La Riserva naturale marina di Torre Guaceto si estende per circa 2.200 ha interessando un tratto di costa di 8 km, compreso tra Punta Penna Grossa e gli scogli di Apani.
L’area marina protetta è suddivisa in tre zone con diverso grado di tutela:
ZONA A, di Riserva Integrale, in cui è proibita la navigazione, l'accesso, l'approdo e la sosta di navi e natanti di qualsiasi genere e tipo, ad eccezione di quelli debitamente autorizzati dall'Ente gestore per motivi di servizio nonché per eventuali attività di ricerca scientifica e di visite guidata, precedentemente autorizzate dallo stesso ente gestore. Nella Riserva naturale protetta di Torre Guaceto sono presenti due zone A dove, è proibita qualsiasi attività antropica, che possa arrecare danno o disturbo all'ambiente marino perché tale zona rappresenta la “core area” dell'area marina protetta.
ZONA B, di Riserva Generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'Ente gestore, oltre alle attività previste per la Zona A, una serie di attività che permettono la fruizione e l'uso sostenibile dell'ambiente. Nella zona B la balneazione è consentita dall'alba al tramonto.
ZONA C, di Riserva Parziale, rappresenta la fascia tampone (buffer) tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni alla Riserva marina; in tale zona ricade la maggior parte dell’estensione della Riserva naturale protetta. In tale zona è possibile svolgere, oltre alle attività possibili nella zona A e B, anche le attività di pesca e la navigazione. Le attività sopraelencate sono normate dal decreto istitutivo e dal disciplinare provvisorio.
Il tratto di litorale che delimita l'area marina protetta è caratterizzato da una linea di costa molto varia; in particolare, in corrispondenza del lato meridionale della Torre di Guaceto, la costa è lineare ed è costituita prevalentemente da una falesia argillosa. In prossimità della Torre e per alcune centinaia di metri rispetto al lato settentrionale della stessa, la costa è caratterizzata da una piccola falesia rocciosa con contorni frastagliati che formano una serie di piccole insenature. Nel tratto successivo, continuando verso Punta Penna Grossa, la costa diventa bassa e sabbiosa.
Flora
Il litorale roccioso della costa a Torre Guaceto
Nella Riserva naturale protetta di Torre Guaceto le praterie di Posidonia oceanica rappresentano uno degli habitat che maggiormente caratterizzano i fondali sabbiosi da 3 fino anche a 25 m di profondità, creando una serie di microhabitat che sono fonte di cibo e rifugio per numerosi organismi.
Sui fondali rocciosi importante è la presenza delle alghe del genere Cystoseira, che formano fitte postazioni. Comuni sono anche la lattuga di mare e l'ombrellino di mare . Tra le alghe brune è molto frequente la coda di pavone. Oltre i 25 m di profondità, nella zona, predominano le alghe rosse calcaree (Corallinaceae).
Fauna
La zona mesolitorale rocciosa è popolata da molluschi monovalvi del genere Patella e da pomodori di mare, che sfruttano meccanismi sofisticati di chiusura e apertura sincronizzati con il ritmo delle maree.
Spugne calcaree e anemoni di mare colonizzano in gran quantità i fondali rocciosi del piano infralitorale. Su questo substrato si muovono anche organismi quali i ricci di mare e le stelle marine. Gli anfratti rocciosi offrono inoltre protezione ad animali che preferiscono vivere nelle tane, come il polpo e gli sciarrani. I fondali sabbiosi sono invece dominati dalla biocenosi del Posidonietum oceanicae che ospita numerose specie animali tra cui merita una menzione la Pinna nobilis, un grande mollusco bivalve minacciato di estinzione. Tra gli animali nectonici sono comuni le donzelle, le salpe, le occhiate, i saraghi e gli scorfani.
Il piano circalitorale infine è caratterizzato dalla presenza del pre-coralligeno in cui spiccano le gorgonie dalla forma tipicamente arborescente quali la gialla Eunicella cavolinii e la bianca Eunicella singularis. Assieme ad esse molto comuni sono i briozoi del genere Sertella e il falso corallo Myriapora truncata, organismo formato da uno scheletro di carbonato di calcio facilmente sgretolabile.
Il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto
Un pomodorino, dolce, succoso, serbevole, parte della storia gastronomica del territorio della provincia di Brindisi. Generazioni e generazioni di famiglie, in passato, utilizzavano questo pomodorino per la "passata" che avrebbe deliziato i palati durante tutto l'inverno. Non era pensabile utilizzare un altro tipo di pomodoro.
Eppure, nonostante questo radicamento storico, il pomodorino fiaschetto rischiava di scomparire ed essere dimenticato: troppo dispendiosa la coltivazione e soprattutto la raccolta, troppo scarsa la quantità di prodotto. Da qui la sfida, raccolta dalla Comunità di agricoltori della Riserva naturale di Torre Guaceto, in collaborazione con l'Ente Parco e Slow Food Alto Salento: ritornare a coltivare il pomodoro fiaschetto in regime biologico, un pomodorino di forma tondo-ovale con pizzetto all'apice e peso di circa 25-30 grammi; dolce, succoso, un concentrato di sapore e dolcezza con un retrogusto acidulo che lo rende unico.
Il pregio di questa piccola bacca rossa è data dal terreno dove si coltiva, definito "tufaceo-pietroso", sostanzialmente povero, che permette delle produzioni per pianta molto limitate che ne concentrano di sapore. Altro elemento importante è l'acqua salmastra di irrigazione, proveniente da pozzi in superficie e in prossimità del mare; non ultimo l'aria mossa dal vento che viene dal mare anch'esso ricco di salsedine.
Tutti questi elementi conferiscono al pomodoro fiaschetto un sapore un colore e un profumo unico. I frutti raggiungono un tenore zuccherino di 7-8 gradi Brix. Divenuto presidio Slow Food nel 2008, per la sua coltivazione si segue un disciplinare molto rigido (non si possono superare i 250/300 quintali/ettaro) e deve essere coltivato esclusivamente nell'areale della Riserva di Torre Guaceto.
Giuliana
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