domenica 5 ottobre 2014

IL MIO CALCIO - riflessioni di un tifoso

Quando vado allo stadio è come se andassi in una seconda casa, perché mi sento bene, sono di fronte alla mia squadra, la mia passione, la mia gioia e il mio dolore. Quando tifo ci metto tutto me stesso, vorrei che per merito mio la mia squadra vincesse sempre, anche se mi rendo conto che questo è impossibile.
Perché invece certa gente questa cosa non la capisce?
Credo sia solo fanatismo e ignoranza, perché certi imbecilli non dovrebbero neanche mettere il piede fuori di casa. Quando senti di scontri nel pre e nel post partita, ti viene da pensare alle persone civili che vorrebbero portare la loro famiglia, i loro bambini a vedere una partita di calcio, ma non possono perché potrebbero rimanere coinvolti in risse, sassaiole o addirittura sparatorie.
Ma torniamo un po' indietro. Dove e quando sono nati i primi gruppi di ultrà?
Il primo gruppo organizzato in assoluto fu della Lazio negli anni '30 (1932). La loro prima uscita ebbe luogo in occasione di un derby con la Roma, nella quale mostrarono la prima scenografia della storia calcistica nello stadio del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista).
Successivamente, negli anni '50 e '60, nacquero altri gruppi, come i “Fedelissimi Granata”, la “Fossa dei Leoni” (poi scioltasi nel 2005) e i “Boys-San”.
Col passare degli anni, i tafferugli si fecero sempre più frequenti e violenti, ma il picco lo si raggiunse il 29 Gennaio 1995, quando un ultrà genoano (Vincenzo Spagnolo) venne accoltellato da uno milanista. Ci fu un vero e proprio polverone, per questo motivo tutte le fazioni del tifo  organizzato si riunirono per una sorta di autoregolamentazione, nella quale si decise di escludere le armi da taglio negli scontri, oltre alle aggressioni “molti contro uno”.
Questo purtroppo non fermò gli atti di violenza tra tifosi.
Il 2 Febbraio 2007, infatti, dopo il derby siciliano tra Catania e Palermo, l'ispettore di Polizia, Filippo Raciti fu ucciso da un tifoso del Catania. Come pena oltre ad una maxi-multa inflitta alla società, lo stadio “Angelo Massimino” fu chiuso ai tifosi per oltre un anno, costringendo così la squadra a giocare a porte chiuse.
Ma ci pensate?? Una squadra che gioca a porte chiuse per un campionato e mezzo solo perché un cretino di proporzioni bibliche ce l'aveva con le forze dell'ordine!! Qui stiamo veramente passando il limite, vedere persone che istigano alla violenza solo per vecchi fatti di guerra e territori (Ivan Bogdanov) o solo per problemi psichici propri.
Come disse Alessandro Del Piero “Purtroppo esiste anche il tifo “contro”, una specie di gramigna.
L'appartenenza ai propri colori è importante, ma senza mai trasformarli in vessilli di guerra.”
C'è bisogno dell'intervento urgente delle alte cariche federali, bisogna che queste persone facciano delle leggi drastiche per quanto riguarda la violenza nel mondo del calcio.
Ma le mie sono solo parole al vento perché a quella gente importa solo il guadagno e il proprio prestigio personale.
Chi ha potere vuole soltanto una cosa: ancora più potere!
Onestamente la mia opinione da sola non vale nulla, ma sono sicuro che la brava gente, quella che va allo stadio per divertirsi, per tifare, per passare una domenica (o sabato) diversa, sia d'accordo con me.
Bisogna capire che il calcio, e con esso lo sport in generale, deve essere motivo di incontro e condivisione, non di violenza e rabbia, e il cambiamento deve arrivare da tutti, tifosi, giocatori, dirigenti federali e societari.
Dobbiamo dire basta, tutti quanti. E dobbiamo farlo subito, altrimenti lo sport morirà e la violenza avrà il sopravvento.

Loris

7 commenti:

  1. Penso che ce ne siano anche di persone he vanno allo stadi per divertirsi e tifare soltanto armati di urla!
    Purtroppo, a volte, sentendo certe cose, penso che sia malato l'ambiente clacistico. Le società in mano agli ultras. Le tribune in mano agli ultras. Gliultras in mano alla violenza pura, che dietro il tifo calcistico nascondono idee di razzismo sia civile che politico.
    Giocatori che comunque non sono immuni da colpe varie, come quelli che vanno a festeggiare il gol sotto la curva ultras come er rendere loro omaggio o sotto alle curve nemiche come a sfotterli.
    Nonn è sportività! Il calcio ormai non è più sportività!

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    1. Ciao Patricia, mi chiamo Loris..grazie per aver letto il mio articolo, devo dirti ke in parte hai piena ragione..la violenza negli stadi sta diventando un fenomeno sempre più grave e frequente, ma secondo me i provvedimenti devono partire dall'alto.. E che i calciatori che vanno ad esultare sotto le curve non lo fanno x incitare atti di violenza, sono stato parecchi anni nella curva del Milan e posso dirti che a parte i cori di sfottò che si sentono sono anche quello il bello del calcio, le coreografie e tutto il resto, è un modo per sentirsi parte della squadra e i calciatori lo sanno e appezzano! Sono altri episodi che non dovrebbero succedere, come buttare giù motorini dalle tribune, venire negli stadi armati fino ai denti, puntare laser negli occhi degli avversari, ecc.. All' ingresso non ti fanno entrare se prima non controllano gli zaini e ti fanno togliere il tappo alle bottiglie però entra ben altro e non si capisce come mai! Anche se il vero problema è sempre quello che succede fuori.. Loris

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    2. Ciao Loris.
      Gli sfottò sono sempre esistiti. Fanno parte di quel mondo. Purtroppo col tempo gli sfottò diventano veri e propri insulti e inneggiamenti alla violenza, soprattutto se sentiti da menti già labili per conto loro.
      Sono d'accordo con te su quello che entra nello stadio e non dovrebbe entrare. Poi mi devono spiegare come è stato possibile......
      Il problema è comunque davvero grave se pensi che si picchiano i genitori quando a giocare sono squadre dell'oratorio o della scuola media...
      Praticamente stanno facendo di tutto per rovinare uno sport bello e piacevole.
      Anche i calciatori, con gli insulti diretti alle sorelle o mamme e le testate di ringraziamento hanno comunque delle colpe.
      Patri

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    3. Ciao sono Jessica e non Loris, usiamo lo stesso account perché è il mio compagno.. Leggevo il tuo commento riguardo all' oratorio e volevo solo dirti che non potrei essere più in accordo..mi raccontava mia zia che una volta allo stadio comunale è successo un casino con i genitori di un altro ragazzino. Mio cugino e il figlio di questi signori giocavano in due squadre diverse, voglio sottolineare il fatto che sti ragazzi avranno avuto 10 anni, il casino è successo xke i genitori di sto ragazzo continuavano dalle tribune a dire di spaccargli le gambe a mio cugino per portargli via la palla, i miei zii una volta, due, tre non hanno detto nulla..poi si sono alzati e gli hanno detto 4 parole, soprattutto che il ragazzo in questione era loro figlio! Si è giustificato dicendo che qst è il gioco del calcio! Cose dell' altro mondo! Questa non è la sportività che andrebbe insegnata ai propri figli..

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    4. Non ci sono problemi! Così ho conosciuto tutta la famiglia!!!! :)))
      E' quello il discorso! Sonno i genitori che non crescono che rovinano i figli. Quelli che in particolari momenti come può essere una partita di calcio tornano bambini. Peggio dei bambini!
      E' che se a volte i bambini che llitigano hanno la scusante di essere piccoli, i genitori proprio non ce l'hanno,

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  2. In realtà è proprio quello il fatto, che ad essere piccoli sono proprio questo tipo di genitori, quelli che tendono a giustificare sempre tutto con la frase '' ma sono bambini, sono piccoli'' per quanto un bambino possa essere piccolo non è stupito e apprende quello che gli viene insegnato.. se un genitore nella fase dell'apprendimento del figlio non è in grado di insegnargli quello che è giusto o sbagliato, allora siamo davvero alla frutta.. ricordo che da piccola, nella palestra delle scuole elementari la maestra di ginnastica ci aveva fatto un bel discorso sulla sportività nei confronti degli avversarsi..perchè in una competizione ci sarà sempre un vincitore e un perdente ma l'importante sarebbe stato partecipare e non infierire sugli avversari..dov'è finito questo tipo di insegnamento? capisco che crescendo cambia anche la prospettiva di vedere la cosa, però questo non giustifica l'ammazzarsi al di fuori di uno stadio!

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    1. Condivido! Siamo sulla stessa lunghezza d'onda!
      Quegli insegnamenti? Sono fuori moda!!!!

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