giovedì 30 marzo 2017

MILANO DA LEGGERE

MILANO da LEGGERE è un progetto del Sistema Bibliotecario di Milano per far conoscere e diffondere la lettura nella sua variante digitale.

Lo scaffale virtuale, dedicato al racconto di Milano, per la seconda edizione si tinge di giallo e propone libri che, oltre ad avere trame ambientate in città, appartengono tutti alla narrativa gialla e noir. A partire da Scerbanenco e Olivieri, maestri del thriller milanese, ogni autore racconta la “Milano nera” da una particolare prospettiva storica: Biondillo, Carcano, Colaprico, Crapanzano, De Angelis, Gurrado, Luzzi e Tuzzi sono gli altri autori presenti nella nuova collezione. Fino al 31 maggio puoi i scaricare gratuitamente i loro ebook.

http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/extra/others/extra/milano_da_leggere

La seconda edizione di Milano da Leggere è realizzata con la sponsorizzazione tecnica di ATM e la collaborazione degli editori Bollati Boringhieri, Garzanti, Guanda, Marcos y Marcos, Meravigli, Mondadori, Mursia e dell’Agenzia Letteraria Santachiara.


Buona lettura!


Se la lettura digitale ti appassiona, puoi trovare altri contenuti nella sezione dedicata del sito di SBM.

lunedì 20 marzo 2017

GLI OROLOGI ELETTRICI DI LECCE by Giuliana

La data del 1868 segna l'impianto a Lecce di una rete di quattro orologi elettrici sincroni, collocati su altrettanti edifici pubblici, che costituì un indubbio primato nazionale ed Europeo. Il sistema funzionò, con alterne vicende, per problemi di manutenzione dagli anni ‘20 in poi, fino al 1937, quando fu gravemente danneggiato, pare, da un fulmine.
Il sistema era costituito da quattro quadranti disposti in punti diversi della città, le cui sfere erano mosse da un dispositivo elettromagnetico attivato da impulsi elettrici che venivano inviati ogni mezzo minuto dall'orologio motore.
Questo non era altro che un normale orologio a pendolo collegato ad un sistema di interruttori al mercurio, che chiudevano e aprivano, alternativamente, un circuito elettrico alimentato da una batteria di pile a diaframma regolatore. Il meccanismo dell'orologio motore, collocato sul Sedile, come è stato ritrovato nel 1990. Altre collocazioni furono: la Prefettura di Lecce; l'Ospedale Santo Spirito di Lecce e il Convitto Palmieri 
Ad ogni quadrante era abbinata una suoneria, costituita da due campane percosse da martelli azionati da un dispositivo a cascata di leve, anch'esso comandato elettricamente dall'orologio motore.
Per le strade del centro storico sono ancora visibili alcune delle mensole su cui erano stesi i fili elettrici che collegavano l'orologio motore ai quadranti periferici. 
Autore della realizzazione della rete di orologi elettrici sincroni fu un sacerdote leccese, Giuseppe Candido, formatosi al prestigioso Collegio S. Giuseppe, retto dai gesuiti, avendo per insegnante di fisica il Padre Nicola Miozzi, dalle notevoli competenze in fatto di elettricità.
Candido, che, tornato a Lecce dopo gli studi universitari, si diede a realizzare ogni sorta di apparati elettrici per usi didattici e per usi domestici, molti dei quali messi in funzione nella sua casa di via Regina Isabella (su cui sopravvive, unica memoria del grande leccese, la lapide fattavi collocare dal nipote Gennaro Candido in occasione del centenario della nascita). 
Una descrizione entusiastica dell'attività del sacerdote scienziato, elevato da Leone XIII alla dignità episcopale e inviato a reggere la diocesi di Ischia dove morì nel 1906, è contenuta in un fascicoletto pubblicato da Cosimo De Giorgi nel 1899 in occasione del trentennale di funzionamento degli orologi elettrici.
Nato a Lecce il 28 ottobre 1837, primo di sette figli, entrò a dieci anni nel Reale Collegio dei Gesuiti, una delle più prestigiose scuole del Regno, dove dimostrò presto grande predisposizione per la Fisica e la Matematica. Uscì dal Collegio nel 1857 decorato del Giglio d’Oro, la massima onorificenza per i migliori alunni, e con un ritratto ad olio in abito sacerdotale. Durante i suoi studi al Collegio di Lecce ebbe modo di appassionarsi allo studio dell’Elettricità, soprattutto per opera del suo insegnante P. Nicola Miozzi, vero esperto della scienza che stava rapidamente guadagnandosi l’attenzione di tutti per le applicazioni pratiche che lasciava prevedere. E proprio con Miozzi, Candido partecipò, dal 14 al 27 gennaio 1859, alla realizzazione di uno dei primi esperimenti di illuminazione pubblica, alla presenza del Re Ferdinando II, in visita a Lecce. Per le strade del centro storico sono ancora visibili alcune delle mensole su cui erano stesi i fili elettrici che collegavano l'orologio motore ai quadranti periferici. 
Nel 1955 fu effettuata l’installazione di un vero, grande, meraviglioso orologio sul motivo turrito della Banca Commerciale..
Il realizzatore dell’opera è lo scultore salentino Francesco Barbieri che pur vivendo a Milano ha conservato per la sua terra un profondo amore. Tutti i pezzi che compongono il nuovo orologio pesano 20 quintali e sono arrivati a Lecce imballati in ben 20 casse di varia grandezza. Il complesso architettonico nel quale è inserito l’orologio è alto 10 metri. Il quadrante, a forma di occhio, è circondato da una cornice di rame e smalto e poggia su uno sfondo di mosaico veneziano sfumato di azzurro con stelle dorate. Anche i numeri, indicanti le ore, sono dorati con sfondo di rame smaltato. Se non è il più grande orologio del mondo, come l’ha definito il quotidiano inglese Daily Telegraph, è certamente uno dei più originali. Nel febbraio del 2016 l’opera restaurata, ha ripreso vita, con una grande novità, introdotta con i lavori di restauro, che hanno dotato l'orologio di un impianto di illuminazione che lo rende ben visibile anche di sera.

Giuliana

mercoledì 15 marzo 2017

CORNICE CON TASTI PC - Speciale festa del papà

Per la festa del papà si può realizzare facilmente una cornice decorata con i tasti di un vecchio pc portatile o tastiera.
Serve solo una vecchia cornice di legno o plastica, i tasti di un portatile o di una tastiera in disuso e colla a caldo.
I tastini si possono disporre in modo ordinato o in modo un po' in disordine e a gusto si può aggiungere qualche piccola decorazione (strass, perline...).
Fantasia e amore è tutto quel che serve.

Auguri a tutti i papà.

Denny

martedì 14 marzo 2017

TORNA PRESTO, LULÙ! di Jeanette Flot


La scuola della maestra Serafina si chiama 《Il melo verde》e funziona a meraviglia. C'è un'unica classe con solo dieci scolari, sei maschi, e cioè Silvano, Berto, Chicco, Toto, Luigino e Matteo, e quattro femmine, che sono Marta, Beatrice, Matilde e Lulù.
Poi ci sono le due colombe Pia e Lia, Gervaso, il pesce rosso, e Baffina, la gatta nera che cerca sempre di bere l'acqua del vaso di Gervaso.
Sono già tre anni che i bambini frequentano la scuola della maestra Serafina.
Poi, un giorno, Lulù non va a scuola. Sembra che non stia per niente bene, che sia molto stanca. Passano due mesi, ma Lulù non si vede. La sua mamma è venuta a parlare con la maestra e ha detto che Lulù è molto malata, che è una cosa grave e che la stanno curando all'ospedale, in città. I suoi compagni non possono andarla a trovarla, però possono scriverle.
Di tanto in tanto arriva qualche notizia: Lulù non migliora e non peggiora, bisogna avere pazienza e aspettare. I nove bambini e la maestra Serafina sono davvero molto tristi.
Passano le settimane e passano i mesi.
Sembra che Lulù stia meglio. Però il suo posto rimane vuoto.
Poi, una mattina, il postino porta una lettera della mamma di Lulù.
Lulù è guarita. Potrebbe anche tornare a scuola, il dottore è d'accordo, però...
Però cosa?
Lulù ha perso tutti i capelli, i suoi bei capelli ricci, rossi come il sole quando tramonta. E così Lulù non vuole tornare a scuola, perché si vergogna.
I suoi compagni sono molto tristi e non sanno cosa fare. Il piccolo Berto scoppia in un pianto disperato. Allora la maestra Serafina prende una decisione:

 - Ora scriviamo a Lulù e le diciamo di tornare a scuola!
I bambini, tutti insieme, scrivono una lettera. Poi Matilde, che ha una bella calligrafia, la ricopia:
《Cara Lulù, adesso sei guarita e noi ti aspettiamo. A noi non importa niente che tu non abbia più i capelli. E poi i capelli ricrescono, e saranno ancora più belli! Ti stiamo preparando una sorpresa per farti festa quando tornerai. Torna, Lulù, ormai sei guarita. Ti mandiamo tanti baci.》
Tutti i bambini firmano la lettera, e anche la maestra Serafina. La mettono in una busta, incollando il francobollo e la imbucano. Ora bisogna solo aspettare.
Un lunedì mattina Lulù torna a scuola, un po' intimidita e un po' pallida. In testa porta in cappellino.
Poi viene il momento delle sorprese! Ogni bambino porge a Lulù il regalo che le ha preparato: Silvano le dona una barchetta di sughero, Marta una collana di perline colorate, Matteo una gomma da masticare mai usata, ancora nella sua carta, Chicco un ritratto di Lulù dentro una cornice, perché Chicco è bravo a disegnare, Toto le regala il suo fischietto da arbitro, Beatrice un mazzolino di mughetti, Luigino una famiglia di uccellini di carta e Matilde la sua palla rossa con le stelline bianche.
E Berto? Dov'è Berto?
Berto non c'è, nessuno l'ha visto.
Tutti si mettono a chiamarlo: - Berto! Berto!
Allora la porta dell'armadio delle scope si apre piano piano ed esce Berto con la testa rapata e liscia come un uovo.
Tutti i bambini esclamano insieme: - Berto! Perché ti sei tagliato tutti i capelli?
E Berto risponde: - È la mia sorpresa! Ieri sono andato con la mamma dal barbiere e mi sono fatto pelare la testa, così adesso siamo uguali, io e Lulù. Adesso possiamo fare a gara per vedere a chi crescono prima i capelli!
Lulù ascolta, poi fa un piccolo sorriso e alla fine scoppia a ridere. Si toglie il cappello e va a sedersi al suo posto.


Tratto da Penne, Matite e Astucci -Storie di scuola
Einaudi Ragazzi

sabato 11 marzo 2017

18 MARZO 2017: TI AMO...O QUALCOSA DEL GENERE - AUDITORIUM LUX - GATTINARA (VC)


Uno spettacolo divertentissimo e sorprendente, che ha debuttato la prima volta nel 2007 con enorme successo, conquistando migliaia di spettatori romani. Questa volta in una veste rinnovata, pronto per affrontare un tour nazionale.
Con Roberto Ciufoli, Tiziana Foschi, Francesca Nunzi, Diego Ruiz e regia dello stesso Diego Ruiz, un’altra divertente commedia con le sue appassionanti e ironiche ricerche sulla qualità dei rapporti di coppia, visti però, questa volta, attraverso la lente spietata dell’amicizia. Sì, perché un amico alcune volte, più o meno involontariamente, può mettere i bastoni tra le ruote alla storia d’amore dell’altro. Se poi il tuo migliore amico, in realtà è un'amica, il pericolo è dietro l'angolo.

Per informazioni: 3312723933 - 3474896275

venerdì 10 marzo 2017

UNO ZAINO, UN ORSO E OTTO CASSE DI VODKA- LEV GOLINKIN

Lev Golinkin è un giornalista americano. 
Per molti anni del suo passato non ha voluto parlare, trincerato dietro a un "vengo dal New Jersey" e ad uno sguardo cattivo che zittisce l'interlocutore, poi però ha sentito il bisogno di guardarsi allo specchio e fare pace con se stesso e con il suo passato ed è nato il suo primo libro "Uno zaino, un orso e otto casse di vodka", che è uscito negli USA nel 2014.
Lev è nato in Ucraina nel 1980 in una famiglia ebrea in un paese fortemente antisemita. E' un bambino di soli 9 anni quando i genitori capiscono che è finito il tempo di sopportare soprusi, limitazioni e controlli, che non possono più tollerare la costante paura e che devono offrire un futuro migliore ai figli, e decidono di abbandonare l'unione sovietica.
Vengono aiutati, come migliaia di altri ebrei sovietici, da organizzazioni e associazioni internazionali.
Il viaggio dura mesi. Diverse le tappe, diverse le persone incontrate, diverse le difficoltà, ma alla fine la famiglia Golinkin approda felicemente negli Stati Uniti d'America.
Il libro racconta questo viaggio della speranza e quello a ritroso effettuato vent'anni dopo dall'autore alla ricerca delle tracce del loro passaggio e delle persone che li hanno aiutati, e si conclude con una terza parte ambientata nel presente molto più intima e personale, che ho amato particolarmente.
Cosa rende questo libro particolare e interessante? 
Il tocco leggero che ha tutta la storia!
Lev Golinkin parla in modo semplice e anche divertente di cose serie e ha uno stile vivace ed emozionante. Le difficoltà e le delusioni, che sono tante, vengono raccontate con onestà ma anche con una vena di ironia.
Ci sono dei passaggi veramente molto simpatici, come questa descrizione della babuska:



E che dire di quando si scopre che negli stati uniti ci sono 17 paesi o città che si chiamano Lafayette? Spunta un sorriso, ma dura poco se si prova a immedesimarsi  con la famiglia Golinkin e ad immaginare come questo possa aver accentuato la loro incertezza.
Suscita simpatia e tenerezza anche il racconto di come tutta la famiglia, da poco negli States, cada completamente nel panico per una telefonata della polizia; salvo poi scoprire che è solo un'associazione che cerca fondi per i caduti e gli orfani delle forse dell'ordine. Fa sorridere ma anche comprendere come la paura della polizia sia radicata negli ex sovietici.
Questo libro è una preziosa testimonianza di cosa voglia dire essere sradicati dal proprio paese e doversi reinventare da capo, di quali compromessi è necessario fare, di quali ferite lascia nell'intimo.
È un libro bello, onesto, simpatico, vivace, interessante ma anche toccante.

Oggi la Denny consiglia di fare un viaggio intimo insieme a Lev Golinkin attraverso le 336 pagine di "Uno zaino, un orso e otto casse di vodka" edito in italiano da Baldini & Castoldi (gennaio 2017).

Buona lettura.

(хорошее чтение)

Denny

Per la ➡ reading challenge 2017 di TuttoPerTutti questo libro può rientrare nelle categorie: 
03 - 12 - 14 - 30 - 50.

Questo articolo partecipa al Venerdì del libro su HomeMadeMamma

mercoledì 8 marzo 2017

♫ BARBRA STREISAND ♪ WOMAN IN LOVE (1980) ♫ (Video + Testo) ♪



WOMAN IN LOVE
( BarryMaurice e Robin Gibb)

Life is a moment in space
when the dream is gone
it’s a lonelier place
I kiss the morning goodbye
down inside, you know we never know why
The road is narrow and long
when eyes meet eyes
and the feeling is strong
I turn away from the wall
I stumble and fall
but I give you it all
I am a woman in love
and I’d do anything
to get you into my world
and hold you within
it’s a right I defend
over and over again
what do I do
With you eternally mine
in love there is no measure of time
we planned it all at the start
you and I live in each other’s heart
we may be oceans away
you’ll feel my love
I hear what you say
no truth is ever a lie
I stumble and fall
but I give you it all
I am a woman in love
and I’d do anything
to get you into my world
and hold you within
it’s a right I defend
over and over again
what do I do
I am a woman in love
and I’m talking to you
you know I know how you feel
what a woman can do
it’s a right I defend
over and over again
I am a woman in love
and I’d do anything
to get you into my world
and hold you within
it’s a right I defend
over and over again
DONNA INNAMORATA
( BarryMaurice e Robin Gibb)

La vita è un momento nello spazio
quando il sogno svanisce
è anche più solitaria
dentro di me dico addio al mattino
sai che non ne sapremo mai il perché
E’ una strada stretta e lunga
quando gli sguardi si incrociano
ed il sentimento è intenso
non mi appoggio più alle certezze
e inciampo, cado
ma ti dono tutta me stessa
Sono una donna innamorata
disposta a fare di tutto
per averti nel mio mondo
e fartici restare
difendo questo diritto
e continuerò a farlo
cos’altro posso fare?
Dovevi essere mio per sempre
ma non si misura il tempo in amore
avevamo deciso dall’inizio
di vivere l’uno nel cuore dell’altra
possono esserci oceani tra di noi
ma il mio amore sarà con te
sento quello che dici
nessuna verità è mai una bugia
mi confondo, sbaglio
ma ti dono tutta me stessa
Sono una donna innamorata
disposta a fare di tutto
per averti nel mio mondo
e fartici restare
difendo questo diritto
e continuerò a farlo
cos’altro posso fare?
Sono una donna innamorata
ed è a te che parlo
sai che capisco quello che provi
a cosa può arrivare una donna
difendo questo diritto
e continuerò a farlo
Sono una donna innamorata
disposta a fare di tutto
per averti nel mio mondo
e fartici restare
difendo questo diritto
e continuerò a farlo

martedì 7 marzo 2017

IN METROPOLITANA/3 - PENSANDO AD ALEX


E' una mattina come mille. Milano è grigia e uggiosa alle 7,30 del mattino. La metropolitana sferraglia e la gente, seduta e in piedi, è estranea, sonnolenta, persa negli schermi degli smartphone o nelle poche pagine di qualche giornale free-press.

Lui ha più di 50 anni ed è seduto. E’ salito al capolinea e come ogni giorno lavorativo percorrerà tutta la linea fino all’ultima fermata, perciò non ha bisogno di prestare attenzione alle fermate che si susseguono.
La tratta che compie ogni mattina in metropolitana è il momento più intimo e malinconico della sua giornata. Quando scenderà si ridesterà, si darà da fare in ufficio, sarà gentile e competente, cordiale e anche simpatico ma per i 30 minuti del viaggio può restare solo con se stesso.
È in questa carrozza sferragliante, insieme a tanta gente, ma è assente.
Nelle orecchie ha gli auricolari collegati ad un piccolo lettore mp3. Era di sua figlia Alessandra e le canzoni sono quelle che ascoltava lei due anni fa. Lo tiene in modalità riproduzione casuale e le molte canzoni, italiane e straniere, che contiene fanno da sottofondo ai suoi pensieri e ai ricordi che scorrono senza freno.
Lei gliela ha portata via quel cancro bastardo. Aveva solo 28 anni.
Una feroce lotta durata tre anni, che, ad un certo punto, era sembrata quasi vinta… poi il vigliacco è tornato più agguerrito che mai a reclamare la sua preda.
Lui al mattino in metrò si lascia annegare nella malinconia. A volte chiude gli occhi per isolarsi ancora di più, altre volte prende lo smartphone e scorre le foto di lei. Sorride in quasi tutte.
Non nota mai nulla di quel che ha intorno, ma, come chiamato a gran voce, stamattina qualcosa lo desta e attira la sua attenzione. È la ragazza seduta di fronte. E’ giovane, carina, con vezzosi occhiali verdi.
Cosa avrà mai fatto per risvegliarlo dal suo stato catatonico? Semplicemente si è sistemata i capelli dietro all’orecchio con un movimento lento e fluido. Questo banale gesto gli ha ricordato Alessandra.
Gli succede spesso. Un oggetto, un profumo, un colore, una parola, un’immagine o un gesto, all’improvviso, gli ricordano lei. In modo imprevisto e bruciante.
Fa male e fa bene allo stesso tempo. E’ comunque un legame con lei e lui ha bisogno di sentire che c’è.
Potesse tornare indietro e invertire i ruoli: lui in un cimitero e lei seduta su questa metropolitana, persa in pensieri che fanno sorridere, come la ragazza dagli occhiali verdi che ha davanti, non esiterebbe un solo istante. Ma non è possibile riavvolgere la pellicola. La vita non è un film!
Nelle orecchie, leggendogli i pensieri, una canzone gli dice:
E’ Alex che lo sgrida per questi pensieri pieni di rimpianto.
In quella bianca stanza d’ospedale le ha promesso solennemente di vivere al meglio la vita senza abbattersi, e ci sta provando, giorno dopo giorno. Ci sta provando!

Denny