Siamo la società in cui se sei su un autobus e ci sono due posti, uno isolato e uno affianco ad un’altra persona, ti metti in quello da solo, con due cuffie nelle orecchie.
La società in cui contano di più i "Mi piace” su Facebook che le relazioni vere.
La società in cui l’affetto che provi per una persona è dimostrato in base a come l’hai salvato in rubrica, o da quanti cuori mandi nei messaggi.
La società in cui basta che uno sia diverso, anche solo nel più piccolo particolare, per essere attaccato e deriso.
La società in cui più sei stronzo più sei figo.
La società dei falsi moralisti, dei ruffiani, delle foto e delle amicizie-flash.
La società che urla aiuto, ma si zittisce da sola con le proprie azioni.
La società che discrimina quelli che non la pensano come te, e che poi ti ricorda che siamo tutti liberi.
La società in cui se insulti sei il meglio.
Quella delle bestemmie, delle false promesse, dei "Ti amo” lasciati al vento.
Delle ragazze con 3 kg di trucco e di quelli che ti dicono che siamo belle anche così.
Di chi cerca la ragazza seria e poi va con la prima troia che passa. Che ama per gioco, per noia.
La società dei messaggi da far venire il diabete, tra persone che si vomitano le peggiori cattiverie alle spalle. Delle doppie facce e dei lunatici.
Dell’autolesionismo e dell’alcool. Dei tredicenni che fumano e dei sedicenni che muoiono per overdose.
La società che ti dice di distinguerti dalla massa e che ha individui tutti uguali.
Dove parliamo tanto e agiamo poco. Dove la gente parla per dar fiato alla bocca, e non sa.
La società che tutto sommato ignora la realtà.
Siamo la società più avanzata, che sta arretrando sempre di più.
La società che si dispera per uno schermo del cellulare rotto, e che quando distrugge il prossimo nemmeno se ne accorge.
Debora A.
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