alzarono in volo per il ritorno e con le
loro ali spiegate davano al cielo riverberi multicolori come tanti ventagli
sospinti dal vento.
Il
coniglio commosso e felice vagò per la campagna ad assaporare la buona terra,
il muschio odoroso, saltando con i suoi saltelli gli uccelli e ringraziandoli
con la sua vivacità ritrovata.
MORALE:
Non c’è cosa più grande della libertà.
Milano
1976
Nonna
Mariuccia
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