Una bimba di nome Liliana, ma la mamma la chiamava dolcemente Lilli.
Una notte si addormentò nel suo lettuccio caldo e cominciò a sognare.
La sua mente corse al mare, vedeva le onde lambire la spiaggia e il cielo chino all'orizzonte confondersi con l'azzurro del mare. Era molto bello il silenzio intorno, rotto solo dal rumoreggiare delle acque.
Tutta raccolta sulla riva lasciava che i suoi piedini nudi si bagnassero, mentre assorta pensava giocando con la sabbia.
Ad un tratto alzò il viso e vide a riva una barchetta, che si dondolava sull'acqua, vi salì sopra e disse:
- Mi piacerebbe fare un lungo viaggio.
Prese i remi e cominciò a remare, lentamente la barchetta prese il largo e scomparì all'orizzonte.
Lilli in alto mare nella dolce quiete del silenzio si faceva cullare dalla barca, felice, libera come non era mai stata.
Il mare era calmo, tranquillo, la barchetta navigava, navigava, Lilli si addormentò mentre la barca navigava sempre più lontano, navigò tutta la notte.
Si svegliò improvvisamente, il suo vestitino era inumidito dai flutti di mare che battevano sulla barchetta ferma, l'imbarcazione aveva toccato la costa, era arrivata ad un'isola.
Lilli si stiracchiò e stropicciò gli occhi:
- E' giorno - si disse.
Il sole splendeva superbo dando riverberi d'argento all'acqua.
Scese dalla barca, la tirò a riva e s'incamminò.
I suoi piedi nudi affondavano nella sabbia morbida finissima.
L'isola era di fronte a lei, piena di vegetazione: gli alberi avevano colori dell'arcobaleno, Lilli vi si addentrò, ma con sua grande sorpresa si accorse che la strada era fatta di cioccolato ed i sassi erano confetti multicolori, gli alberi avevano il tronco ed i rami di liquirizia e le foglie di caramella, gli uccelli erano di marzapane, le casette intorno erano di torrone con finestrelle di gelatina trasparente e nel prato c'erano splendide margherite di zucchero.
Lilli era lì tutta assorta ed incantata quando una voce la fece sussultare:
- Chi ti ha condotto nella mia isola? Come sei venuta a conoscenza dell'isola dei dolci'
- Nessuno me ne ha parlato, la mia barchetta mi ha condotta qua mentre dormivo. - rispose la bimba, intanto osservava con curiosità la signora che le stava ormai di fronte.
Era molto bella anche se i suoi capelli erano fatti di panna montata e la veste di zucchero filato, calzava sandali intrecciati di stringhe di liquirizia e portava al collo una collana di frutti canditi.
- Come ti chiami? - le chiese la signora.
- Lilli - rispose la bambina.
- Lilli, io sono la signora assoluta dell'isola, tutto quello che tu vedi mi appartiene, vivo là in quel castello in cima alla collina, per intanto che ti fermerai qui sarai mia ospite.
La signora dell'isola che era una fata la condusse a visitare l'intera isola.
Lilli vide un orto bellissimo, dove le piante davano mele, pere, ciliegie, pesche candite, una vera meraviglia.
Attraversarono un ponte meraviglioso, incastonato di lamponcini, limoncini e more e sotto scorreva un fiume di crema morbida che invitava ad assaggiare.
I giardini stupendi con fiori di bom-bons di tutti i colori e di tutti i gusti.
La fata dei dolci la condusse finalmente al suo castello, Lilli ne rimase incantata ed immobile. Come era bello!
Il castello era rotondeggiante come uova di cioccolato e le torri,, tante torte variopinte nei gusti; sembravano proprio squisite!
Lilli con l'acquolina in bocca non toccava nulla e ola fata le disse:
- Ti piacerebbe vivere qui con me? -
- Oh!! Sarebbe molto bello, un sogno. - rispose la bambina - ma a casa mi aspettano. -
- Se vuoi puoi rimanere, mi farai compagnia e potrai mangiare tutte queste delizie. -
- Certo, mi piacerebbe, ma a casa la mamma mi attende. -
- Dunque farai ritorno? - domandò la signora.
- Si! - rispose decisa la bimba.
La fata allora preparò un cesto meraviglioso, pieno di dolci di ogni sorta di gusto e la donò a Lilli augurandole buon viaggio, poi aggiunse di non dire a nessuno dell'esistenza dell'isola e di portare il cesto alla sua mamma così come glielo aveva dato, senza toccare quello che conteneva.
La bambina promise e percorse la strada che scendeva alla riva, dove l'aspettava la sua barchetta.
Depose il cesto dei dolci sul fondo di essa, la spinse nell'acqua e vi salì sopra, cominciò a remare, prese il largo e navigò sulla rotta del ritorno.
La barchetta scivolava sull'acqua velocemente, Lilli pensava felice quando un pesciolino la richiamò.
- Aiuto! Aiuto! -
- Perché strilli così? - gli chiese Lilli
Il pesciolino turbato e confuso raccontò:
- Io e tutta la mia famiglia stiamo morendo di fame, non riusciamo a trovare del cibo per sopravvivere, quello che il mare offre lo mangiano i pesci più grossi e se non stiamo attenti mangiano anche noi. Dammi un po' di cibo! - supplicò il pesciolino.
Lilli disse:
- Io non ho cibo! Ho solo il cesto di dolci che la fata dell'isola mi ha donato, non è cibo adatto a te.
Il pesce continuò:
- Quando si muore di fame, si mangia di tutto per sopravvivere, ti prego dammi da mangiare.
Lilli aprì il cesto e sbriciolò al pesce tre belle pesche candite, il pesce mangiò e chiamò a se la sua famiglia, tutti mangiarono a sazietà, poi si tuffarono sott'acqua e sparirono.
Lilli continuò il suo viaggio tranquilla, quando si accorse che alcuni gabbiani la seguivano, la bambina li guardava meravigliata, ma il gabbiano più bello le volò vicino dicendole:
La bimba fece mangiare ai gabbiani tutti i dolci del cesto, cosicché non ne rimasero più.
- Pazienza. - sospirò Lilli, porterò alla mamma il cesto vuoto.
Era ormai arrivata a destinazione, la riva era lì che l'attendeva, la bambina remò fino ad essa, scese dalla barca e prese il cesto, ma un cane randagio che passava sulla spiaggia, glielo strappò bruscamente e si mise ad annusarlo e a giocare con il cesto fino a distruggerlo completamente.
- Che peccato! - sussurrò Lilli - Nemmeno il cesto mi è rimasto, pazienza! Racconterò alla mamma dell'isola, delle delizie che ci sono e della fata dai capelli di panna montata. -
In quel preciso momento un raggio di sole filtrò dalla finestra e si posò sul lettino di Lilli.
La bimba si destò mormorando:
- Che bel sogno ho fatto, ho conosciuto un'isola incantata, ma è un segreto fra me e la fata!-
Ancora oggi quell'isola esiste, ma è un mistero che nessuno sa scoprire.
Ogni tanto qualche bambino la sogna, ma non riesce ad andarci, è un isola misteriosa che solo i sogni sanno mostrare.
Milano, 1976
Nonna Mariuccia
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