lunedì 21 marzo 2016

STORIA DELLA SETTIMANA SANTA A TARANTO by Giuliana

I riti della Settimana Santa di Taranto risalgono al periodo della dominazione spagnola nell'Italia meridionale, a quando nel 1703 il nobile tarantino Don Diego Calò commissionò la realizzazione delle due statue del Cristo Morto e dell'Addolorata, poi donate alla Confraternita del Carmine.
Due sono i momenti principali: la Processione di Maria e quella dei Misteri.
I Riti prendono avvio quando i confratelli, tramite un'asta, si aggiudicano i "ruoli" da ricoprire nella Settimana.
Figure caratteristiche sono i Perdoni, poste o coppie di confratelli che, in penitenza, incedono lentamente per le strade della città "nazzicando", cioè con un dondolio costante e coordinato, scalzi e vestiti di una lunga tunica e guanti bianchi. Hanno il volto coperto da un cappuccio con due fori piccoli all'altezza degli occhi e una corona di sterpi sul capo; in vita rosario nero, medaglie sacre, cinghia di cuoio e due scapolari con le scritte "Decor" e "Carmeli".
"L P'rdùn" escono nel pomeriggio del Giovedì Santo dalla Chiesa madre del Carmine per compiere un pellegrinaggio verso le chiese del Borgo Antico e Nuovo.
Il primo evento avviene quando la statua dell'Addolorata lascia la chiesa di San Domenico, nella Città Vecchia e, portata in spalla dai confratelli, durante tutta la notte va in cerca di suo Figlio per le strade della città.
Il Venerdì invece è il momento della processione dei Misteri, in cui le otto statue e i simboli che rappresentano la Passione di Gesù (Troccola, Gonfalone, Croce dei Misteri, Cristo all'orto, la Colonna, Ecce Homo, la Cascata, Crocifisso, Sacra Sindone, Gesù morto e Addolorata) vengono portate in giro, in un percorso che va dalla chiesa del Carmine a quella di San Francesco e viceversa. Per ore il lungo corteo si snoda per le strade del Borgo Nuovo; solo pochi minuti di riposo, in piena notte, presso la chiesa di San Francesco, e poi il ritorno al Carmine per il momento più emozionante dell'intero rito: il Troccolante bussa con la sua mazza alla porta della chiesa attendendone l'apertura per il rientro di tutte le statue, accolte da un applauso fragoroso che definisce l'attesa trepidante della resurrezione della domenica.

Giuliana

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