martedì 6 ottobre 2015

LE LEGGENDA DELLE FATE JANAS OSSIA "LE DOMUS DI JANAS " - LE TOMBE NEOLITICHE IN SARDEGNA

Chi ero… non so…
da dove vengo… non so…
Ricordo una pioggia di lacrime intorno a me.
Un’onda altissima
mi ha portata fino alle porte di Lot
ed ho attraversato quell'enorme cancello
timida e silente.
Chi sono… ora lo so…
Dove sono… ora lo so…
fra tanti volti amici,
fra gioia ed allegria…
qui ho trovato l’amore…
Galant è il suo nome,
Lui il mio destino…
niente più lacrime, niente più buio
solo luce ed amore intorno a me…
apro gli occhi… ora sono qui…
sono una Fata Janas… ora lo so.

Una leggenda vuole che in un tempo lontano, quando gli uomini sulla terra costruivano i nuraghi, un’altra razza si evolse e crebbe fino ad essere temuta e rispettata: Janas è il nome che il popolo diede a questi esseri.
Si narra che avessero forma di bellissime donne, ma che all'occorrenza potevano cambiare aspetto e dimensioni a loro piacimento. Si narra che vivessero in delle piccole case scavate nella roccia (ancora oggi esistenti), che vengono e venivano chiamate Domus de Jana, scavate dalle Janas con le loro unghie d’acciaio, e che esse si spostassero camminando sull'aria senza che i loro piedi toccassero mai terra.
Era allora obbligo del padre e della madre di un neonato, chiamare come madrina del suo piccolo una Jana che avrebbe vegliato su di lui per tutta la vita.
Dai più recenti studi si è compreso che nel paleolitico le Domus de Jana erano usate come tombe, ma nessuno è sicuro se queste tombe siano state scavate allora o siano antecedenti a quel periodo, un gran mistero si aggira intorno alle Janas e alla loro leggenda…
Le Fate Janas un tempo vivevano su un’isola vulcanica che gli umani chiamavano Isola Vagante, perché ogni notte cambiava posto, dove era sempre primavera…
In quest’isola, dove il vulcano regna sovrano al centro del piccolo pezzo di terra sospeso sui flutti, le Janas avevano scavato le loro domus usando le loro unghie che sono lunghe e forti. Trascorrevano le giornate tessendo sogni per gli uomini e vesti preziose per se stesse, e la notte si riunivano per danzare insieme sotto la Luna ed intorno all'antichissimo Cristallo (fonte d’Energia vitale per le Fate Janas), diffondendo nell'aria canti e risa.
Convivevano pacificamente con tutte le altre Creature esistenti e, dato che sono molto curiose e socievoli, spesso andavano a cercarne la compagnia. Ma poi, un brutto giorno, mentre le Fate si preparavano a festeggiare il solstizio d’inverno, l’antico Vulcano si risvegliò e devastò l’isola, rendendola inospitale.
Il Cristallo si spezzò in mille frammenti e le chiome delle Janas divennero bianche, non restava altro da fare che abbandonare l’isola: ogni Fata prese un frammento del Cristallo e tutte insieme partirono, giungendo, dopo molte peregrinazioni, nel Granducato di Lot.
Qui le Janas si sono stabilite, portando la loro gioia di vivere, la loro allegria, le loro bellissime alucce che cambiano colore a seconda dei loro sentimenti, ed anche un briciolo di follia, a tutti coloro coi quali vengono a contatto.
Le Janas sono dotate di inclinazioni personali, anche se alcuni lati del loro carattere sono comuni. Dispettose ed emotive, generose e ricche di senso dell’umorismo, hanno un modo di fare notevolmente vivace… Le loro anime sono variopinte, come piccoli prismi attraversati da un raggio di sole, che sfavillano di tutti i colori dell’iride.
Alcune di esse sono molto serie e riflessive, tendenti alla malinconia e al silenzio, altre ancora sono timide e facilmente impressionabili, ma tutte sono soggette a sbalzi d’umore repentini, per cui sarebbe impossibile dare al loro carattere una definizione precisa, e proprio questo forse le rende tanto particolari. Lavoratrici instancabili, riescono bene in qualunque attività manuale o di concetto, anche se amano in modo particolare tessere e cucinare.
Sensibili ed accorte, non trascurano mai di regalare un sorriso ai Viandanti e tendono sempre la loro mano a chi ha bisogno di aiuto. Hanno anche i loro difetti… sono capricciose e permalose, è molto facile offenderle, ma altrettanto in fretta dimenticano… niente le colpisce più di un sorriso sincero ed amichevole.
Una caratteristica singolare delle Janas è la scheggia di Cristallo da cui non si separano mai e che portano al collo come ciondolo, fonte della loro energia ed unico ricordo del tempo gioioso trascorso sull'Isola Vagante.
Le Janas arrivano al massimo ai 50 cm, sebbene alcune di esse adorino mantenere la grandezza naturale di una donna con lo spreco di energia che questo comporta. La loro pelle è candida, gli occhi sono grandi e profondi, i capelli lunghissimi e setosi. Hanno unghie lunghe e fortissime, che contrastano con la delicatezza delle fattezze delle mani. Alcune amano vestirsi con tessuti preziosi ed ornare i capelli con nastri colorati o piccole gemme luccicanti, ed altre invece, meno preoccupate del loro aspetto si vestono con semplici tuniche, in genere bianche o verdi, e lasciano i loro capelli sciolti e senza ornamenti, a parte il Cristallo al collo da cui nessuna Janas si separa mai. Le ali delle Janas sono molto particolari. Di base sono trasparenti come il Cristallo, ma a seconda delle variazioni del loro umore assumono un diverso colore… dai toni fiammeggianti del rosso quando sono euforiche, ai toni caldi dell’oro quando sono in uno stato di piacevolezza, fino ad arrivare al nero passando per il viola, quando proprio sono furibonde. Durante il solstizio d’inverno le Janas subiscono una piccola mutazione, i loro capelli infatti con l’arrivo del freddo si tingono di bianco, quasi come se volessero precedere la neve. Le piccole Fate si aggirano per le vie di Lot imbarazzate e intimidite dal loro aspetto inconsueto; questo stato d’animo può provocare in loro gesti di stizza e di rivalsa nei confronti di chi intende prenderle in giro. La morte di queste Fate avviene solitamente per loro volontà. Spesso decidono di lasciare il mondo degli umani perché stanche del loro modo di vivere e desiderose di ricongiungersi al Cristallo. Consegnando il Cristallo fonte di vita alla Fata Sorgente, infatti, le gocce rinunciano alla loro vita terrena e dopo una settimana prive del ciondolo ritornano alle origini, perdendo i ricordi legati alla loro esistenza.

Giuliana

4 commenti:

  1. Molto interessante questa leggenda. Molto bello e ben scritto il testo.
    Brava Giuliana!

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    1. Grazie Patry! Chissà che fondo di verità si cela in ogni leggenda....

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  2. Risposte
    1. Grazie Luce e Sale! a me piace immaginare che un fondo di verità ci sia...

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