Dopo essersi trasferita in uno degli appartamenti dell'antica palazzina di via Portico d'Ottavia 13, la storica Anna Foa decide di indagare la storia dell'edificio che, nel ottobre del 1943, ospitava esclusivamente famiglie ebree. Da qui prende il via la tragica cronaca dei destini di tante persone che, dopo il rastrellamento del 16 ottobre, morirono per la maggior parte tra i campi di concentramento e le Fosse Ardeatine.
La Foa fa i nomi di tutti i protagonisti, puoi immaginarli nelle loro case impegnati a far fuggire gli uomini non appena si accorgono dell'irruzione nazista. Vengono trovati tutti in casa, è sabato e per gli ebrei è giorno di riposo.
Sono tante le rivelazioni che emergono: il senso di parziale sicurezza dopo la consegna dell'oro ai nazisti avvenuta a settembre, l'impossibilità per i più poveri di fuggire e nascondersi, i delatori ebrei che vendono i loro correligionari per accaparrarsi le taglie (5000 lire gli uomini, 2000 lire le donne, 1000 lire i bambini). È un racconto straziante la cui memoria permea le pareti, i cortili, il portico dell'antica palazzina diventata teatro di un'immane tragedia. Più di tutto, a lasciare l'amaro in bocca, e l'assenza di quella giustizia che può consentire la ricostruzione. Sì, perché l'Italia, le vittime italiane e i pochi sopravvissuti non hanno mai avuto la loro Norimberga.
Un libro molto bello e coinvolgente che consiglio a tutti per ricordare e acquisire la consapevolezza di come anche l'Italia si sia macchina di una delle più grandi atrocità del '900.
Stefania
Per la ➡ READING CHALLENGE 2021 di TuttoPerTutti questo libro può rientrare nelle categorie: 19 - 43 - 50 o +1
Questo articolo partecipa al Venerdì del libro su HomeMadeMamma
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