giovedì 26 marzo 2015

CIAO MAMMA, SONO UN BULLO!

Il 35% degli adolescenti italiani ha subito episodi di bullismo, uno su tre di questi casi avviene in ambito scolastico. Non "ragazzate" destinate a esaurirsi in piccoli scherzi o normali litigi, ma episodi di vera e propria persecuzione e discriminazione violenta, che portano spesso le vittime più fragili a gesti estremi. O aprono ferite destinate a restare per tutta la vita. 
[Smonta Il Bullo_Campagna nazionale contro il bullismo]

Oggi voglio raccontare una cosa successa a mio papà. Per chiedere alcune informazioni si è recato in caserma dai Carabinieri e, mentre attendeva il suo turno, si è trovato a parlare con una signora, anch'essa in attesa. Parlando del più e del meno, la signora raccontata a mio padre che quel giorno si trovava al comando per denunciare un atto di bullismo nei confronti di sua figlia. 
Quando si sentono questo tipo di notizie ai Telegiornali, la prima cosa che si pensa è: ''per fortuna che da noi non ci sono questi problemi''. Sbagliato. Problemi come questo, come il bullismo, ne sono piene le città. Però purtroppo, come spesso accade, questi atti rimangono chiusi nel silenzio per la paura: di confessare le violenze subite, di non essere capiti, di essere mal giudicati o perché magari nessuno è disposto ad ascoltarci. 
Viviamo anche in un Paese che non riconosce questo tipo di violenza e che spesso e volentieri rimane impunita dalla legge. Gli episodi di bullismo ci sono sempre stati solo che si ha sempre taciuto, è solo il recente interesse da parte dei mass-media a far crescere l'attenzione verso questo grave problema. Ma nonostante questo, ancora tutt'oggi veniamo circondati da pensieri falsi, frasi di circostanza che ci hanno abituato a sentire, tipo: 
• il bullismo è soltanto un fenomeno che fa parte della crescita; 
• è solo una semplice "ragazzata"; 
• atti come questo si riscontrano soltanto delle zone abitative più povere e arretrate; 
• la vittima se l'è cercata perché non in grado di sapersi difendersi; 
Oppure altro errore gravissimo, ma che i media continuano a farci credere, è ritenere che il bullo sia un ragazzo insicuro, che abbia problemi in famiglia e che quindi non vada punito ma aiutato. I maggiori studiosi del bullismo hanno dimostrato invece l'esatto opposto: che i bulli sono ragazzi spavaldi e con molta autostima e spesso viziati dai genitori. Spesso si sente che legato all'atto di bullismo ci sia dietro la noia di qualche ragazzotto benestante proveniente da ottime famiglie. 
Nonostante l’attenzione verso il fenomeno sia in aumento, individuarlo non è semplice, il bullismo riguarda sia i maschi che le femmine, ma con delle differenze. In generale i maschi mettono in atto azioni di bullismo diretto (relazione diretta tra vittima e bullo) in modo:
• fisico con calci, spintoni, sputi o molestie di tipo sessuale e non; 
• verbale prendendo in giro la propria vittima, dicendole cose offensive o additandola con nomi lesivi, nomignoli sgradevoli o minacciandola; 
• psicologico ignorando ed escludendo la vittima completamente dal suo gruppo o mettendo in giro false voci sul suo conto; 
• attraverso il cyberbullismo (o bullismo elettronico) inviando messaggi molesti, fotografie e/o filmati in momenti in cui non desidera essere ripreso alla vittima o ad altri per diffamarlo e minacciarlo. 
Le femmine invece tendono ad utilizzare di più una forma indiretta, ancora più difficile da individuare e riconoscere, ma non meno pericolosa. Il bullismo indiretto tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto. Anche se con i tempi che corrono, sempre più ragazze ricorrono alla violenza di tipo fisica sulle vittime. 
Il fenomeno del bullismo è in crescita: su un totale di 3.333 segnalazioni arrivate al Telefono Azzurro, 485 (quindi il 14,6%) riguardano situazioni di bullismo e cyberbullismo. Recenti dati analizzati dell'associazione che riguardano questi episodi, si osserva che si è passati dall'8,4% del 2012, al 13,1% del 2013, per arrivare al 16,5% del 2014. 
Quello che realmente mi colpisce però non sono dati e numeri, ma che notizie come: “Bullismo, rifiuti in testa e insulti all’insegnante: lui lascia l’aula”, lascino indifferenti genitori, direzioni scolastiche e chiunque si debba occupare di questi accaduti, anche lo Stato. È inaccettabile che un professore non sappia farsi rispettare e che si faccia mettere così i piedi, o meglio i rifiuti, in testa da 4 ragazzini annoiati. Una volta atti come questi non si sarebbero mai sentiti al telegiornale e non per una scarsa attenzione dei fatti, ma perché una volta c'era rispetto ed educazione. Rispetto ed educazione, due parole che non esistono più, ne' nel vocabolario dei giovani ma neanche in quello dei genitori. Perché se una volta ci si azzardava a fare una cosa del genere, come quella che hanno fatto questi ragazzi, a casa erano sberle. Ma forse è di questo quello che hanno bisogno questi bulletti: un calcio in più nel sedere da parte dei genitori, formazione, disciplina... 
Ma peggio di questo professore senza polso è la professoressa che non è intervenuta in aiuto di una ragazza disabile, nel momento del bisogno: “Varallo, calci e sputi alla compagna disabile per postare il video su Whatsapp: la prof non interviene”, questa ragazza ha subito un'aggressione in classe, sotto gli occhi di un'insegnante che nulla ha fatto per difenderla, nonostante le sue richieste di aiuto. La prof ha semplicemente 'lasciato fare', per fortuna ci sono almeno i Carabinieri che stanno indagando per capire per quale motivo la professoressa non sia intervenuta, per capire per quale motivo non abbia interrotto quella prova di bullismo e umiliazione. Non c'è rispetto per gli adulti, una volta l'adulto era una figura da temere e rispettare ora invece ci si sente superiori in tutto e su tutto: 
“Velletri, 13enne vittima dei bulli: picchiata in strada due volte in pochi giorni. Il gruppo di giovani aggredisce verbalmente anche la madre che cercava di aiutarla”
Ed è proprio una mamma, un'amica e assidua frequentatrice del blog, che mi confessa che anche suo figlio ha avuto problemi con dei bulletti: “Grazie che me l'ha detto subito e la cosa non ha degenerato! Sono andata a parlare con i professori e hanno preso provvedimenti. Ecco, uno dei tanti problemi è che a volte i ragazzi non parlano e non raccontano queste brutte esperienze ai genitori e quindi poi degradano fino agli avvenimenti che si sentono in TV! Una vera tristezza! Per dirti, tu conosci mio figlio, vero? Così sicuro, alto, ben piazzato, sembra essere lui il bullo e invece... beh l'apparenza inganna ed a volte non sempre i più deboli sono quelli che ci rimettono. È un problema alquanto diffuso e non fa differenza se sembri sicuro di te o alto, se ti prendono di mira sei fregato. E giù scherzi e mancanza di rispetto per le proprie cose. Come ho detto grazie che non l'ha subito in silenzio e non gli rimarrà una cicatrice quasi indelebile nel profondo!! Incredibile, ma possibili vittime sono tutti tutti purtroppo!”. 
È lo stesso ragazzo a raccontarmi cosa è accaduto in un messaggio, che per ovvie ragioni resterà anonimo: “Ciao Jessy... all'inizio non avevo detto niente alla mamma, dopo alcuni mesi gliel'ho detto. Insomma gli atti di bullismo contro di me continuano, nonostante i professori siano venuti a parlare con loro e nonostante le ammonizioni scritte mandate a casa. Questi atti vanno da prese in giro, per esempio dal telefono che si ha, i vestiti che si indossa, per la musica che ascolti; scherzi come sacco alla cartella o all'astuccio fin qua "ci stanno" diciamo... ma quando cominciano a tirarti schiaffi, pugni, calci non va più bene. In quei momenti ero triste, molto molto triste a tal punto che volevo cambiare indirizzo di studio... ne ho parlato, come ho detto prima, con i professori e infatti adesso continuano si, ma sono meno. Basta solo parlare con qualcuno che ti ascolti, tutto qui.” 

Parlare, parlare con qualcuno che ti ascolti, come scrive questo ragazzo è la soluzione migliore, denunciare un atto di bullismo e non subire in silenzio. Avere il coraggio di rivolgersi ad un autorità e denunciare l'accaduto → Osservatore | Stop bullismo | Cartoon Network, parlare per dire tutti insieme #stopalbullismo

I bulli sono molto abili a manipolare la situazione ed a far credere che l'episodio sia stato solo un gioco. Il bullismo però non è un gioco, bensì un comportamento capace di lasciare profonde ferite in chi lo subisce. 
[Alessia Filippi, Il bullismo scolastico, 2007]


Jessy

10 commenti:

  1. Veramente interessante il post! Lo condivido su g+ e sul mio blog.
    Il bullismo è in crescita forse perchè se ne parla troppo poco e si fa ancora meno per combatterlo. E' vero che qualcosa sta cambiando ma non basta ancora. Ci vogliono punizioni esemplari per i bulli, qualcosa che insegni loro a vivere con gli altri. Non parlo di punizioni fisiche o di galera. Srvizi sociali ad esempio. Hai picchiato una compagna perchè disabile (o anche no)? Bene. Un anno di "volontariato" obbligatorio presso ospedali o centri che si occupino di disabili. Aiutarli a vestirsi, mangiare, farli giocare e studiare... aiutarli ad andare in bagno se necessario. Forse imparerebbero qualcosa. Ah..naturalmente sotto la supervisione continua di personale pronto ad intervenire nel caso in cui il bulletto o bulletta di turno cerchi di combinarne qualcuna.
    Non so! E' solo un'idea buttata lì ma nn credo che i bulli siano ragazzi fragili e insicuri. Concordo con quanto ho letto nel tuo post. Sono ragazzi prepotenti e viziati. Forse nsieme a loro andrebbero educati anche i genitori che permettono loro tutto quello che vogliono.
    Poi, comunque, denunciare denunciare denunciare. Non aver paura!

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    1. Cara è sempre un piacere leggere i tuo commenti sotto ai miei articoli. Sono in completo accordo con te, azioni come queste andrebbero punite severamente, per far imparare una lezione. I ragazzi di oggi, hanno praticamente tutto ma nonostante questo , sono annoiati e si comportano in questo modo. Tanti lo fanno solo ed esclusivamente per sentirsi grandi, rendendo piccole, insicure e fragili le vittime. Peccato solo che chi si dovrebbe occupare di insegnare ed impartire 'punizioni' per questi atti, stia fermo e ignori palesemente un problema molto grave.

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    2. Vero! Troppo impegnati? Rassegnati? Non lo so!
      Ma di certo a partire da certe famiglie si fa veramente poco.

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  2. Arrivo qui dal blog di Patricia Moll.
    Argomento tosto e difficile, sicuramente.
    Il ragazzo ha avuto coraggio a parlarne con la madre, e di conseguenza coi docenti, ma il vero coraggio è sapere che una volta denunciato l'accaduto, i bulli possono inasprire il loro comportamento, proprio per vendicarsi! E' una sorta di spirale da cui, se il caso non rientra in quelli risolvibili amichevolmente (magari fino alle scuole medie), è difficile uscirne. Perché il bullo estenderebbe la sua pressione anche fuori da scuola...

    Moz-

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    1. Hai pienamente ragione, ci vuole molto coraggio a denunciare, perchè la paura più grande è la conseguenza dell'atto. Come la situazione potrebbe migliorare così potrebbe anche peggiorare. Il fatto è che, come scrivo nell'articolo, chi dovrebbe aiutare e tutelare i ragazzi spesso non lo fa. Questi ragazzi restano da soli ad affrontare le loro paura e i loro bulli. Azioni violente come quelle che un bullo esercita sulla vittima, rimangono impunite e così il bullo la passa liscia, libero di fare del male ancora e ancora e ancora.

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    2. La soluzione quale potrebbe essere?

      Moz-

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    3. Avete ragione entrambi. Il grande problema è che non ci sono punizioni per questi bulli e se arrivano... arrivano tardi!

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    4. Come ho già scritto, e come ho scritto nel commento qui sotto a Fata Confetto, quando andavo a scuola io, ogni tanto si faceva educazione civile! Ci insegnavano ad aver rispetto per le persone, soprattutto gli anziani, ci insegnavano come ci si comporta in determinate situazioni, ecc.. Oggi grazie ai tagli nelle scuole qst materie sono scomparse e si vedono i risultati! Mentre scrivevo l'articolo mi sono informata su internet, ho letto articoli e visto video! Uno mi ha colpito maggiormente, ovviamente non è stato girato in Italia, una specie di documentario nel quale hanno fatto vedere come in Danimarca già negli asili ci siano materie per il comportamento con gli altri! Praticamente insegnano fin in tenera età ai bimbi come andare d accordo tutti insieme! Le soluzioni ci sarebbero, è la voglia di fare, l'impegno quello che manca!

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  3. Ciao,
    ho condiviso il tuo post ed ho pubblicato un mio commento, con l'esperienza dei nostri figli e alcune riflessioni e link.
    Questo problema mi coinvolge moltissimo personalmente, ma è di estremo interesse per tutti, poiché la convivenza civile è un valore di tutti, radicato fin dalla prima educazione familiare e scolastica.
    Un caro saluto
    Marilena

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    1. Grazie Marilena per il tuo interesse film tuo commento! Ti rispondo dicendoti che purtroppo la convivenza civile è un valore che si sta via via perdendo sempre di più! Io ho 24 anni e ho finito la scuola non da tantissimo tempo da poter dire 'ai miei tempi, non era così', perché i miei tempi sono i tempi dei ragazzi di oggi! Però ricordo con piacere una cosa, quando andavo a scuola io, ogni tanto si faceva educazione civile! Ci insegnavano ad aver rispetto per le persone, soprattutto gli anziani, ci insegnavano come ci si comporta in determinate situazioni, ecc.. Oggi grazie ai tagli nelle scuole qst materie sono scomparse e si vedano i risultati! Un saluto e un abbraccio, Jessy!

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