Si sono appena spenti i riflettori sul palco dell'Ariston e si è conclusa la 70. edizione del Festival di Sanremo. Festival che come ogni anno ho seguito con estremo interesse. Sono una di quei milioni di telespettatori che attendono tutto un anno con ansia e trepidazione affinché si riapra la competizione, che cominci la kermesse più criticata e commentata, più amata ed odiata dagli italiani: il Festival della musica italiana. Io mi piazzo davanti al televisore, con tutto il necessario per trascorrere ore ascoltando la musica, i brani, cercando di capire i messaggi dei testi inediti, prestando estrema attenzione ai nuovi cantanti, guardando le mise, gli outfit, i piccoli dettagli che fanno la differenza, le stonature, le emozioni che mi suscitano già dalla prima nota e con il mio inseparabile tablet pronta a scatenarmi sui social con commenti e critiche. Anche quest'anno non ero sola in queste 4 lunghissime serate. Mi hanno accompagnata le mie cuginette acquisite Jessy, Maria Teresa ed Alessandra e devo dire che è stato un bene, altrimenti sarei caduta in un errore tremendo, di cui devo solo vergognarmi. Sono caduta nello stereotipo di giudicare senza sapere, di emettere sentenza senza indagare prima i fatti a fondo e forse non me lo sarei mai perdonata l'essere così chiusa nella mia ignoranza e quindi fare la figuraccia di una della massa capace solo di dare fiato alla bocca senza connettere il cervello.
Chi ha seguito Sanremo, ma anche chi no, sa benissimo il polverone sorto a proposito di Achille Lauro e del suo abbigliamento sfoggiato soprattutto durante la prima serata e poi anche quelli nelle successive.
Durante la sua performance della prima serata, l'artista è uscito in primis con un bellissimo lunghissimo e ampio mantello per nascondere sotto una tutina attillata color carne tempestata di pallets che lasciava poco spazio all'immaginazione. Molto osé, metteva in risalto le parti intime e lasciando la maggior parte del corpo nudo.
SCANDALO! Ho gridato e pensato subito anche io.
Ma la domanda più ovvia ➡️ Perché mai avrà scelto una mise come questa? Cosa significa tutto ciò?
Non mi è passata per la testa!
Sbagliando ho pensato subito ad una trovata provocatoria per nascondere le deficienze vocali ed attirare l'attenzione su di sé. Il testo è andato in secondo piano, la musica non era più la protagonista e l'importante ai miei occhi era diventata solo l'apparenza di Achille e l'ho taggato subito di impresentabile, vanitoso, borioso, volgare e presuntuoso. Non ho ascoltato neanche la sua esibizione, ormai avevo chiuso il canale dell'attenzione su di lui. Mi sono trasformata in una delle persone che più rabbia e tristezza mi fanno. Quelle che giudicano senza sapere, in base all'apparenza, la razza più pericolosa da cui cerco sempre di allontanarmi e distinguermi...e invece per un momento sono stata proprio una della massa. E ho messo alla gogna Achille Lauro, condannandolo per quello che appariva.
Ringrazio la mia sorellina Denny, collaboratrice di questo blog, che per prima mi ha fatto notare che tutto quello show in apparenza volgare e provocante aveva un suo perché e poi Jessy, anche lei ha scritto vari articoli d'opinione su TuttoPerTutti, colei che mi ha spiegato dettagliatamente il perché dell'abbigliamento scelto da Achille Lauro in ogni serata.
Ma prima di tutto qualche dato, giusto per conoscerlo meglio.
Achille Lauro, pseudonimo di Lauro de Marinis, è nato a Verona l'11 luglio 1990, è un rapper e cantante italiano, noto per i suoi lavori nell'hip hop e considerato il pioniere della samba trap, una variante della trap in chiave latina.
Achille Lauro emerge dall'underground rap e si è evoluto in un artista fortemente eclettico. I suoi primi due lavori di studio sono, infatti, assimilabili al genere rap underground e rispecchiano la vita disastrata che Lauro, per la sua povertà, era costretto a vivere. Le sue sonorità hanno poi subito l'influenza della trap.
Nel 2016 comincia una transizione a nuove sonorità e nuovi contenuti musicali.
Il suo album sperimentale del 2018 Pour l'amour costituisce un album di evoluzione abbandonando le comuni sonorità rap per indirizzarsi verso la musicalità latina e melodica, denominato come genere samba trap.
Nel suo ultimo album 1969, si ha un netto abbandono della musicalità hip hop, al fine di abbracciare interamente le sonorità rock.
Achille Lauro si è sempre discostato dal look canonico degli artisti hip hop, dando scalpore per le sue scelte eccentriche in quanto ad abbigliamento.
Come ho scritto anteriormente, anche io mi sono lasciata fuorviare dai suoi travestimenti e l'ho giudicato a freddo, uno psicopatico eccentrico indecente e volgare.
Invece, le sue vestizioni durante il Festival di Sanremo, seguono un progetto ben preciso e ho dovuto ricredermi.
Ripeto, anche a me la sua musica NON piace e non definirei CANTARE ciò che fa, soprattutto pensando alle voci italiane amate da tutti (Mina, Morandi, Martini e i più giovani come Antonacci), ma il suo progetto artistico è lodevole e non sarebbe stato possibile portarlo a termine in un'altra maniera più sobria o pudica.
Achille Lauro ha iniziato un percorso. Un percorso che ha questa premessa, fatta dallo stesso artista:
"Sono stato anche io bambina. Cinquantenni disgustosi, maschi omofobi. Ho avuto a che fare per anni con 'sta gente volgare per via dei miei giri. Sono cresciuto con 'sto schifo. L'aria densa di finto testosterone, il linguaggio tribale costruito, anaffettivo nei confronti del femminile e in generale l'immagine di donna oggetto con cui s
ono cresciuto. Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la mia confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni, da cui poi si genera discriminazione e violenza. Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina.
ono cresciuto. Sono allergico ai modi maschili, ignoranti con cui sono cresciuto. Allora indossare capi di abbigliamento femminili, oltre che il trucco, la mia confusione di generi è il mio modo di dissentire e ribadire il mio anarchismo, di rifiutare le convenzioni, da cui poi si genera discriminazione e violenza. Sono fatto così mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, la pochette, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina.
Tutto qui?
Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità che per me significa delicatezza, eleganza, candore.
Ogni tanto qualcuno mi dice:
"Ma che ti è successo?"
Io rispondo: "Sono diventato una signorina!"
La sua canzone sanremese ha come titolo “Me ne frego” e, come lui stesso ha spiegato, è "un inno alla libertà sul palco più istituzionale d’Italia. La mia speranza è che potesse scuotere gli animi degli insicuri e le certezze di chi é fermo sulle sue certezze, perchè è sempre fuori dalla “zona comfort” il posto in cui accadono i miracoli."
E infatti i 4 personaggi da lui scelti e disegnati da Gucci per lui, sono figure di spicco che si sono distinti al loro tempo, nelle loro epoche, per la libertà.
1. SAN FRANCESCO:
La celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi. Il momento più rivoluzionario della sua storia in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà. Così Achille sale sul palco e si spoglia di tutto: vestiti, convenzioni, tabù, regole, giudizi, pregiudizi.
2. LA DIVINA MARCHESA LUISA CASATI STAMPA:
Musa ispiratrice dei più grandi artisti della sua epoca. Grande mecenate, performer prima della performing art e opera d’arte vivente.
3. ZIGGY STARDUST:
Uno dei tanti alter ego di David Bowie. Anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva, sessuale e di una mascolinità non tossica.
4. ELISABETTA I:
Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, regina d’Inghilterra e d’Irlanda, ultima monarca della dinastia Tudor, che secondo la leggenda ebbe molti amanti ma non si volle mai sposare e per questo venne definita la Regina Vergine. «Elisabetta I Tudor, vergine sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà. Che Dio ci benedica»
Voglio scusarmi quindi per aver considerato Achille Lauro un eccentrico indecente, posso non amare la sua musica, ma ammiro la passione che mette nei suoi progetti, la profonda cultura e la geniale originalità nel realizzarli.
Spero che chiunque lo abbia giudicato solo per l'apparenza possa qui aver trovato, almeno in parte, una spiegazione alla sua arte e, almeno in parte, guardi d'ora in poi le sue performance sotto una luce diversa, meno critica. Soprattutto considerando che Achille, come altri trapper o giovani cantanti di oggi, é una figura musicale molto importante nella vita dei nostri figli, almeno bisognerebbe capire senza errori né pregiudizi, quale sia il messaggio che trasmette a loro.
Ed è innegabile che pur non amando il suo genere musicale, Achille Lauro ha dimostrato di essere intelligente e sensibile quanto originale ed eccentrico.
Kly (grazie a Denny & Jessy)
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