martedì 8 settembre 2015

UGENTO (LE) by Giuliana

Molti studiosi che scrissero intorno alle origini di Ugento non si trovarono mai d'accordo circa il periodo della sua fondazione, ed hanno sostenuto varie e contrastanti ipotesi; comunque, e su questo vi è unanimità di consensi, la sua origine si perde nella notte dei tempi. Intorno al 1500-1000 a. C. si insediarono nella zona i Messapi; segno indelebile di tale insediamento sono le importanti mura messapiche il cui perimetro misurava circa Km. 4.900, con una superfice urbana di circa 145 Ha; lo spessore, ancora oggi visibile in alcuni tratti, misurava circa tra i 6 e gli 8 metri e risultano costruite con l'impiego di grandi massi squadrati e ben assestati. Si è potuto inoltre stabilire, con un rilievante grado di certezza, che per tutto lo sviluppo delle mura si potevano contare numerose torri.
Durante l'Impero Romano, Ugento entrò a far parte del grande disegno espansionistico di Roma, non solo come municipio bensì come alleata. Lo scoppio delle ostilità tra Roma e Cartagine indusse le città Messapiche ad allearsi con Annibale nella vana speranza di riconquistare l'indipendenza e quindi l'antica autonomia. Fu così che il porto di Ugento, così come gli altri porti della Messapia vennero utilizzati per lo sbarco e l'approvigionamento dell'esercito di Annibale. Alleanza, questa, pagata a caro prezzo, causa l'epilogo della guerra in favore di Roma.
Detto periodo è caratterizzato dalla fondazione di diversi villaggi nel territorio, quali Paternò, Geminiano (Gemini), Varano, Pompignano, ecc. Così Ugento, ormai entrato a far parte dell' impero Romano, subì le glorie e le sconfitte che caratterizzarono nei secoli l' impronta di tale potere. Come attestarono illustri studiosi, quali Marciano, Maggiulli e Cataldi, Ugento fu teatro e vittima di feroci invasioni barbariche: nel 409 ad opera dei Visigoti, nel 410 dei Vandali, nel 475 fu la volta degli Eruli, nel 489 degli Ostrogoti, nel 554 degli Alemanni e Franchi, ed infine, nel 545 dei Goti i quali distrussero la città, che subì poi la seconda distruzione ad opera dei Saraceni nel 842. 
Sotto il periodo Normanno (intorno al 1020) per gli Ugentini iniziarono tempi migliori: il Centro ottenne la rielezione del Vescovato latino al posto di quello greco, la erezione del Castello sulle rovine dell'antico ed un incremento della sua popolazione. 
Si ha notizia che, verso la fine del XI secolo, la città fu infeudata per la prima volta a Pecicco del Trebigne cugino del Re di Dalmazia. 
Nel 1195 la Baronia di Ugento fu incorporata al principato di Taranto, che Federico Barbarossa concesse al figlio Enrico IV. 
Varie furono le casate che si alternarono al governo di Ugento: i D' Aquino, gli Orsini, i Della Ratta (periodo angioino), i Del Balzo (periodo angioino-aragonese).
Nel 1537 le truppe di Federico Barbarossa colsero la popolazione di sorpresa e la città venne nuovamente distrutta. 
Tra i feudatari che in seguito ressero il governo dell' urbe troviamo: i Pandone, e Vaaz de Andrata, ed infine i D'Amore. 
E' da rilevare che intorno al 1880, come del resto in gran parte delle città italiane, Ugento subì un grosso sventramento nel cuore del suo piccolo centro urbano, furono abbattute numerose casupole per far posto all'attuale piazza Vittorio Emanuele II e all'apertura di alcune strade che oggi costituiscono il tessuto del Centro Storico. 
Le testimonianze archeologiche evidenziano l'importanza storica di Ugento attraverso i millenni. Gruppi di Homo Sapiens Sapiens occuparono il territorio, offrendoci così testimonianze di un complesso di industria litica dell' Epigravettiano finale (14.000-13.000) caratteristico del Paleolitico Superiore, in località le "Doline di Ugento" (Bocca Cesira, Pozzo Zecca). Esistono anche testimonianze archeologiche risalenti all'età del Neolitico, tra cui - grotta Artanisi - e grotta Don Cirillo. 
Profondi sono i mutamenti della civiltà indigena: dal tipo degli insediamenti alle forme delle abitazioni, che riflettono modifiche nella consistenza demografica e nella struttura sociale, cambiamenti caratterizzati dal fiorire della civiltà Messapica. Ci troviamo di fronte ad una nuova civiltà, capace di sfruttare le risorse territoriali favorendo l’agricoltura e le attività commerciali, grazie alla presenza del porto. La città conia moneta propria, ricoprendo così un ruolo di primaria importanza nella penisola Salentina, fino all'arrivo dei Romani nella seconda metà del III sec. a.C. che occuparono la città, mutando le strutture sociali, urbanistiche e territoriali con il passaggio della via Traiana, facilitando i contatti con altre città. L’economia era basata sul lavoro dei campi, con la realizzazione di una divisione agraria con ville e fattorie per la trasformazione dei prodotti agricoli. 
Solo più tardi con l’arrivo dei Bizantini, stanziati sul suolo ugentino nel 550, il Paese riacquistò importanza, in quanto, questo nuovo popolo, tenta di consolidare la propria posizione nel Mediterraneo. 
Ugento infatti, oltre che di Storia vissuta, è un centro dove abbondano chiese e conventi. Ricordiamo tra questi l’ex convento delle Benedettine (oggi un seminario), ma anche la Chiesa del Rosario e la Chiesa di San Benedetto entrambe datate XVII secolo e dotate di belle decorazioni barocche. La Cattedrale risale invece al 1855, ricostruita su un'altra andata distrutta nell'incursione Saracena, ed è stata intitolata alla Madonna Maria SS Assunta in Cielo. 
Nel centro storico vi è anche un Castello risalente al XIII secolo, dotato di pianta trapezoidale irregolare con torrioni angolari, due dei quali sono andati distrutti. Anche se l’origine è Trecentesca, è stato ricostruito nel XVII e nel XIX secolo.  
Da ricordare anche i suoi palazzi: il cinquecentesco Palazzo Gigli e il Palazzo Colosso dove è possibile visitare una collezione di antichità. Anche il Palazzo Vescovile è stato innalzato in sostituzione di altri palazzi precedentemente distrutti dalle invasioni e la sua versione odierna è del Settecento. 
Ugento è una zona archeologica: dal suo sottosuolo sono state riportate alla luce iscrizioni messapiche e romane, tombe, antiche mura e persino una statua di un Zeus in bronzo risalente al VI secolo a.C. rinvenuta per caso nel 1961. 
Le mura di origine messapica sono ancora oggi parzialmente visibili: sono costituite da grossi blocchi di pietra accuratamente accomodati tra di loro ed un tempo costituivano la cinta di protezione del nucleo cittadino. Si ritiene che furono proprio i Messapi i primi abitanti di Ugento. Assieme alla Repubblica di Taranto nel periodo della Magna Grecia, poi, coniò persino monete con l’effige di Ercole e altri simboli.
Il Museo Civico Archeologico Salvatore Zecca (aperto durante l’anno dalle 8 alle 13:30, luglio e agosto nelle ore 8-12 e 17-19, chiuso ogni lunedì) custodisce la storia della cittadina. È ospitato in alcune sale dell’ex convento dei Celestini, del XV secolo e si possono ammirare anfore e corredi funerari.
Il mare di Ugento è tra i più belli d’Italia, abbondano spiagge  pulite dove dimorano fantastiche dune che fanno da cornice ad incantevoli paesaggi.
Ugento presenta un insieme di chiese di rilevanza storica che la inseriscono di diritto tra le città salentine con il miglior patrimonio storico-artistico. Nelle foto offriamo una carrellata delle più importanti chiese che vi si possono ammirare, oltre alla Cattedrale di cui abbiamo già parlato a parte. 
Il Santuario della Madonna della Luce risale al 1576 e sorge nel luogo dove anticamente sorgeva un altra Cappella di dimensioni più piccole, anch'essa dedicata alla Vergine e andata distrutta durante le invasioni saracene.
La Cripta del Crocifisso si trova esattamente a 1 Km da Ugento, sul lato sinistro della strada che conduce a Melissano, scavata nella roccia tufacea, con ingresso posto a lato Nord, dal quale si accede nella grotta tramite una scala di circa 1,30 m. di larghezza all'imboccatura, ma che si allarga sino a raggiungere la dimensione di circa 3 metri. Sia la volta che i muri perimetrali risultano affrescati. La Cripta ha preso il nome della pittura sormontante l'altare, anch'esso ricavato dalla pietra tufacea, raffigurante appunto Gesù Crocifisso.
L'antica chiesetta dedicata a Santa Lucia e ai Santi Medici, con il caratteristico tetto di tegole, era di epoca bizantina. In seguito al rifacimento, scomparve ciò che poteva testimoniare il suo passato, conservando però l'antico culto a Santa Lucia, al quale si affiancò quello per i Santi Medici. Gli altari sono quindi due, dedicati a Santa Lucia e ai Santi Medici.
La Chiesa di S. Antonio da Padova, invece, era annessa un tempo al convento dei Frati Minori Osservanti, ora Museo Comunale. Il Monastero fu fatto edificare nel 1400 dal conte di Ugento Raimondello Orsini  Del Balzo, per opera dell'architetto Colaci da Surbo (Le), ed ebbe il nome di Santa Maria della Pietà. Gli altari che ornano la chiesa sono nove e dedicati a: Vergine Immacolata, San Giuseppe, Sant'Antonio, Crocifisso, Madonna di Costantinopoli, Vergine Addolorata, San Francesco d'Assisi, San Domenico. Di notevole importanza è l'organo, in parte ancora originale, e le tele del Lillo che ornano gli altari. In questa chiesa trovano sepoltura il Beato Angelico da Altamura e il Marchese Giuseppe d'Amore. Dopo i lavori di restauro, durati circa tre anni, è stata riaperta al culto il 13 giugno 2002, giorno della festa di S. Antonio. 
La Chiesa di S. Biagio è stata edificata intorno al 1800, sullo stesso luogo dove un tempo ne sorgeva un'altra molto più grande. Costruita in pianta ottagonale, priva di navata, con sovrastante matroneo, fu consacrata nel 1881 e dedicata alla Vergine Assunta. L'interno, presenta oltre all'altare maggiore, due altari, in stile neogotico, dedicato al Sacro Cuore e alla Vergine Addolorata. 
La chiesa di Santa Filomena si trova sul lato sinistro del Monastero delle benedettine, da dove sopra un portale si conserva ancora l'insegna della casata degli Orsini del Balzo.Una volta annessa all'antico monastero sorto nel 1500 per opera di donna Gabriella Cortese di Ugento e dotata di beni rustici dalla nobile famiglia Ugentina Artenisi che ne vantò la prima Badessa,la chiesa fu dedicata in seguito a S. Filomena. Nel 1537 fu distrutta dai Turchi e ricostruita intorno al 1700 in stile barocco.
La Cattedrale di Ugento fu costruita nella prima metà del XVIII secolo e abbondantemente rimaneggiata durante l’Ottocento. Presenta una facciata di stile neoclassico preceduta da un pronao piuttosto pesante, quattro colonne con capitelli ionici che sorreggono un classico timpano di matrice greca. Al suo interno si possono ammirare altari e cappelle di stile barocco e quadri di importante fattura. È dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo ed è sede della diocesi di Ugento e Santa Maria di Leuca. La Cattedrale è sorta in epoca relativamente recente, perché in precedenza esisteva un’altra cattedrale, in stile gotico, che fu purtroppo distrutta durante le invasioni turche del Cinquecento. Il popolo ugentino ci mise duecento anni prima di ricostruirne un’altra e la nuova cattedrale fu inaugurata nel 1745. La facciata neoclassica fu voluta dal vescovo Bruni soltanto più tardi, nel 1885. All'interno è costituita da un’unica navata a croce latina e le opere che racchiude risalgono alle epoche più diverse.L’altare maggiore in marmo di più colori si trova nel presbiterio e riporta uno stemma, quello del monsignor Arcangelo Ciccarelli. Alle sue spalle si trova una struttura per il coro in legno di ulivo e sull'abside si trova un grande quadro dell’Assunzione di Maria circondata dai santi cui la città di Ugento è più devota, realizzato nel 1944 da Corrado Mezzana. Gli altari lungo la navata sono stati tutti recentemente restaurati e riportati così all'antico splendore. La Cattedrale, infine, ha anche dei sotterranei dove è possibile visitare il Museo Diocesano. Nel museo si trovano molti documenti storici e opere d’arte che riguardano sia la Cattedrale stessa che altre chiese della diocesi di Ugento e Santa Maria di Leuca.
Non lontano dalla Cattedrale, vi è anche la chiesa Madonna di Costantinopoli anch'essa con importanti dipinti all'interno e una cripta che risale all'epoca bizantina. 
A causa della presenza di queste e di altre opere di rilievo storico, il paese è stato innalzato al rango di “Città d’arte”.
L’antico castello di Ugento domina la città da una posizione preminente, vicino alla Cattedrale e alla piazza principale. La sua costituzione originaria è ancora avvolta nel mistero, è presumibilmente stato costruito attorno al XIII secolo. Ha una pianta a forma di trapezio irregolare con dei torrioni agli angoli, due dei quali purtroppo sono andati distrutti. È da ascrivere alla categoria dei castelli realizzati per scopo militare e non dunque casuale che risulti molto semplice, senza fronzoli. Esso fu ampiamente rimaneggiato attorno al XVIII secolo, ma questa fortezza sembra avere elementi che facciano risalire una costruzione originaria molto più indietro nel tempo, anche prima del XI secolo, almeno per quel che riguarda la parte più bassa, mentre il resto sembra con più certezza risalire ai Normanni. Ad oggi rimane una costruzione privata, che appartiene alla famiglia nobile D’Amore. L’importanza storica dell’edificio è testimoniata dalla presenza al suo interno di grandi saloni decorati con bellissime pitture susseguitesi nei secoli, ma l’accesso ai turisti non è consentito fatta eccezione per alcune sale aperte al pubblico nel 2005. 
Il Nuovo museo archeologico di Ugento (Museo Civico) è stato inaugurato nell'ottobre del 1968 ed in seguito ristrutturato e riaperto nel 2009. La sede occupa 1100 mq dell’edificio dell’ex convento dei Francescani Santa Maria della Pietà, situato in pieno centro storico (Largo Sant'Antonio, 1), risalente al XV secolo e costituito da due piani ed un chiostro centrale. In precedenza l’ex convento era già stato adibito a caserma dei Carabinieri, sede municipale ed edificio scolastico. Il Museo venne infine istituito con decreto dell’allora Presidente della Repubblica On. Giuseppe Saragat, in occasione del primo convegno dell’Associazione dei Comuni messapici, peuceti e dauni, svoltosi a Ugento. Il recupero dell’intera struttura e del cortile del Museo effettuato solo pochi anni fa (2004-2009) ha consentito di schedare molti degli 800 e più reperti del patrimonio comunale e che rappresentano un vasto arco di tempo che va dal VI a.C. al I-II sec d.C. in epoca medievale. Tra i reperti citiamo anfore commerciali, crateri, anfore a trozzella, coppette, piatti, terrecotte votive e architettoniche, monete greche, romane e della Zecca Ugentina, urne cinerarie e inumati di infante della fine del II sec. a.C., senza dimenticare il pezzo forte, la statua di Zeus (fine sec. VI a.C.) rinvenuta nel 1961 in Via Pittore. Questi reperti costituiscono il nucleo prevalente della collezione museale. Lo Zeus era stato sepolto in modo volontario in una fossa naturale e coperto con un capitello. In realtà, però, quello esposto nel museo è una copia dell’originale, che si trova invece presso il Museo Archeologico di Taranto. Si ambienta su entrambi i piani, il piano terra custodisce un  laboratorio di Restauro, una sala con la “Tomba dell’Atleta”, una sezione lapidea e alcuni affreschi. Il primo piano invece è adibito ad una mostra topografica, una preistorica, una subacquea, una medievale, oltre che  una collezione numismatica e corredi funerari. Più in generale, dopo la ristrutturazione del 2009 è stato sviluppato un percorso lungo i due piani mettendo al centro la storia di Ugento lungo i secoli arricchendolo di reperti messapici e romani: alcuni restituiti dal Museo Archeologico di Taranto ed altri ritrovati di recente in nuovi scavi. Grazie al restauro anche il chiostro è stato protetto da una copertura trasparente e soprattutto si sono scoperte direttamente nelle mura una serie di cappelle affrescate risalenti ad un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo e che è possibile vedere attraverso dei vetri. Si tratta di piccole ma incredibili cappelle con colori e dipinti in ottimo stato. Tra queste, di particolare bellezza sono la Cripta del Crocefisso e la Cripta della Madonna di Costantinopoli.
Di epoca successiva sono invece le imponenti Mura Messapiche, quando la città prendeva il nome di Ozan: non sorgono nel centro storico attuale, bensì nella parte settentrionale del paese, nei pressi della campagna. Compaiono improvvise con alcuni resti di grandi mura spesse otto metri, che un tempo costituivano un unico blocco difensivo capace di estendersi in circolo per ben nove chilometri. Le mura risalgono addirittura al IV secolo a.C. e sono costituite da grossi blocchi squadrati di pietra accuratamente accomodati tra di loro che formarono un tempo la cinta di protezione del nucleo cittadino.  Esse sono parzialmente visibili ancora oggi, soprattutto nel tratto che costeggia la via Madonna della Luce (ex via Traiana). Altri spezzoni sono visibili in Piazza Italia e tra via Acquerelli e via Trieste. La muraglia sembra che fosse costituita da novanta torri, a testimonianza dei rapporti non proprio pacifici che sembrano essere esistiti nel Salento e più in generale nella Puglia in quei secoli pre-romani. Si concentrarono infatti diverse guerre che coinvolgevano più soggetti: Taranto, Pirro d’Epiro, Alessandro il Molosso, Annibale e i Romani. Ugento, ancora Ozan, fu così fortificata perché parte della cosiddetta “dodecapoli messapica”, cioè una federazione di dodici città fortificate e vicine tra loro che avevano l’obiettivo di impedire ai greci di conquistare l’interno dell’area salentina. Delle ipotesi recenti (Di Domenicantonio e Scardozzi 2007) parlano dell’esistenza di ben undici porte di accesso e da ciascuna si sviluppava una strada verso i centri vicini. Sembra che complessivamente le mura racchiudessero all'interno uno spazio di quasi 150 ettari di terreno, facendo di Ugento il maggiore centro abitato dei Messapi. 
Sono presenti molti palazzi storici. Il più antico di tutti è Palazzo Gigli che si trova in Via Roma, risale alla fine del 1500 appena dopo la distruzione saracena della città e fu sempre dimora dell’illustre e nobile famiglia Gigli di Ugento finché non passò per nozze in proprietà alla nobile famiglia Macrì.
Altro edificio importante ancora in ottimo stato è Palazzo Colosso. Sorse intorno al 1600, per quel che riguarda il lato che si affaccia su Via Roma, mentre la parte che prospetta su Via Messapica è di data relativamente recente, essendo stata edificata sul finire dell’Ottocento. L’ala antica del palazzo, di proprietà della nobile famiglia Gaballo di Ugento, fu rimodernata intorno al 1780 da Domenico Colosso, marito di donna Anna Maria Gaballo. Nelle sue stanze è oggi conservata la collezione archeologica Colosso. È da ricordare che qui il barone Massimo Colosso ospitò nel 1807 Giuseppe Bonaparte.
Il palazzo che sarebbe stato il più antico è probabilmente Palazzo Rovito, realizzato già nel Trecento. Fu però completamente distrutto dall'invasione saracena e ricostruito soltanto nel Seicento. È stato oggetto recentemente di totale ristrutturazione ed oggi le sue stanze ospitano la Biblioteca Comunale. 
Con l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo Ugento man mano riacquistò parte del suo splendore e ci fu un periodo di stabilità durante il quale il centro ottenne la rielezione del Vescovo latino al posto di quello greco, l’erezione del Castello sulle rovine dell’antico Castro romano ed un notevole incremento della sua popolazione. 
Il primo vescovo latino fu un certo “Lando”, nel 1254. La diocesi era comunque molto piccola e si ingrandì solo nel 1818 con l’annessione di quella di Alessano-Leuca. 
In seguito varie signorie si sono avvicendate alla guida del paese tra cui la più importante fu quella degli Orsini del Balzo che la controllarono dal 1398 al 1463. 
Fu però nuovamente distrutta dai turchi durante il Cinquecento e la città perse la sua rilevanza centrale e successivamente passò di mano a diverse altre famiglie di feudatari.
Gli ultimi furono i Signori D’Amore che lo detennero fino alla soppressione dei feudi nel 1806. 
La attuale sistemazione del centro storico di Ugento è stata fatta sulla base di un piano di costruzione stabilito nel 1880, anno in cui furono abbattute molte casupole centrali per far posto a quella che oggi e chiamata Piazza Vittorio Emanuele II e ad una diramazione di strade che ne sono il Centro Storico. Nonostante ciò il suo centro preserva molti monumenti, chiese, musei ed è ricchissimo di storia antica.

Giuliana

Nessun commento:

Posta un commento