Il topolino bianco e il topolino nero erano due grandi amici, stavano bene insieme. Andavano a divorare cibi nei posti più impensati e i due scavavano gallerie sotto la terra gareggiando fra loro.
Il topo bianco era molto vanitoso, si specchiava nelle pozzanghere d'acqua e diceva all'amico:
- Guarda, lo vedi anche tu che io sono più bello di te e il mio pelo è bianco come la neve, lucido, morbido, pulito mentre il tuo è nero e ruvido, non si capisce mai quando sei sporco e quando sei pulito. Eh si, sono proprio più bello di te - ripeteva pavoneggiandosi ed adulandosi.
- Oh, io no mi lamento, madre natura mi ha fatto così e così sto bene - rispondeva il topo nero.
Ma ugualmente erano amici inseparabili anche se il topo bianco si sentiva sicuro di se pensando che la fortuna era sua amica perché era bello.
Un giorno i due topolini andarono a fare visita ad un deposito di grano di un mugnaio. Quanti sacchi di grano c'erano, che bello! I due topolini mangiarono a sazietà poi scavarono una buca e si misero a dormire beati con la loro pancina all'aria gonfia, gonfia di cibo.
Un altro giorno fecero visita alla vigna di un contadino. Lungo i filari di vite rosicchiavano gli acini dell'uva beati e contenti, gli acini erano così belli e polposi, una vera delizia, e come era gustoso il succo all'interno di essi.
Poi un giorno si nutrirono di mele in un frutteto.
Un altro giorno si dettero appuntamento in un uliveto.
- Che belle olive grosse, vero amico? - diceva il topo bianco.
- Gustose, saporite, una vera bontà! - ripeteva il topo nero.
- Questo è proprio un posto che dobbiamo ricordare, ci torneremo - dissero assieme.
In quel momento si sentirono i passi pesanti del contadino e i due topolini fuggirono spaventati.
- Adesso so chi mi rovina le olive! Ma vi sistemo io brutti topastri! - gridò il contadino furioso.
Piazzò trappole da tutte le parti, ma i topini ormai esperti non cadevano di certo in trappola.
Poi i topini fecero piazza pulita di formaggio durante una loro visita in un caseificio.
Il loro cibo variava sempre, erano proprio dei re, mangiavano a sazietà tutto ciò che volevano.
Ma dopo tanto tempo passato, decisero di ritornare a mangiare olive. Rosicchiavano le belle olive polpose e il loro pancino era pesante e grassottello, quando li vide il contadino che imbracciava un grosso fucile:
- Vi ho preso! Adesso vi faccio vedere io, rovinare le mie olive! - intimò furioso il contadino.
I due topolini fuggirono precipitosamente, ma la pancina gonfia li faceva correre meno. Il contadino puntò il fucile dritto sul topo bianco che non riusciva a confondersi con il terriccio perché aveva il pelo chiaro.
Stava premendo il grilletto dell'arma quando il topo nero saltò su quello bianco coprendo l'amico con il suo corpo.
Il contadino si confuse e non sparò:
- Non vedo più nessuno, ma dove si sono cacciati? - borbottava adirato.
I due topolini erano li uno addosso all'altro. Il topo nero aveva distratto la mira del contadino perché il suo corpo era rivestito di pelo scuro che si confondeva facilmente con la terra, salvando in tal modo la vita all'amico.
Da quel giorno il topo bianco non si vantò più di essere il più bello ne' si specchiò più nelle pozzanghere ne' più si disse di essere il più fortunato dei due.
La natura non lo prediligeva affatto; ebbe da quel giorno una grande lezione che solo la vita sapeva dare.
Milano. 1976
Nonna Mariuccia
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