Il mio consiglio di lettura di oggi è l’ultimo libro della scrittrice islandese Auður Ava Ólafsdóttir, uscito in Italia a cura di Einaudi nel 2018, che si intitola Hotel Silence.
Il protagonista di questo romanzo di 200 pagine è Jonas, un uomo di 49 anni, deluso dalla vita, solo e stanco dopo il divorzio e rivelazioni personali sorprendenti. È un uomo pratico, ordinato, riservato, di poche parole e il suo disagio di vivere lo spinge a programmare il proprio suicidio. Programmare nel senso più stretto del termine: sistema tutte le sue cose, vende la società e decide di impiccarsi e, non volendo che sia la figlia a trovarlo appeso, si reca in un non precisato paese appena uscito da una sanguinosa guerra civile, dove, pensa, un morto in più o in meno non fa differenza. Si porta come bagaglio un solo cambio di abiti, i diari di gioventù e la sua cassetta degli attrezzi con trapano, allo scopo di un montare un efficientissimo gancio al soffitto.
E così diventa il terzo ospite dell’Hotel Silence, ex hotel di lusso con terme annesse, e conosce Maì, Fifì, il piccolo Adam e molte persone del posto, con il loro carico di orrore e con tanta voglia di tornare alla normalità, quella normalità basica fatta di acqua calda e limpida e di pareti imbiancate. In questo contesto di macerie un uomo pratico e capace con un trapano e gli attrezzi giusti può fare la differenza.
È attraverso la sistemazione degli oggetti e della case che si sistema anche il cuore; è con un po' di nastro adesivo che si rappezza anche l'anima... questo sembra dire questo romanzo pacato e intimo che sento di consigliare vivamente.
La descrizione delle brutture della guerra non appesantisce la narrazione che è lineare ed equilibrata, senza picchi, ma con una costante atmosfera malinconica.
Oggi consiglio una visita, in punta di piedi, all'Hotel Silence insieme a Jonas.
Buona lettura!
Denny
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