venerdì 26 febbraio 2021

OGNI COSA È ILLUMINATA - JONATHAN SAFRAN FOER

Ho concluso la lettura del mio e del suo primo libro di Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata; non è facile per me parlare di questo libro perché durante la lettura ho incontrato pagine che mi hanno particolarmente entusiasmato ed altre che invece non mi hanno pienamente convinta. 

Il romanzo si sviluppa su tre piani narrativi e stilistici diversi; abbiamo il romanzo storico, quello epistolare e la parte del romanzo che racconta in presa diretta il viaggio che l'autore compie, partendo dall'America arrivando in Ucraina, alla ricerca delle proprie origini. 
Per quanto riguarda il romanzo storico è scritto dallo stesso protagonista, Jonathan Safran Foer, che racconta la storia della sua famiglia e del piccolo villaggio ucraino da cui proviene, dalla fine del Settecento fino al 1941 periodo in cui, a causa delle persecuzioni naziste, molti ebrei si videro costretti a fuggire. Purtroppo questa parte, piena zeppa di eventi e personaggi irrilevanti, che in potenza mi era sembrata dover essere la più interessante, si è rivelata essere quella meno coinvolgente. L'autore si sofferma su dettagli, a mio avviso, poco avvincenti riguardanti la vita dei suoi Antenati tralasciando totalmente la storia del nonno che dovrebbe essere ciò che effettivamente lo ha spinto ad intraprendere la sua avventura; in merito solo qualche accenno nella parte finale il tutto, però, affrontato in modo piuttosto superficiale.
Molto coinvolgente e divertente è stata la parte che racconta il viaggio in Ucraina. Qui i personaggi, rispetto ai capitoli storici, sono di meno e alcuni molto ben caratterizzati. Alex, l'interprete che parla un inglese maccheronico, il nonno di Alex, l'autista "cieco" con tanto di cane guida e poi l'eroe, lo stesso Jonathan Safaran Foer, che mi ha convinta meno del cane.
Le dinamiche tra i 3 membri del gruppo in alcuni frangenti risultano addirittura grottesche; nonostante questo risulta solido l'equilibrio tra la vena comica e la tragicità di una tematica delicata come la Shoah.
L'espediente del viaggio risulta efficace per i due personaggi ucraini.
In loro avvertiamo il vero cambiamento, da accompagnatori e spettatori si ritrovano ad essere coinvolti in prima persona nella storia subendo una forte evoluzione sia personale che nel rapporto nonno-nipote. L'eroe risulta piatto come una sogliola e scompare totalmente dietro i suoi compagni. Ho apprezzato tanto una delle ultime scene in cui i tre si trovano riuniti intorno ad un tavolo a condividere il contenuto di una scatola ricevuta dallo scrittore a testimonianza di come ormai la ricerca appartenesse a tutti e tre.
Concludendo mi rifaccio a ciò che ho detto all'inizio di certo non entra a far parte del novero dei miei libri preferiti, non mi sento di sconsigliarlo categoricamente, ma non lo consiglio neanche con grande entusiasmo.


Stefania

Per la  READING CHALLENGE 2021 di TuttoPerTutti questo libro può rientrare nelle categorie: 20 (dipendendo dalla edizione che si acquista) -  46 - 47 - 48 - 49 - 50 o +1

Questo articolo partecipa al Venerdì del libro su HomeMadeMamma

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