Quel vento lo conosceva bene. Arrivava da Nord. Era Tramontana. Iana amava il vento e sapeva interpretarne il significato o il presagio.
Suo padre era stato un Ufficiale di marina per molti anni e le aveva insegnato a riconoscere i soffi dei venti, così come a svolgere qualche rito propiziatorio tipico di chi va sempre per mare e vuole ingraziarsi la benevolenza degli elementi naturali.
Per sua esperienza tutte le volte che il vento soffiava con quell'impetuosità stava per arrivare qualcosa di stravolgente nella sua vita. Nonostante il vento generasse dentro di lei emozioni contrastanti, aveva imparato ad apprezzarlo: gelido sulle guance in montagna, potente da trascinare gli aquiloni, avvolgente tra i capelli, dolce tra i fili d'erba. In ogni caso il vento le dava una grande sensazione di libertà e spesso avrebbe voluto essere un uccello per librarsi con le sue ali leggera nell'aria.
Quella era una sera di ottobre dalla temperatura mite, l'ultimo giorno del mese per l'esattezza, la vigilia di tutti i Santi che convenzionalmente veniva chiamata La notte delle streghe. E lei un po' strega si sentiva. E in quella sera in cui i pensieri si facevano fitti e aggrovigliati prendendo forma in maniera confusa dentro di lei, avrebbe voluto saper cavalcare una bella scopa, indossare un lungo mantello e un cappello a punta e, spinta dal suo amato vento, raggiungere lui, Denis, motivo del suo turbamento e fonte di felicità allo stesso tempo.
Era angosciata. Nella sua mente scorrevano scene della sua vita come un film in modalità fast forward dove cose giuste e sbagliate, soddisfazioni e delusioni, gioie e dolori non la portavano che a trarre una sola conclusione: l'amore era una gran bella fregatura!
Ma doveva continuare a vivere, nonostante quell'abbraccio fosse ormai lontano. Doveva?
Pressoché a nulla servivano antidolorifici, medicinali e ricostituenti vari. Qui occorreva un antidoto contro la mancanza. Delle persone, dei tempi andati, della felicità. Trovare la cura a questo per lei, forse, voleva dire tornare ad essere libera. Dai mostri del passato.
Si chiedeva se aveva ingigantito e idealizzato troppo quell'incontro in tutti quegli anni. Eppure era convinta che, seppur breve, era valso più di qualsiasi altro rapporto a lunga scadenza sancito dalla legge. Così non ce ne erano più stati nella sua vita. E ora che, per l'ennesima volta si era interrotta nuovamente una relazione, puntuale come un orologio svizzero quel distacco era tornato a galla. Non era mai stata in grado di scendere a compromessi nei suoi rapporti di coppia: alla prima difficoltà interrompeva la relazione e amici come prima. Ecco perché Denis rimaneva ancora agganciato alle sue corde con un invisibile uncino: con lui non aveva avuto il tempo di far esplodere alcun tipo di continuità. Tutto si era consumato talmente in fretta che aveva dovuto farsi bastare l'idea dell'alta considerazione che si era fatta di lui ancor prima di conoscerlo intimamente. E poi, dopo una serata romantica a lume di candela in riva al mare, tutto era finito. O forse, tutto era cominciato. Si perché Iana da quell'incontro non si era mai distaccata. Almeno mentalmente.
E quel vento gli aveva avvicinato il ricordo di lui attraverso un'essenza, il profumo di pino selvatico che avrebbe riconosciuto anche in mezzo ad un esercito di mille uomini marcianti e maleodoranti. E' quel qualcosa di incompiuto che genera scompiglio e desiderio maggiore.
Fino ad allora le erano capitate storie brevi: iniziate con un sorriso e finite con un ciao, o a volte un addio, ma nel mezzo tante chiacchiere e poca serietà. Ma con Denis tutto era sembrato magico fin da subito, a partire da quei piccoli gesti che avevano accompagnato quella serata. Quanti film si era fatta su quel fiore donato al momento giusto, il vino versato nel bicchiere ogni volta che si svuotava, l'sms della buonanotte e il bacio piombato in un momento assolutamente perfetto? Tutto aveva contribuito a farla sentire la principessa delle favole che trova il principe azzurro nel bosco a rassicurarla dopo anni di sgradevoli sensazioni e inadeguatezze ricevute a causa del suo aspetto, le sue misure, il suo carattere. In così poche ore aveva ricevuto innumerevoli emozioni che una vita intera non avrebbe saputo regalarle. Tutto merito di un preciso calcolo? Denis aveva solo saputo giocare bene le sue carte da convincere quel bocconcino a trascorrere una notte con lui sotto le stelle e poi dirle addio? Aveva montato una tenda canadese in spiaggia, l'aveva arredata di tutto punto con coperte e lampade a batteria solo per far colpo su di lei? O magari in tutto questo architettato disegno Iana rientrava a far parte di un gusto e un desiderio un pò più profondi nella mente di Denis? Erano queste le insistenti domande che frullavano nella sua mente senza tregua e alle quali non trovava risposta. Se tutto era stato così perfetto, perché non c'era stato un seguito? Oppure tutto ora appariva così perfetto proprio perché quell'episodio a se stante aveva assunto una solennità impeccabile?
Dov'era Denis? Cosa avrebbe fatto per restare ancora una volta tra le sue braccia. Chissà se pensava ancora a lei, a quella sera, ai loro discorsi, ai loro baci, alle loro confidenze, alle loro intimità? Oppure Iana era finita nello spazio più remoto della sua mente come un baule vecchio abbandonato in soffitta?
A proposito di soffitta...improvvisamente ricordo' di possedere un oggetto appartenente a Denis che aveva riposto nella sua soffitta lontano da luce e da sguardi indiscreti. Lo teneva caro come una reliquia all'interno di un sacchetto dorato. Era un accendino che lui le aveva prestato per accendere una sigaretta e lei si era dimenticata di restituirgli. Era ancora funzionante.
Le venne un'idea. Prese il libro dei riti magici che le aveva regalato suo padre e iniziò a sfogliare. Si fermò nel paragrafo relativo agli incantesimi d'amore che potevano realizzarsi solo se si possedeva un oggetto dell'amato. E iniziò preparando tutto l'occorrente. A mezzanotte meno un quarto interrogò la sfera di cristallo e chiese di condurla da lui. Attraverso la palla trasparente riuscì a individuarlo felice e sorridente nel salotto di casa sua con quella che presumibilmente doveva essere la sua attuale compagna. A mezzanotte in punto si vestì e partì. Arrivò nella casa individuata dall'incantesimo e suonando il campanello chiese con la classica nenia: "Dolcetto o scherzetto?". Ad aprirle arrivò lui con una manciata di caramelle in mano. Stava per liquidarla chiudendo la porta. Ma fu qui che la sua prontezza di riflessi non glielo permise. "Ha smarrito qualcosa signor Denis, da ormai qualche tempo". Lui si fermò e la guardò meglio in viso, ma la maschera che indossava non riusciva a fargli identificare il volto di quella donna. Allora lei estrasse l'oggetto dal sacchetto in cui era custodito e disse: "Oggi è il giorno in cui anche i morti resuscitano". Lui era sempre più stordito. Erano passati più di due anni da quella notte.
All'improvviso arrivò lei, la donna intravista nella sfera di cristallo. Era magra, alta, in camicia da notte succinta e aveva un naso arcigno più di quello della sua maschera. "Allora Denis, sono venuta a prenderti, cosa aspetti" disse Iana sempre nascosta nel suo costume.
"Che succede?" disse la donna magra.
"Non saprei" rispose lui. "Ma pare che qualcuno mi conosca qui".
"Vieni via, non credere a queste idiozie" disse la donna alterandosi.
"Conosco molto più del tuo nome caro Denis!" Disse Iana.
Denis iniziò a preoccuparsi. Si sentì vittima di uno scherzo che non era di suo gusto. Chiese alla donna di mostrarsi. Ma lei rispose di no. Poi in un'unico gesto, Iana estrasse da una tasca una boccetta di benzina e la sparse a cerchio per terra tutta intorno a sé e con l'accendino di Denis appiccò il fuoco. Ora Iana era circondata da un cerchio di fuoco e il vento stava aumentando e alzando le fiamme. Chi era in quel momento Iana e cosa voleva dimostrare non lo sapremo mai, possiamo solo immaginarlo, ma Denis buttandosi nel fuoco per tentare di salvarla riuscì a toglierle la maschera e a riconoscerla poco prima che lei spirasse e da quella notte, tutte le notti, nel giardino davanti alla porta dove tutto accadde, si manifesta un bagliore di luce raffigurante un uomo che sorregge una donna tra le sue braccia. Ma a vederlo è solo la donna magra che vi ci abita. Il suo eterno scherzetto!
Sonia Cascitelli
Che bel racconto! Proprio indicato per il periodo con Halloween che si avvicina.
RispondiEliminaI miei complimenti a Sonia!
Bellissimo racconto! Indicato per Halloween.
RispondiEliminaI miei complimenti a Sonia.
Patri