Una valle con un laghetto, una piccola cascata naturale - unica in Puglia - e tante testimonianze storiche, dalla preistoria al X secolo.
Un piccolo paradiso che in tanti, magari, non conosceranno, ma che si trova nel nostro territorio. Parliamo della Gravina di Riggio, un luogo di grande pregio a livello naturalistico e storico.
La Gravina di Riggio nasce a 4 chilometri da Grottaglie, in provincia di Taranto, ed è una valle estesa 1300 metri e profonda 25. Oltre ad ospitare molte specie animali e vegetali, è famosa per le sue grotte, alcune di origine naturale, altre opera dell'uomo. La Gravina di Riggio è unica per la sua cascata, che dopo un salto di 15 metri alimenta un piccolo lago e un ruscello.
Bellissima anche la chiesa-cripta Grotta del Redentore o Cripta Maggiore.
Sita sul costone Sud della Gravina e precisamente sotto l'ovile di Riggio c'è la chiesa rupestre a navata unica e quadrata. Considerando gli scritti di alcuni storici grottagliesi e non, si deduce che nella cripta, originariamente si accedeva tramite un ingresso rettangolare sormontato da una lunetta e due finestrelle laterali sull'architrave, utilizzati come sfiatatoi quando la porta era chiusa, oltre al lucernario sulla volta. Il gran foro praticato sulla volta serviva a un triplice scopo : dar luce all'ambiente, smaltire il grasso fumo delle lucerne ad olio e raccogliere acqua piovana grazie a dei piccoli canaletti. Lungo il perimetro della grotta è stato ricavato un sedile scavato nella roccia tufacea.
La chiesa conserva importanti cicli di affreschi, il cui strato più antico è datato, in virtù dello stile e dell'iconografia vicini a quelli della pittura cappadoce e siro-palestinese, alla prima metà del X secolo.
Sulla parete di fronte all'entrata si aprono due absidiole : una al centro e una alla destra di chi guarda. L'abside centrale misura 2,10m di altezza e 1,60m di larghezza. Nell'abside centrale sul più antico strato di intonaco si intravede la figura maestosa del Salvatore in mezzo a due santi. Il Cristo è deturpato da un buco che lo orba dall'occhio sinistro. Si pensa, secondo racconti popolari, che i Signori dell'epoca nascondessero dei tesori all'interno degli occhi del Cristo e della Vergine. Oggi si presentano quindi bucati, in quanto la comune gente, in cerca di fortuna per poter migliorare le proprio condizioni di vita, credendo a tali racconti praticava suddetti fori non trovando però il tesoro sperato. La figura del Cristo è racchiusa in una cornice a mandorla ; l'impostazione della figura e la sua realizzazione sono arcaiche: Cristo è in atto di benedire.
Alla destra di chi guarda, accanto al Salvatore troviamo la Vergine il cui capo è circonfuso da un nimbo giallo delimitato da un contorno rosso punteggiato di bianco. Di fronte alla Vergine doveva essere dipinto San Giovanni Battista.
Nell'abside di destra troviamo la figura della Vergine seduta col Bimbo in braccio, sul lato destro il volto di un santo con i baffi, barba e capelli lunghi, si presume sia l'apostolo Paolo; sul lato sinistro sono raffigurati gli apostoli Pietro e Andrea col viso rivolto al centro, rilevati da alcune scritte greche.
Sul muro di destra sono ancora visibili una serie di Santi in piedi vestiti allo stesso modo con un libro in mano; inoltre è ancora visibile in parte la figura di san Michele Arcangelo con il globo terrestre in mano e due figure di sante ai lati.
Sul muro di sinistra sono visibili alcuni tratti di affreschi quasi completamente rovinati da non poterli decifrare, fra cui parte della Crocifissione e in parte il rapimento di Elia.
Sull'abside piccola si intravede la figura di Santa Barbara con la Croce nella mano sinistra. La caratteristica di tutti gli affreschi presenti denota l'influsso dell'arte bizantina.
La chiesa presenta inoltre agli angoli destro e sinistro due fonti battesimali, di cui uno maschile e uno femminile.
Da quello che perviene a noi oggi si possono notare anche le sedute lungo i lati di tutta la Chiesa.
Il soffitto è oggi rovinato da un particolare fungo che ha la capacità di mangiare i vari strati di roccia che lo compongono. Su di esso sono presenti inoltre resti di fossili con vari tipi di forme, tra cui a conchiglia.
Giuliana