È duro il confronto con le mamme petalose, organizzate e super attiviste, emancipate e femministe lavoratrici che ho intorno. Che vanno a lavoro fino al primo accenno di doglie e che ci tornano (magre, magrissime, anemiche) col capezzolo ancora grondante di nettare bianco non per obbligo, ma per scelta perché chissà poi che si pensi che non sono una femmina moderna. Che portano a spasso tutti i giorni i pargoli in carrozza, con pioggia, neve, tifoni tropicali. Che vanno in montagna e a fare shopping, e dal parrucchiere e si truccano la mattina.
Ma io resisto. Sono una mamma punk, nel senso che la casa è un macello, i bavaglini della pupa vengono assaggiati prima dal cane e poi da lei, la gatta dorme sul fasciatoio, le passeggiate solo se ho voglia e ho fatto lo shampoo, tante ore sul divano con la tappa accoccolata sulle tette (e la cana sulle cosce). In pigiama. Coi piatti da mettere in lavastoviglie. E un po' bestemmio e un po' mi commuovo. E un po' mi danno per lavarmi e un po' me ne fotto, perché avrò una vita per truccarmi e dimagrire e depilarmi le ascelle, ma solo un momento, un unico grande momento per quel primo "ghi ga ga" col ditino all'insù.
Quindi, care neomamme che il battesimo organizzato, l'asilo prenotato, l'università scelta, l'estetista in agenda, Bach nella cassa in passeggino, avete vinto, io torno sul mio divano pieno di peli e schizzi di latte... Fatevi una piega anche per me.
Prosit.
(Maddalena Albarano)
Che poi pure essere figli di ‘ste madri perfette non dev'essere tutto ‘sto carnevale di Rio. Parlo di quelle che “No, il tablet mai, nemmeno dieci minuti a cena fuori mentre mangi la pizza”. Perché:
a) se a due anni non riesce a stare seduto come un piccolo lord significa che non sei stata in grado di educarlo;
b) se non sei stata in grado di educarlo allora rinchiuditi in casa oppure paga una baby sitter;
c) loro si vogliono godere i loro pargoli anche quel quarto d’ora al mese mentre masticano la capricciosa – anvedi l'ansia! -.
Be', sapete cosa vi dico? Io no. Io, a volte, voglio solo godermi il sapore del fungo trifolato mentre lo sminuzzo con i denti e il gusto della Coca Cola fresca che scende nella mia gola, e se dieci minuti di Masha e Orso me lo permettono io sono pronta a produrre ‘sti merdosissimi episodi di tasca mia. Mi metto a fare l’executive producer, mi metto.
La cosa fichissima, poi, di questa categoria di mamme infallibili, è che le trovi in tutti i gruppi Facebook, pronte a sfoggiare tutta la loro perfezione. Se tu dici, ad esempio: “Ah ragazze mio figlio non dorme da sei mesi, sono distrutta”, loro prontamente rispondono: “Io, mai perso una notte! Sai, l’ho abituato così fin da subito” – Eh certo, io invece l’ho abituato a stare in piedi per guardare Marzullo! E quando posti: “Caspita, non mangia niente, non so più come fare!”, loro commentano: “Il mio ha sempre mangiato tutto, mai avuto questi problemi”; e se poi azzardi: “Non so come togliergli il ciuccio, mi date una mano?”, loro sentenziano: “Il ciuccio?!? Ma interferisce con l'allattamento!”.
Allora mi chiedo: ma un po’ di stikazzi, no? Non ce la vogliamo proprio mettere una briciolina di stikazzi, proprio no? Eddaje, su.
Che poi sono le stesse che danno tutto bio, guai a offrirgli un frollino con l’olio di palma e i giochi solo di faggio vergine delle Dolomiti, al rogo le macchinine telecomandate, e al parco ce li portano vestiti Missoni, con cinque cambi al seguito, e il tablet bruciamolo, e il succo di frutta ma che mi prendi in giro?!, e l’Elimination Communication, e la Montessori, e il cesto dei tesori, e la bottiglia della calma, e la tavola sensoriale, e il box manco cinque minuti per defecare in santa pace, e il girello vabbè nemmeno lo nomino, e l’allattamento esclusivo fino al 1586esimo mese di vita, e la bambola di pezza, e gli omogeneizzati mai, e il cotone organico e l’inci verdissimo e il Bimby ultimo modello e l’acqua dalle sorgenti di alta quota e Steiner e lo zucchero di canna integrale e il dou dou di canapa grezza e l'alto contatto e il co spleeping e la fascia ad anelli e il marsupio ergonomico e STOKAZZO CANTANTE NO?!?
Che poi, a me, tutta ‘sta perfezione, non è che mi sconfinferi fino in fondo. Perché la felicità passa anche attraverso una macchia di sugo sulla maglietta, un sorriso sporco di cioccolata, la merendina industriale occasionale, il tablet se usato con misura, l’errore, la voce che a volte inevitabilmente si alza, una regola infranta, un capriccio al momento sbagliato, un compromesso, se questo ti aiuta a risolvere una situazione perniciosa. La felicità passa attraverso le risate, le trecce sbilenche, i piedi neri di terra, i pannolini pieni di sabbia, le considerazioni inopportune, lo sgarro alimentare, un bagnetto rimandato a domani, il video su YouTube, la bugia a fin di bene, la cacca in solitaria, la puntata di “Paw Patrol” mentre cucini, una cena mangiata in piedi, una patatina fritta – ops! – presa con le mani – ops! – davanti la tv – ops! -.
La felicità passa attraverso la vita, e la vita vera, quella di tutti i giorni, è piena di imperfezioni.
Il resto sono solo chiacchiere. Inutili chiacchiere da isola che non c’è.
(Stefania Russo - dal web)
Alle mamme,
quelle che sono papà.
A quelle che non sanno mai se è un buon lavoro quello che fanno,
quando una sgridata è troppa e due concessioni sempre poche.
A quelle che finiscono di lavorare e hanno ancora tutto da fare,
a quelle che non lavorano e portano addosso il peso dello sguardo ironico della gente:
"Beata te", come facessero tutto loro.
A quelle che non sanno dire di no,
a quelle che guardano l'orologio della cucina aspettando un rientro ritardatario.
A quelle delle notti sveglie tra latte e pannolini,
a quelle vigili anche mentre dormono.
Mamme di termometri che si fanno odiare e di mani sulle fronti,
di fazzoletti in tasca e crackers sbriciolati in fondo alle borse.
A quelle sedute sul water con i bambini intorno come fosse un comizio,
a quelle che quando sentono silenzio sanno che come minimo,
troveranno il figlio con la testa dentro la lavatrice.
A quelle che si fermano a parlare fuori da scuola,
a quelle di corsa che i figli li lanciano in aula dal finestrino.
A quelle che partecipano a tutte le riunioni e a quelle che non sanno se quella è la maestra o la bidella.
A quelle che urlano sfogandosi e a quelle che tengono tutto dentro, che salutiamo ricoverate in psichiatria.
A quelle che fanno fare sport e a quelle che salto in lungo sul divano e tutti a dormire.
A tutte.
Perché ogni mamma è un mondo a sè.
Perché l'unico modo giusto di crescere un figlio è quello che ogni mamma fa a modo suo.
Che sia oggi, Domenica o quando vogliate:
voi celebratela ogni giorno, vostra madre.
Se c'è abbracciatela forte, chiamatela, perdonate gli sbagli.
Se non c'è, scolpitela nel cuore, che viva nitida nei ricordi.
Se non c'è mai stata non disperate,
mamma è qualunque cosa vi faccia sentire a casa.
A tutte le mamme auguri,
che siate benedette sempre splendide creature!
Al mondo state certi che ci sarà sempre qualcuno che vi ama più della propria vita:
anche quando sarà troppo adulto per dirvelo.
(dal web)