mercoledì 2 aprile 2014

LA CONTESTAZIONE DELLA PUNTEGGIATURA

Uno scrittore italiano famoso per i suoi scritti, ma non celebre per il suo nome perché per anni aveva pubblicato le sue opere con uno pseudonimo, cioè un nome non corrispondente al suo, aveva l'abitudine di lasciare le sue bozze sul davanzale della finestra del suo studio.
Un giorno il sole alto nel cielo illuminò di calda luce i fogli e la punteggiatura al suo tepore si rianimò e rinfrancata cominciò a parlare ed a lagnarsi di com'era trattata da quel signore dalla penna facile.
Una virgola (,) diede un urlo terrificante gridando allo scandalo, perché a suo avviso era poco adoperata e poco valutata, sosteneva che i discorsi sui fogli erano troppo lunghi, senza pause e mozzavano il fiato al lettore. Il fatto era sgradito perché non voleva responsabilità a lei addebitata poiché lei non aveva colpa, ma ugualmente se ne doleva per la brutta impressione che  suscitava.
Un punto (.) si lamentava anch'egli di essere poco e male distribuito nei discorsi.
Un punto e virgola (;) diceva di essere nei punti sbagliati.
Non parliamo poi dei due punti (:) che si vergognavano ed arrossivano di imbarazzo per essere mal collocati.
Ma lo scrittore distratto, dalla penna facile, non aveva comprensione nemmeno per altri punti d'ortografia.
- Ahimè! - sospirava disperato e depresso il punto interrogativo o punto di domanda (?) - mi si confonde con il punto esclamativo (!), ma io e lui non andiamo d'accordo! Io esigo risposte alle domande e sono molto conciso e severo, lui invece esclama e si beatifica di quell'espressione spontanea. No, noi non abbiamo nulla in comune. E' un puro disastro!
I punti di sospensione o più semplicemente i puntini puntini (...) scuotevano il capo sopportando di essere quasi esclusi dalla grammatica di quelle bozze.
Le virgolette (" ") si ritiravano timide senza parole perché anch'esse erano interpretate male per le scorrettezze subite. 
L'apostrofo (') era annichilito e distrutto, lo si dimenticava spesso. 
Cosa dire degli accenti \ / ) che contestavano con accanimento, sostenendo fra di loro:
- Quel benedetto scrivano! Non si dimentica, quando piove, di mettere il cappello; perché ci considera così poco! Se pensasse a noi come al suo cappello saremmo sempre presenti al nostro posto e più ligi al dovere.
Infine il trattino (-) esausto abbassava il capo come rassegnato.
C'era una gran confusione in quelle bozze e la punteggiatura aveva valide ragioni per lagnarsi e per inorridire di come era interpretata e trattata.
Ma il nostro scrittore distratto e frettoloso continuava imperterrito ad abbozzare i suoi scritti in modo davvero sconveniente. Egli per non perdere il filo del discorso quando componeva, immerso nella propria fantasia e l'ispirazione sgorgava fluente sotto la sua penna, non badava certo ai punti ortografici e non rispettava di certo le regole grammaticali. Non lo faceva di proposito ed ignorava che questi se ne avevano a male per tale scorrettezza; con tutto questo perseverava nei suoi errori dicendosi:
- Alla fine dell'opera ci saranno le correzioni!
Non così la pensava la punteggiatura che teneva la proprio prestigio con intransigenza e non perdonava al suo autore di essere trattata con tanta leggerezza, ma ugualmente sperava che prima o poi egli se ne accorgesse e diventasse più preciso ed ordinato.
Il tempo passò, lo scrittore dalla penna facile continuò a scrivere versi, poemi, romanzi, sempre ancorato alle sue tradizionali abitudini e nessun cambiamento positivo avvenne nel corso del tempo a favore dei punti ortografici.
Un bel giorno egli ebbe la brillante idea di assumere una dattilografa; infatti arrivò una graziosa segretaria, ella aveva il compito di battere a macchina tutte le sue opere. Doveva essere un valido aiuto per lui ed alleggerirlo dal molto lavoro che a volte rimaneva in sospeso per mancanza di tempo.
Antonella era il nome della valida dattilografa. Appena entrata nello studio aprì la finestra del locale, aspirò l'aria fresca del mattino e si accinse ad iniziare il proprio lavoro alla macchina da scrivere. Una leggera brezza invadeva la stanza e tonificava le sue membra ed ella vivamente lieta batteva le sue agili dita con entusiasmo sui tasti.
La sua attenzione ad un tratto fu distolta dal suo lavoro, il vento aveva fatto cadere a terra alcuni fogli appoggiati sul davanzale. Con grazia lasciò il suo posto e raccolse tutti i fogli spersi sul pavimento, ma mentre li riordinava si accorse che erano pieni di errori. Un vero disastro!
Accantonò per un attimo il lavoro che stava sbrigando e con calma e pazienza corresse quelle bozze orribili. Collocò la punteggiatura al giusto posto dando un aspetto dignitoso a quegli scritti.
Il punto (.) finalmente si fece il suo pisolino beato.
La virgola (,) si concesse una breve siesta nella pausa.
Il punto e virgola (;) si rilassò, i due punti (:) ebbero un attimo di riflessione.
Il punto interrogativo o di domanda (?) si sentì di nuovo forte e conciso.
Il punto esclamativo (!) fu felice della sua spontaneità, i punti di sospensione (...) ebbero modo di meditare.
Le virgolette (" ") si rianimarono liete nei discorsi diretti, l'apostrofo (') fece sentire lo stacco delle vocali e scandì con perfezione le parole.
Gli accenti ( \ / ) diedero forza alle sillabe ed infine il trattino (-) si rilassò a capo del foglio.
La graziosa Antonella nel suo attuale ordine mise fine alla contestazione della punteggiatura, la quale si ritrasse muta e statica nella sua tradizionale funzione. Le bozze ritornarono sul davanzale dove il loro autore le aveva lasciate.
Una sera egli le riguardò e mentre stava rileggendole si accorse delle correzioni avvenute. La lettura gli parve più facile e comprensibile, anche se egli stesso le aveva scritte. Se ne stupì molto ma ne fu tanto entusiasta che capì che il suo lavoro sarebbe stato più leggero e scorrevole se avesse curato con più attenzione i punti d'ortografia. Da quel giorno si promise, seppur preso nell'enfasi dell'ispirazione, di essere più calmo e riflessivo; chissà, forse ne avrebbero giovato i suoi pensieri ed i suoi scritti.
La punteggiatura unanime si abbracciò felice! Aveva vinto una piccola battaglia grazie all'aiuto improvviso e fortuito di una valida collaboratrice.
Per un attimo allo scrittore parve, osservando quei fogli, che tutti i punti della sua grafologia fossero compatti fra loro come un piccolo sole nascente in miniatura, ma fu solo un'impressione fantastica! Tutto era regolarmente al suo posto ordinato e statico.


MORALE: Con un po' di buona volontà anche l'ordine, quando si fa, diviene fonte di serenità.


MILANO, 02 settembre 1987

Nonna Mariuccia

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