NARDO' - Sulla spiaggia di Torre Squillace esiste una casa che è leggenda.
Tra le sue mura sono state scritte pagine storiche della musica leggera e della cultura popolare italiana. Poesie e musiche ormai legate indissolubilmente al DNA italiano.
Ecco come i suoi riflessi turchesi, i tramonti infuocati, la spiaggia della torre costiera, di Torre Squillace hanno ispirato Mogol e Battisti,
La luce cala puntuale sulla vecchia torre a mare e incendia l’acqua azzurra, l’acqua chiara nella terra dove batte sempre il sole e poi Acqua azzurra, acqua chiara, la canzone più famosa nata da queste parti, cantata live da Lucio Battisti per la prima volta il 15 aprile del 1969 e diventata un successo planetario. Il testo si ispira alle trasparenze della bella baia di Li Scianuli, presso Torre Squillace, nei dintorni di Porto Cesareo. Qui Giulio Rapetti Mogol, sul finire degli anni 60, acquistò una villa di fronte al mare e trascorse più di un’estate, spesso raggiunto da Lucio Battisti.
Frequentavano il bar Eden, a Porto Cesareo: era una rotonda sul mare, oggi è un noto ristorante «Acqua azzurra, acqua chiara è nata in quei luoghi», ha riferito Alfredo, figlio di Mogol, presentando il suo libro Scrivere una canzone. «Io avevo cinque anni e pensavo solo a fare il bagno e a giocare.»
Questa casa, una grande villa immersa nei pini, si affaccia sulle acque azzurre e chiare del mare Jonio di Nardò, e rappresenta un “luogo sacro” per la musica italiana, fulcro intorno al quale ruota la leggenda raccontata per decenni e ora tornata ad essere storia: in questa villa ci hanno abitato Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol. Qui i due hanno trascorso diverse estati, tra gli anni ’60 e ’70, godendosi sole e mare e componendo alcune tra le più belle canzoni del loro sconfinato e preziosissimo repertorio. È una villa in stile mediterraneo, tutta bianca e con un porticato ad arco ribassato tipico di quegli anni, costruita sul finire dei ’50 sulla scogliera ai piedi di Torre Squillace, a pochi passi dalla piccola insenatura sabbiosa situata tra Sant'Isidoro e Porto Cesareo.
Davanti al mare “chiaro e trasparente” di Nardò, Lucio Battisti e Mogol crearono “La canzone del sole”. Si aggiunge un dato più certo alla leggenda che lega Lucio Battisti al mare e alle coste di Nardò: la leggenda, che tale rimane, vuole che la famosa “Acqua azzurra, acqua chiara” sia stata scritta dal duo più importante della musica leggera italiana ispirandosi alle acque cristalline della baia di Torre Squillace, nell'estate di oltre quarant'anni fa (il 1967 o il 1968).
Ma sotto il sole dell’allora incontaminata località neritina sullo Jonio, Lucio Battisti e Giulio Rapetti in arte Mogol (ospiti del loro amico copertinese Adriano Pappalardo) avrebbero creato un altro capolavoro: “La Canzone del sole”. Lo rivela Maurizio Leuzzi, il “patron” del Premio Battisti, la manifestazione-tributo al cantautore che si tiene a Nardò da dieci anni. E la fonte che Leuzzi cita è di quelle che “più autorevoli non si può”: proprio Mogol.
Maurizio Leuzzi l’ha inseguito per anni con l’intenzione di invitarlo ad una delle edizioni del Premio Battisti. L’inseguimento è finito a settembre 2014. A partecipare alla serata erano stati invitati anche i membri dell’Associazione culturale musicale “Lucio Battisti” di Nardò che non si sono fatti sfuggire l’occasione di consegnare un Premio Battisti “fuori stagione”. Il presidente Maurizio Lezzi e il vicepresidente Luca Rizzello, hanno infatti consegnato a Mogol una maiolica dipinta a mano, opera dell’artista neritino Marcello Malandugno, anche lui presente alla serata.
Inevitabilmente il discorso è presto scivolato sul rapporto con la terra neritina e la genesi di alcuni indimenticabili brani del duo Battisti-Mogol. Il paroliere milanese avrebbe lasciato alla leggenda il luogo della creazione di “Acqua azzurra” ed avrebbe, invece, indicato la spiaggia de “Li Cianuri” (Torre Squillace, appunto) come probabile luogo “di nascita” di quello che sarebbe diventato uno dei brani più celebri nella storia della musica italiana: “La canzone del sole”.
Il sole del Salento, quindi, avrebbe ispirato la musica e il testo (di cui rimane impresso in particolare modo l’incipit “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse” e l’inciso “Oh mare nero, oh mare nero, oh mare ne..”) del brano che usci nel novembre 1971 sul lato A di un 45 giri che sul retro conteneva un’altra hit di Battisti, “Anche per te”.?
Giuliana
Ciao Kly, non lo sapevo, queste bellissime canzoni non potevano che essere state ispirate da acque e posti così :)
RispondiEliminaMi hai fatto sorgere la voglia di riascoltarle, ho i dischi accuratamente conservati.
Buona e serena settimana.
Ciao Anna Maria;
Eliminal'amata Puglia, spettacolari paesaggi fonte inesauribile di ispirazione.
Tutti gli anni passiamo le nostre vacanze sul Gargano e sai che bellezza!!
Buona serata!