Oggi mi riallaccio al consiglio della settimana passata per proporvi un altro libro della stessa autrice: Janne Teller.
Il libro in questione è uscito in Danimarca nel 2000, e in Italia è arrivato per la prima volta 4 anni dopo, per poi essere ristampato nel 2012 da Feltrinelli con un nuovo titolo: “Niente”.
Questo libro è stato oggetto in molti paesi d'Europa di polemiche e vere e proprie censure perchè, pur rientrando nella categoria “per ragazzi”, e un romanzo forte e crudele.
In ogni caso la mia personale opinione è che non è adatto ai più giovani se non coadiuvati da un intervento adulto, come una lettura scolastica o un gruppo di discussione guidato.
La storia raccontata a grandi linee è questa:
l tredicenne Pierre Anthon sceglie di ritirarsi sui rami di un albero dichiarando "Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa"
I suoi compagni di scuola provano a far cambiare idea al ragazzo inventando una specie gioco: a ciascuno di loro, a turno, verrà chiesto di donare al gruppo qualcosa che abbia un significato speciale. Gli oggetti formeranno la “catasta del significato”.
Inizialmente gli oggetti che ne entrano a far parte sono di poco conto (un paio di sandali, una canna da pesca...) ma ben presto le richieste saranno sempre più spietate e in un crescendo si arriverà a vedere nella catasta cose molto più significative, serie, importanti e discutibili.
Non voglio entrare nel dettaglio per non rovinare la lettura ma vi dico che è un libro che non lascia indifferenti, forte e che fa pensare.
Si potrebbe discutere su tantissimi aspetti di ciò che racconta. Partendo dalla forza persuasiva del gruppo, fino ai nostri limiti, passando attraverso i valori della nostra società (nel libro un museo di NY è disposto a pagare 3 milioni e mezzo di dollari per la catasta) e alla figura genitoriale moderna che nel libro è totalmente assente.
Questo è un libro che una volta chiuso non lascia una bella sensazione ma anzi fa guardare all'ingenua e bella prima adolescenza in modo diverso.
Questo è un libro che una volta chiuso non lascia una bella sensazione ma anzi fa guardare all'ingenua e bella prima adolescenza in modo diverso.
Il romanzo che più si avvicina a questo, da molti punti di vista, è “il signore delle mosche” di William Golding.
Oggi vi consiglio di leggere il crudele gioco descritto in “Niente” di Janne Teller.
Non certo una lettura leggera ma mi hai incuriosito, perché l'idea mi sembra molto originale.grazie del consiglio di lettura!
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